I sette pilastri della meditazione consapevole: Lasciare andare

I sette pilastri della meditazione consapevole: Lasciare andare

I sette pilastri della meditazione consapevole: Lasciare andare

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lunedì 04 Febbraio 2013 - 11:32

Accettiamo ciò che attraversa la nostra mente: ci conosceremo meglio e forse saremo in grado di liberarla da qualche pensiero che non ci è così necessario come pensiamo. Chiedi alla psicologa: invia una mail all’indirizzo psicologica@tempostretto.it.

Si narra che in India alcuni cacciatori di scimmie usino un metodo alquanto singolare per catturare le loro prede: praticano tre buchi in una noce di cocco, due piccoli che servono per far passare una corda e legare la noce ad una palma e uno oblungo, grande appena per far entrare la mano della scimmia aperta, ma non a pugno. All’interno della noce poi inseriscono una banana e se ne vanno, certi che non tutte le scimmie saranno disposte a lasciare la banana, nemmeno a costo della vita. Sembra che molte scimmie vengano così catturate, perché non sono state capaci di lasciare andare.

Quante volte in un giorno la nostra mente trattiene immagini, ricordi, sensazioni? Ogni volta che ci troviamo a cercare di rivivere nel ricordo una situazione piacevole ormai passata, oppure quando pensiamo e ripensiamo ad un dolore o ci affanniamo a rincorrere ossessivamente mete future. Ogni volta che ci attacchiamo a qualcosa, piacevole o spiacevole che sia, rifiutiamo qualcos’altro, nello specifico non ci permettiamo di vedere quali sono le risorse presenti che abbiamo a disposizione in noi o che ci sono offerte da chi o cosa abbiamo intorno. Ciò non vuol dire che non dobbiamo più pensare alle cose belle e brutte del passato o del futuro: possiamo e dobbiamo concederci di farlo, quello che dobbiamo fare però è stare attenti che siamo noi a deciderlo e non siamo invece vittime della nostra mente, che non sa lasciare andare pensieri e sensazioni.

Lasciare andare è un altro modo per accettare le cose, vuol dire riconoscere che sono come sono e che non dobbiamo sprecare la nostra energia nel giudicare o nel provare a cambiare o rivivere il passato, oppure rincorrere il futuro. Ogni volta che notiamo che la nostra mente impiega energia per attaccarsi o respingere qualcosa, proviamo a suggerirle di lasciare andare quegli impulsi e stiamo a guardare quello che accade. Registriamo ciò che accade nella nostra mente e lasciamolo andare, senza giudicare. Se un giudizio emerge, notiamolo e registriamolo come un prodotto della nostra mente, poi lasciamolo andare. Se abbiamo difficoltà nel lasciare andare un pensiero particolarmente piacevole o doloroso, non giudichiamoci, concentriamoci invece sul “trattenere”, notiamo cosa vuol dire per noi trattenere quel pensiero, perché è così importante trattenerlo o così difficile lasciarlo andare. Sia che riusciamo o meno a lasciarlo andare, l’osservazione consapevole dà modo di imparare molto su di noi, è un utile esercizio di conoscenza di noi stessi, anche se non produce l’immediato sollievo che speriamo.

Forse siamo poco abituati a lasciare andare consapevolmente i pensieri, tutti però sappiamo farlo, almeno quando permettiamo al nostro corpo di rilassarsi ed alla nostra mente di “spegnersi” quando decidiamo di addormentarci. Se abbiamo difficoltà nell’addormentarci, vuol dire che viviamo un livello di stress elevato, anche in quel caso sappiamo che accanirsi, imporsi di dormire è controproducente: è più saggio lasciar andare i pensieri, non sprecare altre energie nello sforzo di addormentarsi, se non altro non si sommerà all’insonnia lo stress di tentare di dormire. Potrebbe anche accadere che il sonno ci colga di sorpresa.

L’addormentamento è il più chiaro esempio del fatto che tutti noi abbiamo la capacità di lasciare andare, seppur con maggiore o minore difficoltà. Durante questa settimana, riconosciamo questa nostra abilità, apprezziamola e tentiamo di applicarla anche ai pensieri che assorbono la nostra mente durante il giorno, non cerchiamo risultati immediati, osserviamo senza giudicare, accettiamo ciò che attraversa la nostra mente: ci conosceremo meglio e forse saremo già in grado di liberarla da qualche pensiero che non ci è proprio così necessario come pensiamo.

“Psicologica” è curata da Francesca Giordano, psicologa, laureata presso l’Università degli Studi di Torino, specializzanda presso la Scuola di Psicoterapia Cognitiva, Roma (SPC), Vicepresidente A.p.s. Psyché, “mamma di giorno” presso il nido famiglia Ohana.

Avvertenza: questa rubrica ha come fine quello di favorire la riflessione su temi di natura psicologica. Le informazioni e le risposte fornite dall’esperta hanno carattere generale e non sono da intendersi come sostitutive di regolare consulenza professionale. Le mail saranno protette dal più stretto riserbo e quelle pubblicate, previo esplicito consenso del lettore, saranno modificate in modo da tutelarne la privacy.

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