Rinegoziazione mutui, troppi dubbi e il Consiglio tira il freno. L'ira dei servizi sociali

Rinegoziazione mutui, troppi dubbi e il Consiglio tira il freno. L’ira dei servizi sociali

Rinegoziazione mutui, troppi dubbi e il Consiglio tira il freno. L’ira dei servizi sociali

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giovedì 20 Novembre 2014 - 01:18

A convincere l'aula a chiedere più tempo per esaminare la delibera è stato il durissimo intervento di Nina Lo Presti, secondo cui questa operazione proposta dall'amministrazione costerà ulteriori 16 milioni di euro oltre ad allungare i debiti per i prossimi trent'anni. Strada tutta in salita per quella che doveva essere la soluzione all'emergenza servizi sociali.

Stavolta la strada sembrava tutta in discesa. E invece per il nuovo provvedimento della Giunta Accorinti approdato ieri sera in Consiglio comunale nuovo stop, nuovi dubbi da chiarire, un colpo di scena che ha sorpreso non poco soprattutto il promotore di questo atto, il vicesindaco e assessore al Bilancio Guido Signorino. Sul tavolo una delibera corposa, non tanto nella forma quanto nella sostanza. Si tratta della rinegoziazione dei mutui contratti per i debiti residui con Cassa Depositi e Prestiti, una manovra che riguarda la rimodulazione dei tassi di interesse e soprattutto la dilazione fino ai prossimi trent’anni degli oltre 58 milioni di parte dei debiti che il Comune ha sulle spalle. Una possibilità che si è presentata agli amministratori di Palazzo Zanca pochi giorni fa, in piena emergenza servizi sociali, e che all’assessore Signorino è apparsa come un vero salvagente a cui aggrapparsi per riuscire ad avere subito un risparmio da investire in altri settori. La soluzione per riuscire a salvare i servizi sociali fino a fine anno, così era stata presentata nei giorni scorsi questa operazione (vedi articolo correlato). E così l’amministrazione ha approntato in men che non si dica la delibera, il Sindaco Accorinti ha chiesto alla Presidente Emilia Barrile di convocare un Consiglio straordinario e ieri alle 19 l’aula è stata chiamata a riunirsi per esitare, era questa la speranza, il provvedimento e dare il via libera alla rinegoziazione di questi debiti.

Il tipo di vantaggio è sul valore della rata che si riduce in maniera significativa. Se si procederà alla rinegoziazione già nel 2014 non verrà corrisposto il valore della quota capitale sulla seconda rata in scadenza al 31 dicembre e ciò ci consentirà di risparmiare subito 2 milioni. Gli uffici hanno esaminato i 110 mutui attualmente accesi, di questi 39 rispondevano ai criteri di ammissibilità all’operazione e sono stati fatti tutti i calcoli per inserirli nel provvedimento. Secondo il prospetto emerge che la rinegoziazione produrrà economie a regime su base annuale di circa 2,6 milioni rispetto alle precedenti rate. L’allungamento delle scadenze determina nel lungo termine un incremento del valore corrisposto, ma è un incremento nominale perché su base reale l’Ente non ha alcun impoverimento. Il valore economico dell’operazione rimane identicamente definito all’oggi e determina un vantaggio di liquidità sensibile solo nei termini della durata complessiva”.

Con questo intervento l’assessore Signorino ha illustrato il provvedimento, mettendo in luce i benefici di una manovra che, com’era già facilmente comprensibile da una prima lettura della delibera, farà sì risparmiare il Comune ma dilatando nel tempo un debito pesante, con relativi interessi.

A creare scompiglio in aula però, ancora una volta, il durissimo affondo della consigliera Nina Lo Presti che ha ribaltato totalmente la prospettiva di questa operazione seminando dubbi e ripensamenti in un’aula che sembrava quasi pronta a votare senza farsi troppe domande.

In 24 ore mi ritrovo a dover fare delle valutazioni che meritano attenzione, non basta dire che ci sarà un risparmio sulla spesa corrente perché è chiaro che nel momento in cui si rinegozia un mutuo non si risparmia ma si allungano i tempi con la logica conseguenza di maggiori interessi protratti nel tempo. Nella rinegoziazione c’è effettivamente un vantaggio immediato, ma non ci si può fermare a questo perché si determina un aumento della spesa complessiva per gli interessi e dunque un irrigidimento dei bilanci futuri. Non si stanno valutando i rischi che l’Ente si assume con questa operazione che ci espone a un debito prolungato nel tempo che vincola l’attività futura dell’amministrazione

La consigliera, ormai vera spina nel fianco dell’amministrazione Accorinti, è andata ancora più a fondo, ha snocciolato numeri e cifre e alla fine ha fornito all’aula una lettura che ha fatto calare il gelo. “La riduzione nella maggior parte dei casi non riguarda la quota di interessi. Solo 7 dei 39 mutui che dovremmo rinegoziare avranno un tasso minore, ma i benefici vengono aggrediti dalla dilazione nel tempo. La rinegoziazione ha un costo complessivo di oltre 16 milioni di euro, risultato del posticipo temporale delle rate, che alla fine si dovranno pagare in più rispetto all’attuale piano di ammortamento”. Nina Lo Presti ha poi rincarato la dose ricordando che non si può così a cuor leggero scaricare alle generazioni future questo debito: “Pagheranno i nostri nipoti e forse anche i loro figli e nessuno godrà di alcun beneficio. Questo provvedimento etichetta quest’amministrazione come ‘quelli di prima’ e la cosa peggiore è che saranno quelli che verranno dopo ad additarli in questo modo perché stanno dimostrando un’azione amministrativa e finanziaria senza soluzione di continuità con il passato. Quello che creeremo sarà un aggravamento della situazione economica, anche noi domani saremo corresponsabili del disastro”.

Parole che hanno destabilizzato l’aula, rivolte anche agli spettatori di questa seduta: i lavoratori dei servizi sociali. Perché questa doveva essere la soluzione per salvare il settore dallo stop dei servizi e anche su questo fronte non è mancato l’affondo di Nina Lo Presti: “Non dovevamo arrivare oggi qui con i lavoratori che ci additeranno come i responsabili dell’emergenza se non voteremo questo atto. Non dobbiamo essere noi a trovare noi la soluzione ai servizi sociali, doveva essere compito dell’esecutivo che non ha saputo o voluto trovarla”.

Parole che hanno convinto i colleghi a chiedere tempo. E’ stato il consigliere Pippo Trischitta a proporre il rinvio della seduta per avere il tempo per approfondire le carte, proposta che ha trovato il sì compatto di tutti i consiglieri presenti in aula e che ha scatenato l’ira dei lavoratori dei servizi sociali.

Oggi la delibera tornerà in commissione Bilancio e domani, venerdì 21, il Consiglio si riunirà alle 12. Ma fare previsioni a questo punto è impossibile.
Francesca Stornante

4 commenti

  1. Speriamo che questo atto demente non venga votato.

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  2. Speriamo che questo atto demente non venga votato.

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  3. Concordo. Pur se, umanamente, quello dei servizi sociali risulta essere un settore delicato e che merita attente riflessioni, definire – come fa l’assessore Signorino – le somme che si libererebbero, oggi, un “investimento” è da scellerati. L’investimento pressupone un ritorno futuro; che ritorno ci sarebbe se dette somme fossero impiegate nei servizi sociali? Nessuno. Per cui ha ragione la consigliera Lo Presti: si spalmerebbero soltanto i debiti in più anni, con un maggiore aggravio in termini di interessi.

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  4. Concordo. Pur se, umanamente, quello dei servizi sociali risulta essere un settore delicato e che merita attente riflessioni, definire – come fa l’assessore Signorino – le somme che si libererebbero, oggi, un “investimento” è da scellerati. L’investimento pressupone un ritorno futuro; che ritorno ci sarebbe se dette somme fossero impiegate nei servizi sociali? Nessuno. Per cui ha ragione la consigliera Lo Presti: si spalmerebbero soltanto i debiti in più anni, con un maggiore aggravio in termini di interessi.

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