Anche i bancari messinesi in protesta, non accadeva da oltre dieci anni

Anche i bancari messinesi in protesta, non accadeva da oltre dieci anni

F.St.

Anche i bancari messinesi in protesta, non accadeva da oltre dieci anni

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giovedì 31 Ottobre 2013 - 15:13

Sportelli chiusi e adesione massiccia alla mobilitazione contro la disdetta del contratti nazionali annunciata dall'Associazione Bancaria Italiana. Volantinaggio a Piazza Cairoli e riflettori anche sulle politiche aziendali che allontanano sempre più gli istituti dalle esigenze della clientela.

In città chiuse tutt le sedi centrali e moltissime filiali degli Isituti di credito, massiccia la partecipazione alla manifestazione nazionale dei bancari che hanno risposto con il 90% dell’adesione alla giornata di mobilitazione indetta dalle federazioni di categoria e i sindacati autonomi, Dircredito, Fabi, Fiba Cisl, Fisac Cgil, Sinfub, Ugl e Uilca Uil. A piazza Cairoli anche un presidio con volantinaggio per spiegare a tutti i cittadini perché la categoria dei bancari è tornata a protestare quasi dieci anni dopo dall’ultima volta.

L'agitazione arriva dopo la decisione dell’Abi, l’Associazione bancaria italiana, di disdire unilateralmente, con un anticipo di tre mesi e mezzo sui termini, il contratto collettivo nazionale dei bancari siglato il 19 gennaio 2012. Scelta motivata dal fatto che quella tipologia di contratto per l'Associazione bancaria è ormai troppo onerosa e con trattamenti non più sostenibili. A rispondere i sindacati che già in queste settimane hanno reclamato più attenzione verso questo settore e i suoi lavoratori anche da parte del Governo. La mobilitazione di oggi potrebbe essere solo l’inizio di una serie di proteste. L’obiettivo è far revocare all’Abi quel provvedimento che non solo penalizza economicamente i lavoratori ma che toglie anche qualsiasi tipo di tutela, minaccia di ridurre ulteriormente l’occupazione, chiudere filiali, precarizzare il lavoro prefigurando un modello di banca sempre più distante dai bisogni della clientela e dalle esigenze del territorio. Senza dimenticare che gli ultimi 10 anni a Messina, ricordano i sindacati di settore, nel settore bancario si sono persi centinaia di posti di lavoro e sia in città che in provincia sono stati chiusi numerosi sportelli con gravi disagi soprattutto per i residenti nei comuni più piccoli.La strada però al momento sembra tutta in salita.

Una protesta, ha spiegato la Fisac Cgil, che vuole accendere anche i riflettori sulle politiche che gli Istituti di credito sono ormai abituate ad adottare. Politiche aziendali che troppo spesso obbligano i lavoratori a dover a tutti i costi “piazzare” servizi e prodotti diversi, quasi alla stregua di venditori. In questo modo, ha spiegato il sindacato, si rischia di compromettere ed esasperare il rapporto tra clienti e operatori.
“La corale reazione dei bancari messinesi è l’inevitabile reazione alle gravissime scelte portate avanti dai massimi vertici delle banche – ha asserito Carmelo Chitè (Fisac/CGIL) – che invece dovrebbero riflettere sulla inadeguatezza e incapacità di costruire strategie e politiche a sostegno dell’economia e della ripresa”. 
 
“Non ci fermeremo e proseguiremo senza sosta la lotta per la difesa dei diritti dei bancari – ha proseguito Antonio Mangraviti (Fiba/CISL) – poiché lo Sciopero odierno è soltanto la prima tappa di un lungo percorso finalizzato, esclusivamente, alla tutela e alla salvaguardia delle conquiste dei lavoratori, oggi, pericolosamente sotto attacco”.
       
“Il vergognoso disegno dell’Abi è miseramente fallito – ha affermato Ivan Tripodi (Uilca/UIL). Le banche e i banchieri, minando gli elementari principi costituzionali, vorrebbero cancellare i diritti fondamentali dei lavoratori, come quella del Contratto collettivo, ma hanno trovato, anche a Messina, una ferma e inequivocabile risposta che lascia poco spazio alle loro puerili alchimie. Del resto, i banchieri sono personaggi che incassano emolumenti stratosferici e immorali, a fronte dei palesi fallimenti delle loro attività.”.

La crisi economica non risparmia dunque neanche le banche, o meglio i suoi lavoratori. Le proteste potrebbero anche continuare.

F.St.

7 commenti

  1. Se adesso protestano pure i bancari – categoria di “benestanti” per definizione – vuol dire che siamo proprio ….alla frutta.

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  2. ma sapete quanto ce ne può fregare che vi hanno disdetto il contratto anticipatamente? una beata cippa! quando voi non accettate le richieste di prestito, finanziamento, non erogate mutui, applicate interessi ai limiti delle soglie, lavorate il nostro denaro e ci chiedete pure le spese, fate passare tempo prezioso, fate il bello e il cattivo tempo… ma sapete quanto ce ne può fregare????

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  3. Quando piove piove per tutti!

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  4. E’ finita la pacchia.
    Tutti raccomandati di ferro, ognuno con i suoi padrini politici.
    Adesso si lamentano per il contratto denunciato dalla controparte.
    Embe?
    Almeno potete minimamente immaginare ciò che hanno provato coloro che, meritevoli e preparati, si sono visti soffiare il posto di lavoro da voi.
    Ci sono migliaia di ettari abbandonati.
    Andate a zappare.

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  5. Grazie per la solidarietà e la comprensione nei confronti di chi lavora fuori sede otto ore al giorno e non ha la benché minima autonomia decisionale relativamente a quanto da te sostenuto e si limita a guadagnarsi il pane onestamente obbedendo alle direttive impartite dall’alto, rispettando sempre e aiutando il cliente che ha davanti. Grazie e scusa se esistiamo

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  6. Una buona notizia! Anche le banche, da sempre istituti che lucrano sulle spalle delle povere persone e che spesso ne decretano la vita o la morte, sono in difficoltà. Molte persone scenderanno dal piedestallo su cui, fino ad ora, sono stati collocati e la finiranno di vessare chi, malauguratamente, si è fidato di loro.
    Eppure mi sorge una domanda: ma se lo Stato Italiano e la BCE viene sempre in aiuto di questi “poveracci”, come mai ora si trovano in questa situazione? Forse per gli esorbitanti stipendi che vengono distribuiti a dipendenti e manager oppure perchè hanno tartassato i loro clienti che ora non possono restituire i soldi?
    Comunque sia, occhio per occhio, dente per dente…

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  7. …ma va’ ai giardinetti che è meglio!!!
    Prima che qualche impiegato (non banchiere!!!) di banca ti riconosca da dietro il pc e ti faccia passare a valja di dire fesserie…
    Caro george (“G” come g-iornalaio).

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