Nessuno sciopero – spiega il sindacato – ma i lavoratori, non ricevendo lo stipendio, non avevano i soldi per andare nelle case dei disabili. La segretaria Clara Crocè replica punto per punto alle accuse lanciate dal presidente della cooperativa
Accuse respinte e nuova richiesta al Dipartimento Servizi Sociali e alla Direzione territoriale del lavoro per un’immediata ispezione in merito alla regolarità delle buste paga.
La Fp Cgil controreplica alla cooperativa Orsa Maggiore e sottolinea che a maggio non c’è stato nessuno sciopero ma, considerati i ritardi per il pagamento dello stipendio, i lavoratori hanno chiesto invano di avere a disposizione delle macchine oppure i soldi per il costo della benzina o per i biglietti dei mezzi pubblici, visto che raggiungere località periferiche come Altolia, Pezzolo, Molino, Ponte Gallo, Spartà, Salice e Gesso ha un costo.
“E’ appena il caso di rilevare che, anche se fosse stato indetto lo sciopero – afferma la segretaria Clara Crocè -, quest’ultimo non deve essere autorizzato dal datore di lavoro. Riguardo alla fattura di maggio, è stata regolarmente presentata per intero al Dipartimento. Questa circostanza è stata segnalata dalla Fp Cgil lo scorso 20 luglio, visto che a tutti i lavoratori che si occupano del servizio di assistenza domiciliare ai disabili sono stati decurtati circa 300 euro. Pertanto, ci piacerebbe conoscere l’importo della sanzione applicata dal Comune. Riguardo alle decurtazioni effettuate nel mese di giugno, la cooperativa non fornisce alcuna spiegazione. Il presidente Cutuli parla di danno alla cooperativa ma non di quelli procurati ai lavoratori per il mancato pagamento degli stipendi entro il 20 di ogni mese, come previsto dal contratto. A fronte della richiesta di pagamento dello stipendio si permette di inviare sms di risposta: ‘Quando incasso dal Comune!’. La stessa risposta l’ha ricevuta l’assessore Mantineo, il quale non ha preso alcun provvedimento. Se le altre organizzazioni sindacali non lamentano ingiustizie o illegittimità, la circostanza non può certamente limitare la nostra azione sindacale in difesa dei 61 lavoratori che rappresentiamo. Cutuli dice di far lavorare più persone ma non dice che le sostituzioni avvengono grazie alla donazione delle ore dei lavoratori. Le assenze del personale in aspettativa non retribuita sono state autorizzate dalla cooperativa e, in quanto ai permessi sindacali, sfidiamo la cooperativa a rendere noto il numero delle ore usufruite dal direttivo aziendale. La cooperativa ha anche tutti gli strumenti per verificare lo stato di malattia (la cooperativa, in caso di malattia, gode del rimborso Inps), visite fiscali e denunciare il medico che ha attestato una falsa malattia”.
L’ufficio vertenze della Cgil sta anche verificando le buste paga, non trovando spiegazione riguardo ad alcune voci. “Infine – conclude la Crocè – è puerile e patetica l’affermazione secondo la quale la Fp Cgil agirebbe in tal modo perché la cooperativa proviene dalla provincia di Catania. Se il presidente Cutuli è affetto da sintomi di frustrazione in quanto catanese non è un problema che ci riguarda, non stiamo giocando una partita di calcio. Non è il derby Messina–Catania. Le cooperative possono venire anche da New York ma non possono calpestare i diritti e le norme contrattuali”.
