Niente indennità di produttività e integrazione nel limbo, brutte notizie per i precari

Niente indennità di produttività e integrazione nel limbo, brutte notizie per i precari

Niente indennità di produttività e integrazione nel limbo, brutte notizie per i precari

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venerdì 19 Settembre 2014 - 22:27

In una nota l'amministrazione comunale comunica l'impossibilità ad erogare l'indennità di produzione ai precari comunali e al momento è in dubbio anche la possibilità di attivare l'integrazione per gli ultimi due mesi dell'anno. L'obiettivo resta la stabilizzazione ma al momento sembra un miraggio.

Per i contrattisti di Palazzo Zanca niente indennità di produttività per l'anno 2013 e ancora in dubbio la possibilità di attivare l’integrazione oraria per i mesi di novembre e dicembre. Integrazione che in questo anno i precari comunali hanno avuto solo da gennaio ad aprile. Brutte notizie per il personale contrattista che aspettava un segnale positivo dall’amministrazione Accorinti e che invece si trova davanti ad un’amara verità. A rompere gli indugi è proprio l’amministrazione che ha affidato ad una lunga nota tutti i dettagli delle ultime tappe che hanno riguardato i precari. L’obiettivo resta sempre quello della stabilizzazione. Ad oggi però, con le risorse che mancano per pagare indennità e salari accessori, la stabilizzazione resta un miraggio.

Nella nota l’amministrazione comunale spiega “di essere fortemente impegnata nelle indispensabili interlocuzioni con istituzioni ed enti esponenziali delle autonomie locali sia nazionali che regionali per tentare di creare i presupposti normativi e tecnici per risolvere positivamente le questioni che coinvolgono i contrattisti del Comune”. Fin qui nulla di strano, ma ecco la sorpresa: “Nelle more delle necessarie interlocuzioni, tuttavia, la corresponsione del saldo dell'indennità di produttività per l'anno 2013 al personale contrattista non è erogabile, mentre può essere inserita nel redigendo bilancio 2014 la somma necessaria a pagare l'integrazione oraria per il bimestre novembre-dicembre 2014 in modo che vi siano le risorse qualora possa essere attivata”.

“L'Amministrazione ha garantito – per l'anno 2013 – il pagamento sia delle indennità accessorie, riferite ai servizi richiesti al personale con contratto a tempo determinato sia dell'acconto sull'indennità di produttività. Tuttavia, il Collegio dei Revisori con parere del 10.7.2014, ha espresso parere non favorevole con riguardo alle risorse da destinare al salario accessorio del personale a tempo determinato in quanto eccedenti i limiti previsti dall'art. 9 comma 28 del D.L. 78/2010 (all'epoca il 50% della spesa sostenuta nel 2009 – oggi limite modificato con legge 114/2014). Nell'anno 2014 l'Amministrazione ha già attivato l'integrazione oraria da gennaio ad aprile. Anche sull’eventuale prosecuzione di tale integrazione si è espresso negativamente il Collegio dei Revisori. La Corte dei Conti della Sicilia appare portatrice di una interpretazione del citato art. 9, comma 28, che contrasta con le esigenze della integrazione oraria. L'attuale formulazione dell'art. 9 comma 28 del D.L. n. 78/2010, convertito in Legge 122/2010, è stata modificata e integrata con la L. n. 114/2014 – di conversione del D.L. 90/2014 – in vigore dal 19.8.2014, portando il precedente limite dal 50% al 100% (modifiche intervenute dietro la spinta delle autonomie locali e, fra queste, molto attiva l'Amministrazione comunale di Messina). Tuttavia, tale modifica migliorativa non consente ancora l'erogazione o l'impegno finanziario di spesa destinabile al personale a tempo determinato in quanto superiore al 100% della spesa sostenuta per le stesse finalità nell'anno 2009. A tal proposito, il dato riferito alla spesa del personale a tempo determinato, al netto dei finanziamenti a tal fine erogati dalla Regione Siciliana, relativa al 2009 risulta essere € 3.635.859,83 rispetto alla spesa sostenuta dal Comune di Messina per le medesime finalità nel 2013 che risulta, invece, essere € 4.821.567,36. Ciò nonostante l'Amministrazione comunale sta, in atto, valutando gli effetti del cosiddetto “Decreto salva Roma” convertito in Legge 2 maggio 2014 n. 68 recante – tra l'altro – norme e misure conseguenti al mancato rispetto di vincoli finanziari posti alla contrattazione integrativa e all'utilizzo dei relativi fondi, anche nella considerazione delle risultanze della circolare interministeriale (ministro per gli Affari regionali e le autonomie – ministro per la Semplificazione e la pubblica amministrazione – ministro dell'Economia e delle finanze) del 12.5.2014 e di quanto stabilito in data 10.7.2014 in sede di Conferenza Unificata della Presidenza del Consiglio dei Ministri”.

Insomma, l’incertezza regna sovrana. Ma alla fine si prova a rasserenare gli animi e l’amministrazione spiega di “aver dato avvio all'indispensabile percorso della stabilizzazione dei contrattisti, che vedrà una prima fase compiersi entro il 31 dicembre 2014 per concludersi complessivamente entro il 31 dicembre 2016 secondo i termini di legge”. Di certo però questo non basterà ai precari di Palazzo Zanca.

2 commenti

  1. Faccio da mesi l’elenco di norme costituzionali, direttive europee, norme nazionali, giurisprudenza a tutti i livelli previsti dall’ordinamento giudiziario, per far comprendere ai cosiddetti PRECARI l’impossibilità di delibere di Giunta che abbiano per oggetto concorsi riservati o una riserva dei posti o valutazione esclusiva dei titoli di servizio rispetto ad altri concorrrenti. I sindacati sanno bene di questa impossibilità, ma nelle loro assemblee sono silenti, è più facile raccogliere consenso illudendo le persone. L’unica strada è sommergere le sezioni di lavoro dei tribunali, facendo riferimento alle continue proroghe e al superamento dei 36 mesi, farne una grande questione politica nazionale, come hanno fatto gli insegnanti qualche anno fa.

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  2. Faccio da mesi l’elenco di norme costituzionali, direttive europee, norme nazionali, giurisprudenza a tutti i livelli previsti dall’ordinamento giudiziario, per far comprendere ai cosiddetti PRECARI l’impossibilità di delibere di Giunta che abbiano per oggetto concorsi riservati o una riserva dei posti o valutazione esclusiva dei titoli di servizio rispetto ad altri concorrrenti. I sindacati sanno bene di questa impossibilità, ma nelle loro assemblee sono silenti, è più facile raccogliere consenso illudendo le persone. L’unica strada è sommergere le sezioni di lavoro dei tribunali, facendo riferimento alle continue proroghe e al superamento dei 36 mesi, farne una grande questione politica nazionale, come hanno fatto gli insegnanti qualche anno fa.

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