Il sindacato Diccap sostiene il commissario Croce: "Necessaria una nuova struttura organizzativa"

Il sindacato Diccap sostiene il commissario Croce: “Necessaria una nuova struttura organizzativa”

Il sindacato Diccap sostiene il commissario Croce: “Necessaria una nuova struttura organizzativa”

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giovedì 11 Ottobre 2012 - 11:04

Il segretario regionale del dipartimento autonomie locali e polizie locali, Nicola Aloi, esprime il proprio consenso verso la decisione adottata da Croce riguardo la struttura dell'Ente. Un importante problema da risolvere è l’organizzazione del personale: "L'amministrazione Buzzanca a dicembre 2011 ha approvato l'avanzamento di carriera per 600 dipendenti. I nuovi incarichi sono rimasti sulla carta"

Durante l’incontro tra il commissario straordinario del comune di Messina, Luigi Croce, e la Diccap – Dipartimento Autonomie Locali e Polizie Locali, che si è tenuto giorno 9, è venuta fuori la volontà di procedere a una nuova struttura organizzativa del comune. Oggi, il segretario regionale del sindacato, Nicola Aloi, con una nota al commissario Croce esprime il proprio consenso verso la decisione adottata. In particolare, il dirigente fa riferimento alla delibera n.887 del 30 settembre 2010, adottata dalla precedente amministrazione per riorganizzare la macchina amministrativa comunale. La delibera 887/2012 doveva sostituire la delibera 685/2004 adottata dal commissario Bruno Sbordone, chiamato a sostituire Buzzanca.

“Questa organizzazione sindacale – scrive Aloi – ha chiesto più volte alla precedente amministrazione delucidazioni in ordine al corretto riferimento della struttura organizzativa vigente. Concordiamo – ha proseguito il dirigente sindacale – sulla necessità di dare finalmente applicazione alla delibera 887/2010 che ha riorganizzato la macchina amministrativa accorpando le competenze dei vari uffici fino a raggiungere il mirabile risultato di prevedere solo tre aree: economico-finanziaria, amministrativa-sociale e tecnica”.

Un altro problema da risolvere secondo la Diccap è l’organizzazione del personale. “Uffici con poche unità contro uffici dove il personale prolifera – scrive il sindacato -. Occorre agire sulle procedure di mobilità in maniera razionale e confacente alle reali esigenze dei servizi”.
Durante l’amministrazione Buzzanca, a quanto si legge nel comunicato, 600 dipendenti nel dicembre 2010 hanno avuto un avanzamento di carriera, ma hanno continuato a svolgere i compiti di sempre. Il risultato è che la retribuzione percepita aumentava ma gli uffici rimanevano carenti.

Giusto per fare qualche esempio, si legge ancora: “Gli istruttori tecnici non tutti operano all’urbanistica o in altri dipartimenti tecnici dove esiste una nota carenza di queste figure professionali e il loro apporto potrebbe essere fondamentale per incrementare gli introiti degli oneri concessori – e ancora -. Le varie figure di carattere tecnico-operativo non sono tutte dislocate al pronto intervento, perché se così fosse, non sarebbe necessario ricorrere agli appalti esterni per tale lavoro, con notevole risparmio di denari”.
E poi ancora i contabili e i ragionieri che non sono dislocati alla ragioneria, o gli operatori addetti uffici che invece di consegnare la posta stanno seduti dietro una scrivania, “per non entrare nel merito della distribuzione milionaria di euro solo a pochissimi dipendenti, che in ragione degli incarichi assegnati loro dall’amministrazione sulla carta, avrebbero dovuto prestare la loro attività giornaliera lavorativa di giorno e di notte, e non crediamo sarebbe stata sufficiente”, conclude il sindacato.

Un commento

  1. Mi era sfuggito questo articolo, e leggo con piacere che un sindacato ha compreso un grande male del comune, cioe riorganizzare il personale del comune e ottimizzare il personale, mi raccomando insistete.

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