Una poltrona per cinque. Primo dibattito pubblico per gli aspiranti rettore

Una poltrona per cinque. Primo dibattito pubblico per gli aspiranti rettore

Emma De Maria

Una poltrona per cinque. Primo dibattito pubblico per gli aspiranti rettore

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sabato 02 Febbraio 2013 - 17:14

In occasione del terzo congresso provinciale Cisl – Università di Messina, nel corso del quale Maurizio Fallico è stato riconfermato segretario provinciale, i candidati Adriana Ferlazzo, Giovanni Cupaiuolo, Giuseppe Vita ed Antonio Romano Tassone hanno delineato ed evidenziato priorità ed interventi necessari per rilanciare l’istituzione universitaria dello Stretto. Pietro Navarra, impegnato in Senato accademico, è arrivato sul finire

Sebbene la campagna elettorale non sia stata ancora formalmente ufficializzata, il primo incontro pubblico tra i cinque aspiranti candidati alla guida dell’Ateneo peloritano inaugura di fatto la corsa all’ermellino. Questa mattina in occasione del terzo congresso provinciale Cisl – Università di Messina, nel corso del quale Maurizio Fallico è stato riconfermato segretario provinciale, i candidati Adriana Ferlazzo, Giovanni Cupaiuolo, Giuseppe Vita ed Antonio Romano Tassone hanno delineato ed evidenziato priorità ed interventi necessari per rilanciare l’istituzione universitaria dello Stretto. Assente invece all'inizio per il sopraggiungere di importanti impegni istituzionali, oggi si insediava il nuovo Senato Accademico, il professore Pietro Navarra. Tanti gli argomenti che hanno tenuto banco: dalla riforma Gelmini, che ha profondamente mutato gli assetti organizzativi delle università italiane, alla necessità di far ripartire crescita e sviluppo per un territorio che, da troppo tempo, vive una condizione di marginalità ed arretratezza senza tralasciare la spinosa questione legata alla nascita della fondazione universitaria. Giovanni Cupaiuolo, ex preside di Lettere e Filosofia e docente di Letteratura latina, guarda in primo luogo alla centralità del territorio: “Non può non sfuggire ad un attento osservatore come negli anni, in seguito a scelte improvvide e superficiali, sia emersa una profonda frattura tra istituzione universitaria e contesto sociale. Le ragioni possono sintetizzarsi in tre semplici passaggi: caduta di immagine, mortificazione dell’offerta ed assenza di sensibilità rispetto alle necessità del territorio. L’Università rappresenta la principale realtà propulsiva per questo territorio; un legame indissolubile che inevitabilmente trasforma il territorio in bacino di ricaduta tanto per i benefici quanto per gli insuccessi che da questa provengono”. Recuperare la vocazione universitaria diviene dunque, per il direttore del DiCAM la priorità. E nell’ottica di un profondo rilancio per l’Ateneo peloritano, Cupaiuolo guarda con favore Fondazione recentemente istituita: “Si tratta di un’opportunità fondamentale che va saputa cogliere ed attraverso la quale riallacciare e rinsaldare i legami tra università, territorio e società. Occorre però rimanere vigili ed attenti osservatorial fine di evitare pericolose sovrapposizioni tra questa ed attività e prerogative proprie dell’istituzione universitaria”. Adriana Ferlazzo, docente di Fisiopatologia veterinaria ed unica donna in corsa per la poltrona più prestigiosa di piazza Pugliatti, chiama invece, al di là del responso delle urne, ad una sinergica e profonda collaborazione per il futuro dell’Ateneo peloritano: “Grandi sono le responsabilità che graveranno sul nuovo rettore, responsabilità che necessiteranno della collaborazione di tutte le anime che vivono e popolano l’ateneo”. La Ferlazzo, che ripropone la propria candidatura, sottolinea poi l’assenza di politiche a sostegno delle università: “In Italia si investe solo l’1% del PIL nazionale in cultura e formazione – spiega – una scelta destinata a penalizzare produttività e competitività. Rischiamo così di perdere la sfida del futuro ed oggi, invece di potenziare e diversificare qualità della didattica, formazione ed accoglienza, registriamo difficoltà legate al conferimento di borse di studio ed assegni di ricerca. Solo un’alleanza tra corpo docente, personale tecnico – amministrativo, sanitario e comunità studentesca – conclude la Ferlazzo – potrà essere in grado di ripristinare un dialogo con il territorio e consentire così all’università di recuperare il suo innato ruolo di mediatore culturale”. Si sofferma invece sulla riforma Gelmini e sui cambiamenti in capo alla governance degli atenei italiani l’intervento di Antonio Romano docente di Diritto Amministrativo: “Ci accingiamo a vivere, nella qualità di aspiranti rettore, una campagna elettorale diversa che si inserisce all’interno di un cambiamento epocale per l’università italiana. Cambiamento che – sottolinea Romano – dovrà determinare un mutamento di approccio nella governance degli atenei, abbandonando il modello autoritario e centralista sin’ora imperante. L’università, nel chiaro rispetto delle regole, deve essere lo strumento attraverso il quale consentire ad un territorio di proiettarsi fuori dai propri ristretti confini al fine di dialogare, in primo luogo, con le altre realtà accademiche nazionali ed internazionali”. Per Giuseppe Vita, candidato espressione del Policlinico Universitario, il cammino dell’università messinese deve ripartire invece da una profonda analisi introspettiva: “L’università di Messina deve guardare se stessa attraverso un' attenta autocritica, perché i continui mutamenti e le brusche virate, in taluni casi, non ci hanno consentito di raggiungere traguardi importanti”. E sul capitolo Fondazione, Vita precisa: “Si tratta di un’opportunità straordinaria per il nostro Ateneo, come l’esperienza di altre realtà fondative in Italia dimostra; nascita che in alcun modo dovrà però distogliere l’attenzione dai veri problemi dell’università". Sebbene inizialmente fisicamente assente, il professore Navarra ha però affidato ad una nota le sue personali posizioni in merito al futuro dell’Ateneo. Riforma della macchina amministrativa, aumento del fondo per il salario accessorio, impiego del fondo chiamata per i professori di II fascia e rivalutazione dello statuto, al fine di riequilibrare i rapporti tra fondazione e università: sono questi per docente di Economia Pubblica i passaggi cardine dai quali ripartire. E sulla Fondazione lapidario è ancora una volta il commento del ProRettore: “Sarebbe stato corretto ed opportuno – conclude Navarra – al fine di sgombrare il campo da spiacevoli equivoci, che i vertici della neofondazione venissero nominati da nuovi organi accademici”. Certo la campagna elettorale inizierà solo quando verranno indette ufficialmente nuove elezioni, ma le prime battute di questo scorcio di competizione elettorale sono l’antipasto di una corsa all’ermellino dal sapore tutt’altro che scontato. (Emma De Maria)

Un commento

  1. Per la nomina io propongo la più classica delle selezioni; il gioco della sedia. si mettono quattro sedie e quando la musica di ferma chi rimane in piedi viene eliminato e così via….è perlomeno la più credibile.

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