Sicilia, mafiosi o antiracket: all'estero c'è una guida per tutto

Sicilia, mafiosi o antiracket: all’estero c’è una guida per tutto

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Sicilia, mafiosi o antiracket: all’estero c’è una guida per tutto

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lunedì 09 Dicembre 2013 - 06:59

In Inghilterra esce l'elenco degli esercenti che hanno detto no al pizzo. In Polonia, invece, tra i siciliani illustri spuntano i capimafia

Nel bene e nel male, mafia e Sicilia vanno ancora saldamente a braccetto, all'estero. Sia in senso positivo, appunto, visto che le così dette "pagine gialle pizzo feee" hanno raggiunto quest'anno quota mille voci. Ma anche in senso negativo, visto che in Polonia, invece, una guida turistica inserisce tra i siciliani illustri Totó Riina e Bernando Provenzano. Così, se anche quest'anno esce la guida inglese ai locali e agli operatori economici che hanno aderito ai movimenti antiracket, con un elenco di mille imprenditori tra Sicilia, Calabria e Puglia, nella cittadina polacca di Gliwice va in stampa un libricino che dedica poche righe a Salvatore Quasimodo, qualche capoverso a Tomasi di Lampedusa, poi un intero capitolo alla mafia con mezza pagina su Binnu La Belva e Totó U Curtu. È ancora presto per misurare il ritorno di immagine e in termini di flusso turistico di questa quanto meno infelice iniziativa polacca. Ha già dato frutti in passato, invece, la guida turistica stampata dall'ambasciata britannica in Italia degli operatori che hanno deciso di non pagare il pizzo, e dichiararlo. Giunta alla terza edizione, la pubblicazione ha raggiunto per il 2014 quota mille, appunto. Ed è in preparazione l'analoga stampa in tedesco.(Al.Ser.)

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