In ricordo di Boris Giuliano. Una corona d'alloro sotto la targa di via Natoli

In ricordo di Boris Giuliano. Una corona d’alloro sotto la targa di via Natoli

In ricordo di Boris Giuliano. Una corona d’alloro sotto la targa di via Natoli

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martedì 22 Luglio 2014 - 07:51

Il vicequestore, assassinato nel 1969, visse per vent'anni a Messina, dove si è laureato in Giurisprudenza. Alla cerimonia, era presente il fratello, Sandro

Una corona d’alloro all’ingresso dell’isolato 92 di via Giuseppe Natoli, dov’è posta una lapide a memoria di Giorgio Boris Giuliano, vice questore della Polizia di Stato, capo della Squadra Mobile di Palermo, assassinato dalla mafia il 21 luglio del 1969. Giorgio Boris Giuliano, medaglia d’oro al valor civile, ha vissuto a Messina per circa un ventennio, frequentando non solo la nostra Università dove si è laureato in Giurisprudenza.

La semplice e toccante cerimonia, presente il fratello di Giuliano, Sandro, e la presidente del Consiglio comunale Emilia Barrile, ha visto in due momenti la partecipazione di ufficiali della Polizia di Stato e Municipale, del trombettiere della Brigata “Aosta” che ha eseguito il “Silenzio” d’ordinanza, dell’ex presidente del Consiglio comunale Giuseppe Previti, del prof. Giulio Santoro che lo ebbe amico e che nel breve intervento ha narrato qualche episodio di vita in comune. Subito dopo la deposizione dell’omaggio floreale Emilia Barrile ha sottolineato il particolare significato della cerimonia, ricordando come la presenza di Giorgio Boris Giuliano a Messina è stata significativamente legata all’impegno sociale nelle attività anche sportive in cui si è distinto. Nel 1963 vince il concorso come commissario di Polizia e percorre tutta la sua, purtroppo breve, carriera alla Squadra Mobile di Palermo. Nel 1980 il Consiglio comunale di Messina gli attribuisce la cittadinanza onoraria. Le celebrazioni della memoria di Giorgio Boris Giuliano sono state organizzate dal Comitato Cittadino «100 MESSINESI per MESSINA 2000», dalle Associazioni Socio Culturale Ctg “Città di Messina” e “Minerva” in collaborazione con la Polizia di Stato, Questura di Messina e dell’Università degli Studi di Messina.

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