Geologia ed evoluzione dei laghi di Capo Peloro

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sabato 24 Giugno 2017 - 06:34

E’ stato posto l’accento sulla difficoltà di gestire una realtà composita nella quale insistono competenze di parecchi Enti e l’esigenza di trovare un punto di mediazione per conciliare interessi, apparentemente contrapposti, come la tutela dell’ambiente e della straordinaria biodiversità con le attività economiche e la forte antropizzazione dei luoghi

"Habitat ad elevata biodiversità – un patrimonio naturalistico da valorizzare". E' il sottotiolo del convegno sulla riserva naturale orientata “Laguna di Capo Peloro” dal titolo “Geologia ed evoluzione del sistema lagunare, che si è svolto stamani a palazzo dei Leoni.

La segretaria generale della Città Metropolitana di Messina, gestore dell’area protetta, Maria Angela Caponetti, ha sottolineato l’impegno dell’Ente nelle tre aree protette gestite dall’ex Provincia: la laguna di Capo Peloro, la riserva delle Felci e dei Porri di Salina e quella dei laghetti di Marinello, oltre alle competenze di monitoraggio e tutela dell’ambiente su tutto il territorio provinciale.

Al centro degli interventi dei relatori, gli aspetti paleogeografici dello Stretto di Messina che, come evidenziato da un recente studio dell’Enea, fino a ventimila anni fa era un istmo, che nel periodo del disgelo con la violenta tracimazione delle acque da un mare all’altro è stato eroso, arrivando rapidamente ad assumere l’aspetto attuale. In tale periodo gli esperti ipotizzano la nascita della laguna, come depressione creata da un movimento tellurico. E’ stato quindi posto l’accento sulla difficoltà di gestire una realtà composita nella quale insistono competenze di parecchi Enti e l’esigenza di trovare un punto di mediazione per conciliare interessi, apparentemente contrapposti, come la tutela dell’ambiente e della straordinaria biodiversità con le attività economiche e la forte antropizzazione dei luoghi. Un altro argomento di particolare interesse e problematicità evidenziato dalle relazioni è stato il monitoraggio delle acque; in modo particolare è stata evidenziata la necessità di controlli costanti per un’azione pronta ed efficace. I lavori coordinati dalla dott.ssa Domenica Lucchesi, dell’Arpa Sicilia, sono stati conclusi dalla dott.ssa Maria Letizia Molino, direttrice delle riserve naturali e dell’ing. Armando Cappadonia, dirigente del settore ambiente, che hanno sottolineato che la tutela dell’ambiente debba essere attuata oltre che attraverso i controlli e, ove necessario, la repressione, soprattutto con il coinvolgimento della gente.

L’Avv. Maria Angela Caponetti,

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