De Luca riconfermato alla guida della Cisl Medici: "Serve sinergia e collaborazione"

De Luca riconfermato alla guida della Cisl Medici: “Serve sinergia e collaborazione”

De Luca riconfermato alla guida della Cisl Medici: “Serve sinergia e collaborazione”

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sabato 11 Febbraio 2017 - 12:13

E' da qui, secondo il segretario sindacale, che deve passare la riorganizzazione del settore sanitario

Un continuo ed ininterrotto modificarsi dei modelli organizzativi e assistenziali che non hanno portato vantaggi per l’utenza, anzi hanno creato grandi difficoltà nell’accedere ai servizi del sistema sanitario. Si è focalizzata sulle prospettive per Messina con le nuove riforme della Sanità, a cominciare dalla rete ospedaliera, la relazione del segretario della Cisl Medici di Messina, Gianplacido De Luca in apertura dei lavori del IV congresso che lo hanno confermato alla guida per i prossimi quattro anni, insieme alla segreteria composta da Nello Aversa e da Rosa Alba Dipaola.

«La riduzione dei costi del sistema sanitario, anziché agire sulle cause dei disavanzi, riducendo gli sprechi – ha detto De Luca – si è basata sul ricorso a ricavi aggiuntivi, per oltre il 50% del fabbisogno: addizionali fiscali, ticket e fondo statale. Una riduzione che ha pesato principalmente sui cittadini, gravati dall’aumento dell’addizionale Irpef e dall’aumento dei ticket sanitari, per effetto dell’abolizione dell’indicatore Isee».

Sulla legge Lorenzin che, di fatto, ha bocciato il Piano di riorganizzazione della Regione Sicilia, rimettendo tutto in discussione e vanificando quanto fatto fino a quel momento, De Luca ha ricordato come «di conseguenza, tutte le Aziende sanitarie Siciliane si sono ritrovate con Atti di indirizzo e programmazione approvati, ma ai quali non hanno potuto dare seguito se non in parte e quindi sostanzialmente bloccate. Una situazione di stallo, che ormai va avanti da più di un anno, che ha reso ancora più instabile il sistema sanitario facendo registrare rilevanti criticità, a partire dall’allungamento delle liste d’attesa, all’intasamento delle aree di urgenza/emergenza, alla mancata applicazione della direttiva europea sugli orari di lavoro nel nostro paese, entrata in vigore il 25 novembre 2015, alle scarse risorse per tecnologie, formazione e riqualificazione professionale. Alla carenza degli organici, al blocco del turn-over ed alla mancata stabilizzazione dei precari».

Quindi la medicina del territorio, «rimasta una chimera mentre assistiamo al progressivo smantellamento del sistema pubblico».

Per la Cisl Medici la nuova riorganizzazione deve passare attraverso l’azione sinergica e di collaborazione tra tutte le Aziende della Provincia di concerto con le Organizzazioni sindacali di tutte le categorie della Sanità «alle quali bisogna ridare la dignità che meritano per aver garantito con grande sacrificio e spesso ai limiti della legittimità l’assistenza a tutti i nostri cittadini», ha precisato De Luca. «Vogliamo essere protagonisti nella gestione del cambiamento e la forza ci deve venire dall’attenta analisi dei contesti, dallo spessore delle nostre proposte e, soprattutto in tempi di crisi, dalla capacità di coniugare servizi efficaci e di qualità con la riduzione dei costi. In questo senso il potenziamento della medicina territoriale è una delle strade obbligatorie da seguire».

«I tagli al settore della Sanità – ha rincarato la dose la segretaria organizzativa della Cisl Messina, Mariella Crisafulli – sono il frutto di una politica dissennata dei piani di rientro, del taglio di posti letto, del blocco del turnover che non garantiscono la salute ai cittadini e peggiorano le condizioni di lavoro degli operatori del settore».

La Crisafulli ha evidenziato un altro aspetto oltre al calo degli organici. «C’è da considerare anche l’età avanzata del personale, quindi spesso con limitazioni delle attività, che si traduce in sovraccarico di lavoro con turni stressanti per chi, alla resa dei conti, deve farsi carico di garantire i servizi ai cittadini livelli di prestazioni accettabili. Una situazione che porta al peggioramento della qualità e della quantità dei servizi erogati con un incremento delle disuguaglianze tra le varie regioni. E se il sistema sta reggendo, per adesso, lo dobbiamo solo al senso di responsabilità e all’etica dei medici e di tutto il personale».

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