Sull’elezione di Greco, Calabrò (Pd) a muso duro contro i colleghi

Sull’elezione di Greco, Calabrò (Pd) a muso duro contro i colleghi

Sull’elezione di Greco, Calabrò (Pd) a muso duro contro i colleghi

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lunedì 20 Giugno 2011 - 15:31

Il coordinatore dei gruppi consiliari del PD solleva questioni di ordine regolamentare e politico

Il partito democratico non ci sta. L’elezione di Marcello Greco quale presidente della Commissione consiliare servizi sociali mette in campo una serie di questioni di «ordine regolamentare e politico» che il coordinatore dei gruppi consiliari del PD, Felice Calabrò, ha deciso di analizzare a caldo, a poche ore di distanza dal voto che ha assegnato a Greco la guida della X commissione, precedentemente presieduta da Robero Sparso (Pdl) , nominato assessore al risanamento .
In una nota, Calabrò evidenzia innanzitutto «che l’atto posto –è viziato da nullità assoluta, in quanto adottato consapevolmente in violazione dell’art. 48 comma III dello Statuto del Comune di Messina e dell’art. 55 comma II del Regolamento del Consiglio Comunale, che recitano testualmente: “Le commissioni permanenti sono composte da consiglieri comunali, disegnati dai rispettivi capigruppo, che rappresentano, con criterio proporzionale, complessivamente tutti i gruppi consiliari. Ogni gruppo consiliare ha diritto ad essere rappresentato in ognuna delle commissioni” ed ancora “Le commissioni permanenti sono costituite da consiglieri che rappresentano, con criterio proporzionale, complessivamente tutti i gruppi e sono nominati dal Consiglio”. La composizione del citato organo collegiale (X Commissione) – sottolinea ancora Calabrò – non integra, ormai da tempo, i requisiti richiesti dalle norme citate, visto che i due consiglieri eletti nelle fila del Pd Marcello Greco e Paolo Saglimbeni hanno nel frattempo cambiato partito, lasciando scoperta rappresentanza «all’interno di due importantissime commissioni e, precisamente, all’interno della Commissioni Servizi Sociali, per l’appunto, ed all’interno della Commissione Urbanistica». Il coordinatore dei gruppi consiliari del PD ricorda, inoltre, nel documento che, nonostante i ripetuti solleciti alla Presidenza del Consiglio Comunale – l’ultimo in occasione della sostituzione del consigliere Sparso con il neo consigliere Nicolosi – non si è mai proceduto alla regolarizzazione e rimodulazione delle commissioni interessate e su questo punto attacca pesantemente i colleghi che oggi hanno votato Greco, sarcasticamente definiti i «magnifici undici». «Pur sapendo della palese irregolare composizione della commissione in questione – scrive testualmente Calabrò- hanno ritenuto, assumendosene ovviamente tutte le responsabilità, procedere alla contestata elezione». Il rappresentate dell’opposizione parla di «illogicità del comportamento posto in essere dai consiglieri di maggioranza, i quali, con un po’ di pazienza e di strategia avrebbero raggiunto il medesimo risultato nella piena osservanza dei regolamenti e, soprattutto, nel rispetto dei diritti dei colleghi dell’opposizione».
Sin qui la questione regolamentare, ma Calabrò non sottovaluta certo quella politica, mettendo infatti, l’accento sull’ improvviso ritorno di fiamma tra gli alleati ed ex alleati di centro-destra ( PDL, UDC, MPA, FLI, PID) , che «in vista dell’approvazione dei bilanci, dell’esame delle grandi tematiche concernenti le partecipate hanno aderito in maniera unanime alla nuova chiamata alle armi», dando al sindaco a Buzzanca un motivo per sorridere e ben sperare , almeno apparentemente. Bersagli di Calabrò sono soprattutto « l’«acerrimo avversario» (di Buzzanca) Pergolizzi (FLI) che «ha deposto l’ascia di guerra per partecipare alla rinascita»; e Cilento «accecato dalla frenesia di essere parte attiva di questo nuovo risorgimento». Ma il rappresentante dell’opposizione non si lascia sfuggire l’occasione di lanciare una frecciatina anche gli «altri colleghi – stakanovisti – che oggi in forza hanno partecipato per oltre tre ore alla riunione». Il centro-destra si ricompatta e il Pd trema? A sentire Calabrò nessuna paura anzi solo «l’inesorabile certezza che già da domani gli ascari torneranno a dividersi su tutto, e quella di oggi sarà un’altra pagina della brutta ed assai mediocre politica messinese».

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