RIMBORSO DELL’IVA SULLA TIA - ALTRE PRONUNCE FAVOREVOLI AI CONSUMATORI

RIMBORSO DELL’IVA SULLA TIA – ALTRE PRONUNCE FAVOREVOLI AI CONSUMATORI

RIMBORSO DELL’IVA SULLA TIA – ALTRE PRONUNCE FAVOREVOLI AI CONSUMATORI

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lunedì 15 Aprile 2013 - 07:47

Dopo le prime numerose ed innovative pronunce del Giudice di Pace di Sant’Angelo di Brolo, ottenute dalla Confconsumatori di Messina a partire dal 2010, con le quali era stata sancita l’illegittimità dell’applicazione di IVA sulla tassa sui rifiuti (TIA), ora anche il Giudice di Pace di Parma, con una pronuncia emessa il 15 febbraio scorso, ha condannato la società che gestisce il servizio di raccolta dei rifiuti nella città emiliana a rimborsare ad un utente le somme pagate a titolo di IVA sulla TIA.
La suddetta pronuncia si uniforma al principio espresso dalla Corte di Cassazione nella nota sentenza n. 3756 del 9 marzo 2012, con la quale il giudice di legittimità ha sancito la non applicabilità dell’IVA alla TIA in considerazione della “pacifica natura tributaria” della medesima, della mancanza di disposizioni legislative che espressamente assoggettano a IVA le prestazioni del servizio di smaltimento dei rifiuti e della “irrilevanza di diverse prassi amministrative, posto che la natura tributaria della tariffa va desunta dalla sua complessiva disciplina legislativa, e non da dette eventuali distorte prassi”.
Come già si legge nelle prime sentenze di cui sopra la richiesta dell’Iva trova giustificazione solo ed esclusivamente nel caso che alla prestazione si riconosca natura di corrispettivo privatistico. E già prima della surrichiamata pronuncia del 2012 la Corte di Cassazione aveva fatto riferimento al generale principio del ne bis in idem, il quale risulterebbe indiscutibilmente violato – posta la natura tributaria della tariffa de quo – con l’inaccettabile doppia tassazione a danno del cittadino che rende la questione oltre che giuridica anche e soprattutto di principio.
Nonostante reiterati tentativi che potessero condurre ad una soluzione normativa e stragiudiziale della questione, per la Confconsumatori il ricorso alla Giustizia si è reso alfine necessario dopo anni di richieste inviate da migliaia di cittadini al Comune, all’Agenzia delle Entrate e al Gestore del servizio raccolta rifiuti, tutte rimaste inascoltate. Anche l’appello inviato un anno fa dall’associazione al premier Mario Monti perché intervenisse a livello normativo non ha sortito alcun effetto.
A livello pratico quanto esposto comporta la possibilità per tutti i cittadini che negli ultimi dieci anni abbiano indebitamente pagato l’IVA sulla TIA (non sulla TARSU) di chiedere il rimborso della stessa.
Si tratta, dunque, indubbiamente di un risultato importante, di una vittoria che può dare il via ad una serie di azioni cumulative che l’associazione è pronta ad affrontare.
Per ulteriori informazioni, gli utenti possono rivolgersi alla sede provinciale della Confconsumatori di Messina.

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