Come uscire dal pantano risanamento? L’ex-commissario Iacp Laface propone la sua “ricetta”

Come uscire dal pantano risanamento? L’ex-commissario Iacp Laface propone la sua “ricetta”

Come uscire dal pantano risanamento? L’ex-commissario Iacp Laface propone la sua “ricetta”

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domenica 12 Febbraio 2012 - 17:26

Il coordinatore provinciale di Futuro e Libertà afferma: “Per affrontare i problemi andare oltre il risanamento della legge 10/90”

Le ultime vicende che hanno interessato la macchina, purtroppo “ingolfata” del risanamento cittadino, spingono l’ex-commissario dello Iacp, Giuseppe Laface, da poco sostituito da Verenando Lo Conti, a proporre un’analisi a 360 gradi su quale sia la linea da seguire per cercare di ripartire con la marcia giusta. Laface che, lo ricordiamo, è anche il coordinatore provinciale di Fli, evidenzia però di stare parlando come cittadino messinese e come segretario di un partito politico che vuole dire la propria sul presente e, soprattutto, sul futuro di questa città. D seguito la “ricetta” di Laface.

«Credo sia giunto il momento in cui seriamente riflettere ed aprire un serio confronto tra le forze politiche e quelle sociali, sulle prospettive future del risanamento delle aree degradate di Messina. In una parola occorre prendere atto che e' necessario andare "oltre" la legge sul risanamento ed i piani di risanamento. E occorre farlo innanzitutto con la consapevolezza che i fondi del Risanamento sono praticamente esauriti e che, con le attuali difficoltà finanziare, non è concretamente immaginabile sperare in un rifinanziamento a breve termine. Inoltre, non puo' non prendersi atto che anche i piani urbanistici di risanamento fotografano una realta' di oltre venti anni fa. La citta'e' cambiata, le esigenze pure e le prospettive devono inseguire il futuro e non arrancare sul passato. In primissimo luogo quindi occorre completare i cantieri in corso (e sono tanti) con tutte le problematiche che si trascinano dietro (ricorsi giudiziari, fallimenti, inadempimenti, ritardi dei lavori e ritardi burocratici), appaltare le ultime gare e dopodiché individuare una prospettiva seria per il futuro. Occorre abbandonare la tattica politica di schieramento, che ha mirato sino ad oggi solo a evidenziare le contrapposizioni tra il governo della città e quello della regione ed individuare una prospettiva strategica per il futuro della citta'. Ed e' la politica ed i partiti politici in modo particolare che, ad un anno o meno dalle elezioni amministrative, hanno il dovere di ridisegnare una strategia sul futuro complessivo della città e, quindi, anche del suo risanamento. E, quest’ultimo, deve cambiare radicalmente la prospettiva per diventare motivo di reale valorizzazione del territorio, prevedendo possibilità di interventi che siano nello stesso tempo di social housing, di riqualificazione urbana e magari opportunita' di attrazione per capitali privati. In primo luogo quindi, occorre riconsiderare anche le scelte urbanistiche ormai per certi versi anacronistiche, superare i vecchi ambiti di risanamento e mutare radicalmente la prospettiva, disegnando un nuovo progetto di città ed adeguandolo alle mutate condizioni territoriali e strategiche, ancorché finanziarie. Occorre andare oltre e ridisegnare l'assetto urbanistico di alcuni quartieri, permettendo di realizzare nello stesso tempo interventi che assolvano all'esigenza di risanare, che comportino riqualificazione urbanistica e, perché' no, costituiscano occasione di sviluppo economico. Tanti interventi potrebbero infatti riguardare zone importanti della città, penso ad esempio alla zona di Fondo Saccà, al Rione Taormina, a Fondo Fucile ed a Bisconte. Tutte superfici disponibili perché di proprietà pubblica, strategiche perché in zone importantissime della città e, cosa molto importante, con nessun “consumo” di ulteriore territorio perché già edificate e da risanare. Ipotizzando un percorso virtuoso, si potrebbe intervenire aprendo ai capitali privati, in partenariato tra pubblico (Comune ed Iacp proprietario delle aree) ed investitori privati. In queste zone, oltre agli alloggi di risanamento, si potrebbero realizzare anche alloggi a canone calmierato (cd edilizia convenzionata), opere di urbanizzazione secondaria pubbliche o private e volumi commerciali. Se sino ad oggi, si è progettato con il solo obiettivo di ottenere il finanziamento regionale, da adesso, a mio modesto avviso, occorre progettare con altri obiettivi, che devono travalicare l’imprescindibile esigenza di risanare e contribuiscano a disegnare un nuovo progetto di sviluppo urbano. E’ questa a mio avviso la scommessa che la politica messinese deve proporsi sin da subito e ad un anno dal rinnovo del governo della città. Quanto alla problematica cogente delle occupazioni abusive, faccio sommessamente rilevare come io stesso ebbi modo di lanciare il grido d'allarme nella scorsa primavera, allorquando vi era stata una degenerazione del fenomeno e l'Istituto era quotidianamente preso d'assalto da decine di famiglie in cerca di casa con un coincidente quanto strano aumento di occupazioni abusive. Ricordo in particolare un episodio quando un fine settimana per "proteggere" un alloggio liberatosi nel rione giostra, fu fatto ricorso alla vigilanza privata. Fu in seguito alle mie segnalazioni all'Autorita' Giudiziaria ed al Prefetto che si inizio' a prendere effettiva conoscenza della portata del fenomeno e delle difficolta' operative relativamente all'esecuzione degli sgomberi. L'unico segnale che le Autorita' e le Istituzioni Pubbliche devono dare e' quello del rispetto della Legge. L'occupante abusivo deve sapere che non riuscira' a conservare la casa e, peggio non potra' averne una se si macchia di reato. A tal proposito, la politica non puo', consapevolmente o meno, lanciare messaggi che in fondo occupare un immobile per necessita' non e' un disvalore o peggio, citando a sproposito precedenti giudiziari, che non e' reato. Infine, mi sia consentita una precisazione in relazione al completamento degli alloggi di Saponara, Villafranca e San Giovannello. Sin dal mio primo insediamento all'Iacp, ebbi modo di occuparmi di queste incompiute, che per me hanno rappresentato l'immagine plastica del malfunzionamento del sistema di realizzazione delle OOPP, con i soliti contenziosi, fallimenti e problemi progettuali. Di questi cantieri quasi ventennali abbandonati ho cercato di venirne a capo. Verificato che non vi era alcuna possibilita' di ottenere il rifinanziamento da parte della regione o dello stato, ho individuato la possibilita' di finanziare il recupero ed il completamento con fondi propri dell'Istituto. Ho dato mandato agli uffici di redigere dei progetti di recupero ed i primi due, proprio quelli di Saponara sono stati approvati e finanziati negli ultimi mesi del 2011 con le mie delibere n. 48 del 16/9/2011 e 54 del 20/10/2011, con un impegno finanziario di circa 4,7 mln di euro».

Il Coordinatore Provinciale di Futuro e Libertà

Giuseppe Laface

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