Il rapporto di coppia. Perché finisce l'amore?

Il rapporto di coppia. Perché finisce l’amore?

Il rapporto di coppia. Perché finisce l’amore?

venerdì 07 Dicembre 2012 - 09:07

Si sono tenute a Messina due interessanti conferenze del dott. Noè psicologo e psicoterapeuta, esperto in processi formativi, sulle tematiche: "Rapporti genitori–figli" ed il "Rapporto di coppia". Questo secondo appuntamento ha riscosso notevole successo e partecipazione attiva

Si sono tenute a Messina due interessanti conferenze del dott. Noè psicologo e psicoterapeuta, esperto in processi formativi, sulle tematiche: “Rapporti genitori–figli” con location al Salone degli specchi della Provincia Regionale di Messina ed il “Rapporto di coppia” nell’incontro serale tenutosi presso il Ritrovo Dolce Vita di piazza Duomo.
La prima conferenza si è basata sui conflitti e la voglia di essere capiti dei figli. Lo scopo dell’incontro è stato proprio quello di capire come mettersi nei panni dei figli, comprenderne le ragioni e costruire con loro un profondo e duraturo rapporto di comunicazione emotiva ed affettiva. Tema che già è stato oggetto di approfondimento in un precedente ed affollatissimo incontro tenutosi diversi mesi fa a Messina. Notevole affluenza ha registrato il secondo meeting sui rapporti di coppia: un viaggio verso la consapevolezza che può aiutare tutti a trovare la strada del vero amore. L’ingresso libero ha permesso a quanti lo desiderassero di interloquire in un dinamico divenire con il dott. Noè aperto e disponibile a rispondere alle innumerevoli questioni propostegli. Entusiasmante il modo con il quale il dott. Salvo Noè ha affrontato la tematica dei rapporti di coppia concentrandosi sull’aspetto reale e meno teorico, più pratico e quotidiano. Che cosa lega davvero due innamorati? Una scintilla, niente di più che una scintilla. Ovunque sono, quando si vedono, appena si incontrano, la scintilla li chiama, li attira, li coinvolge. Stanno bene, sono instancabili; sono nella dimora del fuoco, dello spirito. È proprio così, ha sostenuto il dott. Noè: la neurofisiologia conferma che quando scatta una sensazione amorosa coinvolge tutto il corpo: profumi, colori, musiche, tattilità, danno vita alle immagini che prendono forma nella corteccia frontale e divengono messaggi chimici che vanno a stimolare il sistema limbico, modificando sonno, fame e attrazione sessuale. Quando scatta l’innamoramento, ci si immette nel grande respiro dell’universo, ha sostenuto il dott. Noè, e si diventa parte del suo moto, della sua armonia, si viene attraversati da una forza trascendente. Tutto diventa un rito, una consacrazione. Tutto diventa magico. L’innamoramento, e solo l’innamoramento, crea un desiderio continuo, che non ammette lacerazioni nella trama del tempo. Il tempo dell’amore è continuo, compatto, inconsutile. Lo spazio e il tempo si animano di prossimità e di istanze ignote alla geometria, perché misurate dalla forza del desiderio. Interessante la disamina successiva: il rapimento mistico e sensuale che mi lega a te, all’inizio mi fa piacere tutto di te (idealizzazione). Col tempo le cose possono cambiare in meglio o in peggio, si vedrà… L’innamoramento induce nei partner una condizione che, fuori da questo stato, sarebbe definita patologica; meccanismi quali un’intensa idealizzazione, la sopravvalutazione dell’altro a scapito di Sé, ma soprattutto il dissolversi momentaneo dei confini del Sé, intervengono come elementi del tutto naturali e fisiologici nel processo di innamoramento. Sembra strano, ma spesso ci si innamora delle “imperfezioni” dell’altro. Infatti spesso l’attrazione scatta per una persona che non ha niente in comune con il prototipo di “perfezione” che avevamo in mente. Spesso, con grande sorpresa, ci innamoriamo di una persona che non “conoscevamo”. L’innamoramento non risponde alle logiche della razionalità. La capacità di innamorarsi e di restare innamorati non è semplice da realizzare e lo sappiamo. Essa è infatti considerata, più che un punto di partenza, un punto di arrivo della maturazione psicobiologica di un individuo. Affinché ciò possa realizzarsi sono infatti necessarie due pre-condizioni: essere capaci di accettare la dipendenza senza sentirsi in balia o sottomessi all’altro, ed essere capaci di “lasciarsi andare”, cioè accettare di perdere e superare i confini dell’Io. Una persona in grado di integrare tra loro questi due aspetti, può essere considerata sufficientemente matura rispetto alla sua fase di vita e capace di innamorarsi. Al contrario, in personalità patologiche, è difficile accettare un vero e duraturo innamo-ramento. È interessante scoprire come si evolve il sentimento. Quando sei innamorato sei disposto a tutto. C’è una bella visione romantica che pervade la mente da anni. Quando si è innamorati ci si bacia anche sotto la pioggia, non si bada all’effetto dell’acqua al potenziale raffreddore. In quel momento esiste soltanto lui e lei e quella magica “colla” che li lega. Anzi tutto diventa cornice, scenario incantevole che rafforza il sentimento. È facile sentire delle coppie che raccontano episodi particolari dei loro primi incontri. Pazzie fatte in momenti di estasi. Poi col tempo, la magia svanisce e la razionalità prende il suo posto. Col tempo perdiamo la voglia della scoperta, dell’evasione, della meraviglia. Diventiamo gli “economisti dell’amore”. Per fortuna però, non è sempre così. Secondo alcuni studiosi, lo stato mentale tipico dell’innamoramento dura variamente dai 18 ai 24 mesi. Dopo tale periodo si innesca un momento particolarmente delicato per l’equilibrio della coppia: quello della fine dell’innamoramento. Esso genera una situazione di crisi che, in talune coppie, può avviare una ristrutturazione tale da comportare la rivalutazione di aspetti e caratteristiche reali dell’altro che compensano la parziale o totale perdita dell’idealizzazione. Si passa così all’amore. In altre coppie può invece aprire la strada alla delusione, alla perdita di un aspetto grandioso e idealizzato del Sé e della coppia; questa seconda modalità di comportamento è molto più pericolosa per la sopravvivenza della coppia che avrà grosse difficoltà a superare positivamente tale momento evolutivo. In questo caso la relazione è destinata a finire.

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