Servizi a domanda individuale, Ivana Risitano e CMdB prendono le distanze da Signorino ma…

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Servizi a domanda individuale, Ivana Risitano e CMdB prendono le distanze da Signorino ma…

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martedì 16 Febbraio 2016 - 15:31

L’esponente del Civico Consesso ed il Movimento che rappresenta in Aula si dicono preoccupati per la delibera predisposta dall'Assessore al Bilancio con la quale è stato chiesto a ciascun dirigente di garantire il recupero del 36% sui singoli servizi. Quel provvedimento , però, è già stato modificato

In vista della seduta della VI commissione consiliare , che si terrà domani con all’ordine del giorno le problematiche relative al vincolo di compartecipazione in misura del 36% dei servizi a domanda individuale, interviene la consigliera di “Cambiamo Messina dal Basso” Ivana Risitano, che prende le distanze dalla assessore al bilancio Guido Signorino .

L’esponente del Civico Consesso ed il Movimento che rappresenta in Aula si dicono preoccupati per la delibera predisposta dall'Assessore al Bilancio con la quale è stato chiesto a ciascun dirigente di garantire il recupero del 36% sui singoli servizi.

Ivana Risitano ed il Movimento “Cambiamo Messina dal Basso ricordano che «stante l'attuale normativa, il raggiungimento del 36% non riguarda il singolo servizio, ma la media di tutti i servizi sottoposti a questo vincolo». Ne discende, quindi, che «l'amministrazione può dunque scegliere come distribuire le percentuali del recupero, spostando risorse dai servizi più redditizi (i mercati, ad esempio, o la concessione degli stadi per eventi musicali) a quelli dove il recupero risulta pressoché impossibile (asili nido, mense scolastiche, campi sportivi popolari) a meno che non si alzino le tariffe ad un livello difficilmente sostenibile da molte delle fasce di popolazione a cui questi servizi sono destinati».

La consigliera Risitano e gli altri adepti del Movimento ritengono che «in accordo con la normativa nazionale (36% come risultato della sommatoria degli introiti di tutti i servizi sottoposti al vincolo), l'Amministrazione debba fare una profonda riflessione politica alla luce della quale proporre una distribuzione delle percentuali sui singoli servizi, e revocare la delibera del 29 dicembre 2015 o predisporre una circolare che metta i dirigenti in condizione di predisporre tariffe più basse, soprattutto per le fasce più svantaggiate, senza il timore di farsi responsabili di un danno erariale».

«Non si tratta, è evidente, di una mera operazione contabile: la scelta della distribuzione delle percentuali è fortemente politica, e richiede un dibattito partecipato e scelte coraggiose e condivise» continua il documento.

La delibera a cui fa riferimento la consigliera Risitano è la n. 787 del 29 dicembre 2015. Tuttavia, quel provvedimento è stato integrato con la delibera n.3 dello scorso 11 gennaio, con la quale è stato precisato che la percentuale del 36% era da intendersi complessivamente e non per ciascun servizio. Contrariamente a quello del 29 dicembre, il provvedimento non è stato presentato da Signorino ma direttamente dal sindaco Renato Accorinti, dopo essere stato predisposto dal segretario/direttore generale Antonio Le Donne, che ne anche ha attestato anche la regolarità tecnica.

2 commenti

  1. La delibera 787,istruita da CAMA,è del 29 dicembre 2015,mentre la nota del Dipartimento Affari Interni e Territoriali è del 14 settembre, è evidente che l’ufficio del ragioniere non è attento alle note ministeriali. La modifica è di LE DONNE. La nota del Ministero si è resa necessaria dopo i tanti quesiti posti dai sindaci e una deliberazione della Corte dei Conti. Basta il piano esecutivo di gestione, il PEG 2016, per diversificare le % di cui si parla? A mio modesto avvisò, SI. Il PEG è uno strumento di programmazione dell’indirizzo politico della Giunta, valido più di una delibera di indirizzo. A proposito, quel Dipartimento Ministeriale ci deve ancora trasferire più di 71mln del Fondo Comunale relativo al 2015, vorrei sapere il perché.

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  2. La delibera 787,istruita da CAMA,è del 29 dicembre 2015,mentre la nota del Dipartimento Affari Interni e Territoriali è del 14 settembre, è evidente che l’ufficio del ragioniere non è attento alle note ministeriali. La modifica è di LE DONNE. La nota del Ministero si è resa necessaria dopo i tanti quesiti posti dai sindaci e una deliberazione della Corte dei Conti. Basta il piano esecutivo di gestione, il PEG 2016, per diversificare le % di cui si parla? A mio modesto avvisò, SI. Il PEG è uno strumento di programmazione dell’indirizzo politico della Giunta, valido più di una delibera di indirizzo. A proposito, quel Dipartimento Ministeriale ci deve ancora trasferire più di 71mln del Fondo Comunale relativo al 2015, vorrei sapere il perché.

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