La Sanità Militare nella Grande Guerra: epidemie ed eventi bellici

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venerdì 02 Ottobre 2015 - 07:41

L’esiguo numero di Medici al fronte e la necessità della loro presenza fecero nascere l’idea di una Facoltà di Medicina in zona di guerra

Organizzata dalle sezioni di Messina delle associazioni nazionali Arma di cavalleria, Sanità Militare Italiana ed UNUCI, col patrocinio dell’Ispettore Nazionale del Corpo Militare della Croce Rossa Magg. Gen. Gabriele LUPINI e del Comandante del XII Centro di Mobilitazione Col. Antonino BUTTAFUOCO, si è svolta, nel salone dell’UNUCI, la conferenza sul tema: “La Sanità Militare nella Grande Guerra: epidemie ed eventi bellici”.

Dopo i saluti di benvenuto da parte del Gen. Giuseppe BRIGUGLIO presidente UNUCI di Messina, che ha espresso il proprio plauso per l’iniziativa volta ad accrescere conoscenze storiche e scientifiche, ha preso la parola il Ten. Col. (me.) Angelo PETRUNGARO illustrando con l’ausilio di un interessante video la situazione sanitaria militare italiana a partire dalla pace di Losanna del 1912, che non aveva posto fine ai combattimenti in Libia contro le bande di irregolari arabi.

L’Italia entrò in guerra il 24 Maggio 1915 e già alla fine di quello stesso anno si contarono ingenti perdite nell’Esercito regio. Non solo, ma nell’Agosto del 1915, tra la prima e la seconda battaglia dell’Isonzo, si erano verificati casi di tifo e di colera dovuti alla sedentarietà delle trincee.

L’esiguo numero di Medici al fronte e la necessità della loro presenza fecero nascere l’idea di una Facoltà di Medicina in zona di guerra. Essa venne al Ten. Col. (me.) del Corpo Militare della CRI Giuseppe TUSINI coadiuvato da S.A.R. Elena di Francia Duchessa d’Aosta Ispettrice Generale del Corpo delle II.VV. della CRI. Essi con il potente appoggio del Comando Supremo escogitarono il progetto di una Università con sede nei campi di battaglia, che chiamarono Castrense.

Essa fu creata al fronte presso il Centro Ospedaliero della III Armata nel piccolo paese di S. Giorgio di Nogaro (UD) situato nella bassa pianura friulana e fu una vera e propria scuola medica da campo deliberata dal Governo il 9 Gennaio del 1916. Essa vide la frequenza degli studenti di Medicina e Chirurgia del 5° e 6° anno impegnati al fronte e nello stesso tempo nello studio arricchito di tirocinio sul campo.

Fra di loro il messinese Giuseppe CATALANO, classe 1893, che, laureatosi nel 1917 a Padova e nominato S. Ten. Medico, durante la ritirata di Caporetto tenne ben saldo l’ospedaletto a Lui assegnato.

L’Università Castrense fu chiusa nella primavera del 1918.

Prima della relazione del Prof. Giuseppe STURNIOLO sulle epidemie negli eventi bellici sono stati consegnati i Diplomi delle Onorificenze dell’Ordine dell’Aquila Romana ai signori: Rosario BOMBARA, Enzo COLAFATI, Nunzio BARBERA, Giuseppe NASTASI, e Attestati di Benemerenza a: Prof.ssa Anna ARAGONA, S.Ten. (com.) Giuseppe NASTASI, S. Ten. (com.) Gianluca PUGLISI.

Ha iniziato quindi la Sua relazione il Prof. STURNIOLO che ha messo in luce non solo le problematiche epidemiologiche delle situazioni in cui si sono trovati ad operare i soldati nella Grande Guerra ma anche la genesi e l’evoluzione delle malattie infettive in generale suscitando grande interesse nel pubblico.

Ha moderato il Prof. Giuseppe SCALISI. Erano presenti: il Ten. Col. Corrado DI BARTOLO, il Ten. Col. GdF Antonino DONATO, il Cap. (me.) CC Rosamaria SQUILLACIOTI ed una nutrita rappresentanza del Corpo Militare e delle II.VV. della CRI.

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