Caso Genovese, no alle richieste dei corsisti "in arretrato", no alla scarcerazione del deputato

Caso Genovese, no alle richieste dei corsisti “in arretrato”, no alla scarcerazione del deputato

Alessandra Serio

Caso Genovese, no alle richieste dei corsisti “in arretrato”, no alla scarcerazione del deputato

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lunedì 23 Marzo 2015 - 23:16

I giudici hanno detto no alla citazione della Regione come parte civile al processo al deputato Pd, il cognato Rinaldi e gli altri imputati accusati della gestione illecita dei fondi destinati alla formazione professionale. Intanto il Riesame ribadisce: Genovese deve restare in carcere.

La Regione Siciliana non sarà chiamata come responsabile civile al processo sul Caso Genovese. Lo ha deciso la Corte che sta celebrando il processo al deputato Francantonio Genovese, il cognato Franco Rinaldi e altre 20 persone alla sbarra per le presunte truffe nella gestione degli enti di formazione Aram, Ancol e Lumen. I giudici hanno detto no ai corsisti che lamentavano di non aver ricevuto la retribuzione riconosciuta per una serie di attività formative e perció hanno chiesto la citazione della Regione, che eroga i corrispettivi agli allievi. La decisione è arrivata ieri alla seconda udienza del processo, nella quale il giudice si è pronunciato sulle altre richieste preliminari: sì alle parti civili, no alle eccezioni delle difese, a cominciare da quella posta dalla difesa di Genovese – l'avvocato Nino Favazzo – che aveva posto il problema dell'incompatibilità del giudice Scolaro. Chiusa la lunga parentesi delle questioni preliminari, nel pomeriggio si è aperto il dibattimento ed è stato chiamato a deporre il perito Barreca, il consulente incaricato dalla Procura di passare in rassegna i conti degli enti. Una deposizione che ha ripercorso il lavoro già finito sotto il fuoco di fila dei difensori nella prima tranche del processo. Si va avanti a metá aprile. Mentre a fine mese si torna in aula per Corsi d'Oro I. Intanto, come anticipato dalla nostra testata la scorsa settimana, il Riesame ha rigettato l'ennesima richiesta di scarcerazione avanzata dal legale di Genovese, l'avvocato Favazzo. Nelle motivazioni,i giudici della Libertà fanno leva su tutte le questioni sollevate dal pm Sebastiano Ardita, dai nuovi "indizi" presentati dalla Procura sul patrimonio all'estero del deputato, passando per le esigenze cautelari. Ancora in piedi, secondo i giudici, soprattutto perché Genovese malgrado l'arresto, l'inizio del processo e il carcere, non si è dimesso dalla sua carica di deputato nazionale. Così come non si è dimesso dalla carica di onorevole regionale il cognato Franco Rinaldi, anche lui imputato. Genovese riveste ancora un ruolo politico qualificato ed effettivo, quindi.

2 commenti

  1. Credo proprio che i soldi non li vedremo mai più!!
    Mentre xxxxxxxxxx xxxxxxxxxxx la bella vita con i soldi dei disoccupati!!

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  2. Credo proprio che i soldi non li vedremo mai più!!
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