Sit-in dei lavoratori delle mense universitarie a rischio licenziamento

Sit-in dei lavoratori delle mense universitarie a rischio licenziamento

Francesca Stornante

Sit-in dei lavoratori delle mense universitarie a rischio licenziamento

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mercoledì 09 Gennaio 2013 - 13:28

Secondo giorno di sciopero per i lavoratori delle mense universitarie che oggi sono rimasti in sit-in davanti la sede della mensa centrale. Per nove di loro sono già scattate le procedure di licenziamento, domani un incontro con la ditta.

Un altro giorno di sciopero, un altro giorno di protesta per i lavoratori delle mense universitarie. La ditta La Cascina che gestisce il servizio, è la stessa che si occupa anche delle mense scolastiche per conto del Comune ma con diverso appalto, ha già avviato le procedure di licenziamento per nove dei suoi lavoratori. Un provvedimento a quanto pare causato dal drastico calo nei pasti forniti. Sembrerebbe, infatti, che negli ultimi anni il numero dei pasti sia sceso dai 380 mila giornalieri a 250 mila, sempre giornalieri. Le quattro mense cittadine, Papardo, Annunziata, Policlinico e centrale hanno dunque registrato una costante diminuzione nel numero di chi usufruisce dei pasti serviti a mensa. Diminuzione che adesso mette a rischio il futuro di 9 dei 24 lavoratori della ditta La Cascina. Domani ci sarà un incontro per provare a salvare tutti i posti di lavoro. Sindacati e lavoratori chiederanno all’azienda di individuare soluzioni alternative al licenziamento e hanno deciso di proseguire ad oltranza nella protesta fino all’incontro e dunque anche domani mattina saranno davanti alla sede della Mensa centrale presso la Casa dello studente a manifestare. Durante il sit-in di oggi proclamato da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs, i segretari sindacali hanno spiegato che le responsabilità vanno ricercate anche in una gestione di tutto il servizio che non dipende solo dalla ditta La Cascina. L’Università e l’Ersu hanno grosse responsabilità e serve che anche loro siano presenti ai tavoli delle trattative. Carmelo Garufi della Filcams Cgil ha sottolineato che il calo dei numeri è normale se si considera che il pensionato della Casa dello Studente è chiuso da anni e che quindi gli studenti dislocati in varie zone della città non raggiungono le mense universitarie. A questo si aggiunge il fatto che molti docenti fissano le lezioni proprio negli orari di quella che dovrebbe essere la pausa pranzo. Dunque o si va a lezione o si va a mensa. Per questo i sindacati chiederanno che al tavolo delle trattative ci siano tutte le parti coinvolte nella vicenda. Non si può poi non pensare a quale sarebbe il servizio offerto riducendo da 24 a 15 gli addetti alle mense. Il sindacalista di Uiltucs Eliseo Gullotti si chiede come si potranno svolgere le attività nelle quattro mense messinesi che restano aperte tutti i giorni, quella centrale anche la domenica, e che lavorano sia a pranzo che a cena. Le risposte, forse, arriveranno durante l’incontro di domani. (Francesca Stornante)

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