Eran 40, eran giovani e forti... ma in Aula un anno dopo ne sono rimasti 25

Eran 40, eran giovani e forti… ma in Aula un anno dopo ne sono rimasti 25

Rosaria Brancato

Eran 40, eran giovani e forti… ma in Aula un anno dopo ne sono rimasti 25

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lunedì 22 Settembre 2014 - 05:49

Sono stati eletti in 40, i consiglieri comunali, ma a poco più di un anno dalle amministrative, in Aula si registra una media di 25 presenze, al massimo 29 ad inizio seduta. C'è uno zoccolo duro che ha comunque a cuore il ruolo che ricopre, al di là dei singoli interventi o contenuti e non fa mai mancare il numero legale. C'è poi chi magari preferisce il lavoro in commissione. Una domanda è d'obbligo: ma se sono sempre in 25 perchè ne abbiamo eletti 40?

La foto dell’insediamento, tutti belli e sorridenti, alla fine di una “cavalcata” di tre mesi che li ha resi vittoriosi su oltre 800 candidati, resterà nell’album dei ricordi. Ce l’hanno fatta in 40, lottando casa per casa, con campagne elettorali a suon di cene, volantini, telefonate, patronati, amicizie, spot, manifesti. I soldi li avranno comunque spesi, chi più chi meno. Quindi se ci hanno messo anima e portafoglio, passione politica e tattica, sogni e progetti, un elettore medio potrebbe pensare che a quello scranno laggiù, nella Sala consiliare di Palazzo Zanca che fu banco d’asilo per gran parte dei politici che hanno poi raggiunto altri livelli, ci tenevano. Magari avevano voglia di cambiare la città, dare risposte, dare una mano.

Erano 40 un anno e mezzo fa, in quella foto. Poi deve essere successo qualcosa, un virus, un anatema, un fulmine dal cielo, un’amnesia, un pentimento. Non sappiamo. Quel che sappiamo è che mai più quei 40 consiglieri comunali eletti sono stati in 40 durante una seduta di Consiglio.

Il pienone, il tetto più alto, è stato toccato con il Piano di riequilibrio, quando a rischio c’era la poltrona, ed in quella votazione erano presenti in 32, che hanno resistito ad una maratona che si è conclusa alle tre del mattino. In realtà erano 32 a mezzanotte, al momento del voto, poi, messa in cassaforte la poltrona, sono rimasti in 15, quelli che veramente credono in quello che fanno, quelli per i quali restare fino alle 3 del mattino era non solo un dovere per spiegare il perché del loro si o no al Piano di riequilibrio, ma anche un servizio nei confronti di quanti, eleggendoli, hanno dato loro fiducia. Ma i 32 votanti del Piano di riequilibrio sono stati solo un’eccezione, perché la media si aggira tra i 25 ed i 29, cifra quest’ultima che fa riferimento all’inizio di seduta per poi scemare di minuto in minuto e di votazione in votazione. A volte capita che il primo emendamento viene votato da 29 presenti, il secondo da 26, il terzo da 27, e gli ultimi da 25, fatto questo che fa pensare che l’Aula sia posseduta da Poltergeist, da una forza del male che colpisce i consiglieri a macchia di leopardo ed a singhiozzo. Le sedute notturne poi terminano immancabilmente con i soliti 15, massimo 18 consiglieri, sempre gli stessi, e se fosse per loro continuerebbero fino all’alba.

Non voglio entrare nel merito dei contenuti o dei singoli interventi, ma ci sono stakanovisti dell’Aula che non superano quota 25. Numericamente sono un po’ di più, perché è chiaro che ruotano e a tutti può capitare di assentarsi un paio di volte, ma c’è uno zoccolo duro che al di là degli effetti e dei contenuti, merita comunque di essere annotato, soprattutto perché è una legislatura delicatissima, con il Palazzo oltre l’orlo del default, decisioni anche impopolari da prendere e responsabilità da assumersi. Quindi, metterci la faccia, è già lodevole. Il dubbio che mi rode da mesi è però: ma se al massimo in Consiglio sono in media 25, 26, perché si sono fatti eleggere gli altri 14-15???

Cosa li ha spinti a candidarsi, lottare voto per voto, lasciare fuori stuoli di rivali se poi hanno ritenuto che frequentare l’Aula sia un optional? O peggio, un male incurabile che rifuggono come la peste? Perché farsi eleggere se poi diserti le sedute o se ci vai sparisci dopo 25 minuti o non voti mai le delibere che “scottano”? Ricordo le polemiche legate al fatto che il numero dei Consiglieri è sceso da 45 agli attuali 40. I numeri dell’Aula fanno comprendere che in realtà persino di questi 40 possiamo farne a meno e stabilire che ce ne bastano 25.

Gli altri, visto il loro interesse alla Tari, al Piano di riequilibrio, al consuntivo, all’isola pedonale, ai mercatini di Natale, sono un po’ come “le doppie punte”: superflui. Quel che fa più rabbia è che a fronte del disinteresse di 10-12 eletti, c’era davvero in decine degli 800 candidati al consiglio comunale il sincero desiderio di fare qualcosa.

La redazione di Tempostretto non ha mai risparmiato, né risparmierà, critiche nei confronti di quest’Aula, ma oggi vogliamo soffermarci sul fatto che è solo grazie a questo zoccolo duro che il Consiglio va avanti, ci piacciano o meno i risultati.

Inossidabili sono i tre della presidenza: Emilia Barrile, (presidente) ed i vice Nino Interdonato e Nicola Crisafi (anche se quest’ultimo ogni tanto “fa camporella”).

C’è poi lo “zoccolo duro”, in ordine sparso: Piero Adamo, Nicola Cucinotta, Franco Mondello, Pippo Trischitta, Daniele Zuccarello, Nina Lo Presti, Mario Rizzo, Ivana Risitano, Giuseppe Santalco, Fabrizio Sottile, Daniela Faranda, Gino Sturniolo, Mariella Perrone, Antonella Russo, Elvira Amata, Pippo De Leo, Paolo David, Nora Scuderi, Claudio Cardile, Donatella Sindoni, Lucy Fenech. Al gruppo inossidabile (anche se alcuni di questi a volte non reggono le ore piccole) dobbiamo aggiungere Andrea Consolo, che ultimamente non perde una seduta e nelle maratone che diventano burrascose, è indispensabile grazie alla sua professione di cardiologo perché prima o poi tra una lite ed un voto al cardiopalma qualcuno si sentirà male. Ci sono poi, nella parte “variabile” quella che aumenta la media ad inizio seduta per poi poche ore dopo farla crollare a picco, nonchè nelle sedute più rilevanti: Libero Gioveni, Nino Carreri (che rispetto allo scorso mandato ha però meno entusiasmo, forse per via dei pessimi rapporti con l’amministrazione), Pierluigi Parisi, Carlo Abbate e Carlo Cantali. Di recente ha migliorato le performance di permanenza in Aula anche Simona Contestabile.

Ci sono poi gli altri, quelli che magari preferiscono il lavoro nelle Commissioni o che vanno in Consiglio comunale ma non con la stessa assiduità degli altri: Benedetto Vaccarino, Giovanna Crifò, Pietro Iannello, Carmelina David, Pio Amodeo, Rita La Paglia, Santi Sorrenti, Francesco Pagano, Angelo Burrascano.

Questo non vuol dire che ci sia chi diserta sempre l’Aula perché a rotazione ci vanno tutti, anche gli assenteisti cronici, ma vuol dire che,al di là del cosiddetto zoccolo duro, nelle sedute in un anno e mezzo non ci sono MAI i 40 consiglieri eletti tutti insieme, neanche a Natale o Pasqua per farsi gli auguri.

Quanto ai lavori d’Aula, c’è da aggiungere che molti che “spariscono” nel corso della seduta lo fanno anche per non incappare nel momento del voto, spesso infatti è meglio non dover essere chiamati a rispondere di alcune scelte e tra queste “assenze ad orologeria” ci sono veri e propri specialisti in questo Consiglio comunale, presentissimi ad inizio seduta e scomparsi nel nulla quando si accende il tabellone elettronico dei voti.

La stessa “strage” di presenze è accaduta nella scorsa legislatura, tanto che sul finire dell’era Buzzanca erano rimasti in pochissimi, nonostante le strigliate del presidente Pippo Previti e degli stakanovisti nell’epoca, ridottisi a 15. Adesso il copione si ripete ad appena un anno e poco più dall’elezione. L’augurio è che la tendenza s’inverta. Quello del consigliere comunale non è lavoro, è un servizio, lo si svolge non per avere una medaglietta da mostrare, ma per dare qualcosa alla città. Le assenze sono un’offesa a chi è andato a votare ed ha scelto proprio quella persona tra 800.

Detto questo, probabilmente in tempi di spending review dobbiamo chiederci se in fondo Messina, a questo punto,non necessita di 40 eletti, ma ne bastano di gran lunga molto meno. Quelli che ci credono.

Rosaria Brancato

10 commenti

  1. è vergognoso…………..perchè non si dimettono.

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  2. è vergognoso…………..perchè non si dimettono.

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  3. La vergogna vera è che siano stati eletti.
    Sappiamo benissimo chi mandiamo a rappresentarci.
    Conosciamo “loro” ed il sistema con il quale vengono candidati, nonché raccolti i voti.
    La sua richiesta di dimissioni è ridicola, perché prescinde dall’etica di chi è stato eletto e soprattutto dall’etica di chi li ha eletti.
    La vera domanda non è perché non si dimettono, ma piuttosto perché non li “obblighiamo” noi a dimettersi.

    Salvatore

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  4. La vergogna vera è che siano stati eletti.
    Sappiamo benissimo chi mandiamo a rappresentarci.
    Conosciamo “loro” ed il sistema con il quale vengono candidati, nonché raccolti i voti.
    La sua richiesta di dimissioni è ridicola, perché prescinde dall’etica di chi è stato eletto e soprattutto dall’etica di chi li ha eletti.
    La vera domanda non è perché non si dimettono, ma piuttosto perché non li “obblighiamo” noi a dimettersi.

    Salvatore

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  5. GLI ELETTI DEL POPOLO SOVRANO MESSINESE. Si rischia di essere moderati fino alla censura a commentare l’articolo di Rosaria BRANCATO, quindi chiedo aiuto al poeta romano Aulo Persio Flacco, cultore della satira. Di molti consiglieri comunali non si potrà esclamare at pulchrum est digito monstrari et dicier: hic est! E se avesse ragione Virgilio, ab uno disce omnis.

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  6. GLI ELETTI DEL POPOLO SOVRANO MESSINESE. Si rischia di essere moderati fino alla censura a commentare l’articolo di Rosaria BRANCATO, quindi chiedo aiuto al poeta romano Aulo Persio Flacco, cultore della satira. Di molti consiglieri comunali non si potrà esclamare at pulchrum est digito monstrari et dicier: hic est! E se avesse ragione Virgilio, ab uno disce omnis.

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  7. Adesso il commento serio, il defendit numerus, nei numeri è la sicurezza. Ad oggi la spesa corrente destinata alle INDENNITA’ per gli organi istituzionali di Palazzo Zanca, Consiglio Comunale, Circoscrizioni e Giunta è pari a € 2.634.889, mentre i RMBORSI € 162.795, in totale € 2.797.684. Volevo darla anche nelle vecchie lire, ma avrei costretto i moderatori di TempoStretto a un super lavoro.

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  8. Adesso il commento serio, il defendit numerus, nei numeri è la sicurezza. Ad oggi la spesa corrente destinata alle INDENNITA’ per gli organi istituzionali di Palazzo Zanca, Consiglio Comunale, Circoscrizioni e Giunta è pari a € 2.634.889, mentre i RMBORSI € 162.795, in totale € 2.797.684. Volevo darla anche nelle vecchie lire, ma avrei costretto i moderatori di TempoStretto a un super lavoro.

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  9. Ma che bel bilancio riassuntivo! Ma mi consolo perchè il mio voto è salvo trovandosi nello zoccolo duro!

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  10. Ma che bel bilancio riassuntivo! Ma mi consolo perchè il mio voto è salvo trovandosi nello zoccolo duro!

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