A proposito dell'arte della coerenza e della differenza tra protestare e amministrare

A proposito dell’arte della coerenza e della differenza tra protestare e amministrare

Rosaria Brancato

A proposito dell’arte della coerenza e della differenza tra protestare e amministrare

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domenica 17 Gennaio 2016 - 07:20

C'è differenza tra protestare e amministrare. In questo passaggio si perde la coerenza. Lo dimostrano le vicende Boschi, Quarto, Gela e Messina. Se l'Accorinti di 40 anni di battaglie tornasse in città protesterebbe contro quest'amministrazione. Simbolico lo scontro di vedute tra Mazzeo, Sturniolo e la giunta.

Vi ricordate Josefa Idem? La campionessa olimpionica, eletta nel Pd e chiamata a far parte del governo Letta, finì nel ciclone delle polemiche per aver pagato l’Ici in ritardo. Nel giugno del 2013, la Idem, accogliendo l’invito dello stesso Letta, si dimise dopo appena due mesi dall’incarico di ministro. Sempre durante il governo Letta vi furono le richieste di dimissioni e la mozione di sfiducia nei confronti della ministra Annamaria Cancellieri, finita sotto i riflettori per la telefonata sul caso di Giulia Ligresti. L’attuale premier Renzi contestava la posizione di Letta a difesa della ministra e l’attuale ministro Boschi spiegava: “se fossi in lei mi dimetterei”. Oggi la ministra Boschi, dichiara a Lilly Gruber: “Se anche mio padre fosse indagato o imputato non mi dimetterei”. E anche Renzi ha cambiato idea. E’ molto facile, quando si è dall’altra parte della barricata, protestare, salvo poi dimenticarsene quando invece della pagliuzza nell’occhio dell’altro ci ritroviamo una trave che impedisce di vedere. C’è differenza tra il protestare e l’amministrare. Quando questo accade la coerenza diventa un’arte difficile da praticare.

I 5stelle iniziano a vincere le elezioni ed i casi di Quarto e Gela, sia pure diversi tra loro, sono emblematici. In entrambi i casi i due sindaci, Rosa Capuozzo e Domenico Messinese, eletti con il M5S, sono stati espulsi dal movimento. Messinese a Gela è stato espulso dopo aver “licenziato” tre assessori della giunta. Il caso Capuozzo è molto più delicato, ma è bene ricordare, non è indagata, non ha ceduto al ricatto del consigliere, non ha commesso alcun reato. Il M5S l’ha espulsa sia per evitare che, come stava accadendo, il Pd brandisse come un randello l’inchiesta sul voto di scambio e sulla tentata estorsione al sindaco da parte di un consigliere a 5stelle che per dimostrare coerenza con quanto detto finora. Capuozzo e Messinese pur espulsi hanno deciso di non dimettersi e motivano la decisione. Va bene la coerenza, ma l’asticella sta diventando sempre più alta ed il rischio è che i 5Stelle e il mondo dell’antipolitica pretendano che ad amministrare siano solo Gesù e 11 apostoli (Giuda è risaputo che non è adatto al ruolo). Visto che in Italia ormai la frase di Nenni è la più citata del mese mi ci metto pure io: “a fare a gara a fare i puri troverai uno più puro che ti epura”.

Ormai siamo alla gara per l’onestà ed alla rissa per la disonestà.

Più vicino al nostro naso mi hanno fatto riflettere le dichiarazioni di Gino Sturniolo e Antonio Mazzeo, perché vi ho letto l’amarezza e la delusione di quanti hanno creduto al sogno accorintiano e nel contempo l’impotenza di chi ha capito che non basta entrare nel Palazzo per cambiare, come è accaduto al sindaco ed al movimento che l’ha sostenuto, se poi l’unica cosa che si cambia è sé stessi.

Sturniolo si sofferma su “ quell’amministrazione che doveva essere di battaglia ma si è trasformata in altro perché Renato ha appaltato l’amministrare ad un gruppo che vive dentro meccanismi che non sono nostri ma quelli del passato”. Mazzeo sottolinea le contraddizioni del Renato no pontista e ambientalista diventato il principale fan del progetto su Capo Peloro. Dalla lettura incrociata di Mazzeo e Sturniolo, nonché dei fatti accaduti a dicembre (dirigenti, nomine, Masterplan) e ancor più dalle dichiarazioni rese dal sindaco per quei fatti Accorinti appare più come un Dottor Jekill e Mister Hyde della rivoluzione che doveva essere e non è stata.

Prendiamo il caso De Cola. A me, che nell’immaginario collettivo di questa giunta sono un’amica di Satana, il progetto piace. Così come piaceva a Scoglio e alle amministrazioni precedenti, indietro fino a D’Alia. Il guaio è che non piaceva a Renato dei 40 anni di battaglie, né agli ambientalisti. Stupisce, e non poco, leggere come Accorinti difenda a spada tratta quel progetto. Dal blog di Antonio Mazzeo ho appreso, tra le altre cose, che il progetto è stato inserito tra le opere compensative al Ponte nel 2011, che la giunta Accorinti, nell’agosto del 2014 chiese, nell’ambito dell’Agenda Messina trasmessa al governo che il progetto dello studio De Cola (assessore sin dall’anno precedente) venisse comunque finanziato anche se il Ponte non rientrava più tra le priorità. Se sul fronte dell’opportunità c’è da discutere, sotto il profilo della coerenza ricordo che appena pochi mesi dopo, nel febbraio 2015 l’assessore all’ambiente Ialacqua fece spegnere le luci del pilone per non disturbare il passaggio migratorio degli uccelli:”E’ indubbio- scriveva ai colleghi Cacciola, De Cola e al sindaco- che numerosi studi attribuiscano all’illuminazione notturna lungo le rotte migratorie la causa della moria di numerosi esemplari in quanto provoca fenomeni di distorsione ottica e/o di collisione per attrazione da luce, causando perdita di orientamento e/o collisione con l'ostacolo. Considerato che il Pilone di Torre Faro sorge in piena Zps e sulla rotta migratoria di fondamentale importanza per milioni di uccelli di specie diverse che migrano ogni anno dall’Europa e verso l'Europa si ritiene non più rinviabile l'attivazione delle procedure affinché l'illuminazione del Pilone sia limitata in quei periodi”. Forse l’assessore aveva dimenticato che il progetto del Pilone prevede giochi di luce e fasce colorate. Sempre Ialacqua, nel 2013, per Faro immaginava più un piano del colore ed un Borgo con i murales che lidi, un albergo, parcheggi, strutture di vario genere. Accorinti su quel Pilone c’è salito, restando sotto un tetto di stelle per dire no all’ecomostro e difendere quel tratto di paradiso. Quell’immagine fa parte dell’album dei ricordi. La frattura tra Mazzeo, Sturniolo e Accorinti- Ialacqua è tutta negli anni di battaglie vissute insieme e naufragate in un sogno che si è trasformato in altro. Amministrare è cosa ben diversa dal protestare. Si cambia.

Il duetto Carbone-Accorinti è solo l’ultimo esempio. Nel rispondere al commissario Pd che gli aveva detto: Messina è senza sindaco, il primo cittadino ha replicato: “ti spiego come si amministra”,passando al consueto ritornello. Così facendo ha dato l’assist a Carbone che gli ha ricordato che la regola numero 1 dell’amministrare è quantomeno avere il bilancio invece a Palazzo Zanca non c’è neanche il previsionale 2015 con conseguenze disastrose sul piano dei servizi e non solo. La giunta continua a ripetere il ritornello della stabilizzazione dei precari, dell’assunzione dei vigili, del porto di Tremestieri, omettendo una serie di dettagli che Carbone ricorda. Ad esempio il fatto che i precari sono stabilizzati a sole 16 ore, che i vigili sono stati assunti per 3 mesi, che il Piano di riequilibrio naviga nel limbo, che opere come il parco urbano, Casa nostra, via don Blasco, porto di Tremestieri sono targate quellicheceranoprima. “Sono contento che il sindaco Accorinti apprezzi così tanto la riqualificazione di capo Peloro, del porto di Tremestieri, di via don Blasco- scrive Carbone-tutte opere, progetti e stanziamenti avviati nella precedente amministrazione. ma se non si ha nulla di proprio, meglio vantarsi le opere altrui. Questo è amministrare?” In sostanza, spiega il commissario Pd, la giunta si attribuisce meriti che non ha, mentre sono targati amministrazione Accorinti i fatti di dicembre, i bandi per i dirigenti, i 9 superesperti, il bando Innovabic, la sospensione della mensa scolastica.

Quest’amministrazione è fatta di persone oneste e perbene. Chi è onesto dovrebbe anche avere l’onestà intellettuale di ammettere che i propri errori sono uguali a quelli degli altri, e di dire le cose come stanno. Il popolo accorintiano ha votato l’ambientalista dei 40 anni di battaglie, il no pontista. Ha ragione Sturniolo, poteva essere e non è stato, dal dissesto alle due leggende metropolitane che erano i punti cardine del programma: la flotta comunale e la riduzione delle indennità di sindaco e assessori. Ma Accorinti dopo aver difeso l’invasione maceratese, il pilone, la discarica di Pace, dopo aver sistematicamente scelto amici e parenti, non può tornare indietro. Ormai la sua strada è questa: indietrononsitorna, neanche per salire di nuovo sul pilone e dire no.

Rosaria Brancato

8 commenti

  1. sergio indelicato 17 Gennaio 2016 12:15

    Questo Canto dovrebbe essere per i politici il “Vade Mecum”:

    Facesti come quei che va di notte,
    che porta il lume dietro e sé non giova,
    ma dopo sé fa le persone dotte.
    DANTE – Purgatorio Canto XXII

    Dato il grado culturale se qualcuno vuole prendersi la briga di spiegare, sarebbe cosa gradita.

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  2. sergio indelicato 17 Gennaio 2016 12:15

    Questo Canto dovrebbe essere per i politici il “Vade Mecum”:

    Facesti come quei che va di notte,
    che porta il lume dietro e sé non giova,
    ma dopo sé fa le persone dotte.
    DANTE – Purgatorio Canto XXII

    Dato il grado culturale se qualcuno vuole prendersi la briga di spiegare, sarebbe cosa gradita.

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  3. ha ragione la giornalista Rosaria Brancato, se Accorinti una mattina si svegliasse con una amnesia selettiva che non gli facesse ricordare solo gli ultimi tre anni, uscendo da casa e vedendo la sua città combinata così come è oggi, andrebbe di corsa al comune a protestare, pretendendo di sapere chi ha ridotto la città in questo stato. Qualcuno avrà il coraggio di dirgli che ha perso, oltre alla memoria, anche la sua credibilità conquistata in 40 anni di lotte????

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  4. ha ragione la giornalista Rosaria Brancato, se Accorinti una mattina si svegliasse con una amnesia selettiva che non gli facesse ricordare solo gli ultimi tre anni, uscendo da casa e vedendo la sua città combinata così come è oggi, andrebbe di corsa al comune a protestare, pretendendo di sapere chi ha ridotto la città in questo stato. Qualcuno avrà il coraggio di dirgli che ha perso, oltre alla memoria, anche la sua credibilità conquistata in 40 anni di lotte????

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  5. Rosaria è come il bambino nella favola del Re nudo. Dice ciò che è sotto gli occhi di tutti ma che nessuno (o quasi) ha il coraggio di dire.Non so se siamo nella peggiore delle amministrazioni degli ultimi cinquant’anni ma sicuramente vedo questa città morire giorno dopo giorno. Arrivare fino al 2018 in queste condizioni sarà un’agonia continua. Prima che il declino sia definitivo ed irreparabile forse è meglio cambiare subito pagina ed andare a votare in primavera. Ma per questo ci vorrebbe un’alternativa seria e credibile che secondo me esiste ma che non vuole prendersi la responsabilità di guidare questa città…

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  6. Rosaria è come il bambino nella favola del Re nudo. Dice ciò che è sotto gli occhi di tutti ma che nessuno (o quasi) ha il coraggio di dire.Non so se siamo nella peggiore delle amministrazioni degli ultimi cinquant’anni ma sicuramente vedo questa città morire giorno dopo giorno. Arrivare fino al 2018 in queste condizioni sarà un’agonia continua. Prima che il declino sia definitivo ed irreparabile forse è meglio cambiare subito pagina ed andare a votare in primavera. Ma per questo ci vorrebbe un’alternativa seria e credibile che secondo me esiste ma che non vuole prendersi la responsabilità di guidare questa città…

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  7. egr.sig.re concordo senza se e senza ma con lei.purtroppo vedrà che qualche ipocrita,numeri alla mano gli dimostrerà che considerati i flussi, i riflussi,i giritododicassa,i residui di cassa e a malanova chi ci pigghia,col pilone il tibetano è stato male interpretato.Lui ai suoi tempi protestava perchè gi uccelli migratori non passavano più sul pilone ma transitavano direttamente sulle navi della Caronte e per giunta a gratis.

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  8. egr.sig.re concordo senza se e senza ma con lei.purtroppo vedrà che qualche ipocrita,numeri alla mano gli dimostrerà che considerati i flussi, i riflussi,i giritododicassa,i residui di cassa e a malanova chi ci pigghia,col pilone il tibetano è stato male interpretato.Lui ai suoi tempi protestava perchè gi uccelli migratori non passavano più sul pilone ma transitavano direttamente sulle navi della Caronte e per giunta a gratis.

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