L'universo nascosto delle partecipate "minori", il Comune decide chi resta e chi sparisce

L’universo nascosto delle partecipate “minori”, il Comune decide chi resta e chi sparisce

Francesca Stornante

L’universo nascosto delle partecipate “minori”, il Comune decide chi resta e chi sparisce

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giovedì 21 Agosto 2014 - 23:24

Nettuno spa, Polisportiva spa, Stu Tirone, Innovabic, Feluca. Sono le partecipate di Palazzo Zanca di cui si parla meno, visti i costanti problemi delle sorelle maggiori (Atm, Messinambiente, Ato e Amam). Pesano però sulle sorti del Comune, ecco la fotografia esatta della loro condizione.

Alcune saranno eliminate definitivamente, altre totalmente potenziate e rimodulate. Un dato è certo: è necessario e urgente fare ordine nell’intricato pianeta delle società partecipate del Comune di Messina, fardello che negli anni ha contribuito ad affossare l’economia di Palazzo Zanca. Alle partecipate è stata dedicata un’ampia parte del Piano di riequilibrio decennale varato dalla Giunta Accorinti alla vigilia di Ferragosto. E nel calderone non ci sono solo quelle note, cioè Messinambiente, Ato3, Amam e Atm (azienda speciale), ma anche tutte quelle partecipate più piccole di cui in realtà si parla poco e che però hanno pesato negativamente sulla gestione economica del Comune. Come si legge nel Piano “negli anni scorsi la gestione delle partecipate ha visto il ripetersi di uno schema dal negativo impatto finanziario”. Da qui le azioni dell’amministrazione che in prima battuta ha rinnovato i vertici delle partecipate che evidenziavano maggiori problemi (Atm, Messinambiente) e poi ha avviato un’analisi dettagliata su ogni società per avere una fotografia chiara della effettiva massa debitoria.

Il progetto a lungo termine resta sempre quello di istituire una società multiservizi in cui concentrare funzioni e attività, oggi però era necessario prima di tutto avere il quadro chiaro. Vediamo dunque nel dettaglio la situazione attuale di ogni singola partecipata “minore”. (Per Atm, Messinambiente, Ato3 e Amam vedi articolo correlato).

“Nettuno SpA”, società mista a capitale pubblico-privato sorta per la realizzazione di un porticciolo turistico in città. L’amministrazione scrive nel Piano che “il progetto tecnico appare non prioritario ed ambientalmente poco sostenibile, mentre l’intero procedimento risulta viziato da alcuni aspetti che hanno dato luogo a richieste da parte di privati esterni che, nella valutazione congiunta della componente proprietaria pubblica (Provincia Regionale di Messina e Comune di Messina) appaiono di natura temeraria e totalmente infondate in linea sia di fatto che di diritto. In assenza di detta causa, la società sarebbe già stata sciolta, cessando nelle sue attività, atteso che le somme necessarie per la sua chiusura sono già da tempo impegnate nel bilancio del Comune e disponibili”. Società che dunque dovrebbe essere pronta a sparire.

“Polisportiva SpA”, società a totale partecipazione del Comune che, nata con la finalità di gestire gli impianti sportivi di proprietà comunale, non ha mai operato nel raggiungimento dello scopo sociale. Avviata a liquidazione, non si è mai pervenuti ad alcuna reale attività consequenziale. L’amministrazione ha provveduto a nominare nuovo liquidatore il dipendente comunale Santi Saja e l’ultima assemblea della società ne ha deliberato lo scioglimento. In questi mesi l’esperto a titolo gratuito, oggi in pole position nel ruolo di presidente dell’Amam, Leonardo Termini ha gestito le transazioni con i creditori, ottenendo una significativa riduzione delle esposizioni e concordando i termini per la chiusura dei rapporti; le relative cifre dovranno essere inserite nel bilancio 2014 del Comune.

“Innovabic SpA”, società a capitale pubblico (altri soci: Provincia Regionale di Messina, Università di Messina). Si sono avviate intese con l’Università (la Provincia, Ente in scioglimento, ha in corso la dismissione delle proprie quote sociali) per una profonda ristrutturazione della società, ma con una drastica riduzione delle spese di gestione (compensi degli amministratori, fitto dei locali, spese del personale). La società, dietro apposito contratto di servizio, dovrà svolgere compiti di facilitazione all’utilizzo dei fondi europei, mettendo a frutto le importanti professionalità presenti nel campo sia della progettazione che della gestione e rendicontazione dei fondi e trovando nella capacità di intercettazione dei finanziamenti le risorse per il proprio sostentamento. La società potrà dunque agire anche come strumento di raccordo tra più soggetti istituzionali (Comune, Università, ma anche C.N.R., Autorità Portuale, …) e supportare le strategie di innovazione e di infrastrutturazione, incrementando la capacità della città di attivare e gestire le risorse europee, nazionali o sovranazionali. Tale funzione appare particolarmente utile e strategica in vista dell’attivazione delle funzioni di Città Metropolitana per Messina. Qualora tale opzione strategica dovesse risultare di difficile attuazione, il Comune uscirebbe dalla partecipata o ne favorirebbe lo scioglimento.

STU-Tirone SpA”, società di trasformazione urbana mista pubblico-privata, con maggioritaria partecipazione privata, avviata nel 2001 per operare interventi di riqualificazione in un quartiere storico, centrale e degradato della città (il quartiere Tirone). Nel Piano l’amministrazione spiega di aver rilevato nel progetto elaborato “forti criticità urbanistiche e un eccessivo appesantimento di traffico in una zona centrale, nevralgica e già sufficientemente congestionata”. In questi mesi il Comune ha provveduto a rinnovare la sua rappresentanza in Cda e la Presidenza della società, nominando Presidente l’avv. Marcello Parrinello e dando precisi indirizzi rispetto alla valutazione dei bilanci ed alle economie da apportare. In sede assembleare sono state contestate le appostazioni di debiti della società per attività di progettazione, con conseguente mancata approvazione del bilancio di esercizio chiuso al 31 dicembre 2012. L’obiettivo dell’amministrazione è quello di ricondurre l’attività della “STU-Tirone SpA” ad attività di riqualificazione del quartiere, previo recupero delle necessarie provviste finanziarie. Ove le risorse non fossero disponibili o sufficienti, l’Amministrazione ritiene di dover rivalutare l’opportunità di mantenimento in essere della società.

“Feluca SpA”, società mista in liquidazione, con partecipazione maggioritaria privata (il socio privato è però posto in liquidazione fallimentare; la componente pubblica è suddivisa tra Comune di Messina e Provincia Regionale di Messina). La società è nata per la gestione di servizi informatici e di attività di comunicazione del Comune. A seguito di problematiche legate alla gestione degli affidamenti, le attività per il Comune sono cessate nel 2011 e la società (dato anche il fallimento del socio privato) è stata posta in liquidazione. A marzo 2011, il Consiglio Comunale ha determinato di costituire una “newco” (in forma di srl) a totale partecipazione pubblica (socio partecipante: Provincia Regionale di Messina, che – a sua volta – ha deliberato in maniera analoga) che rilevasse il ramo d’azienda per la gestione di servizi informatici, decisione che è stata riconfermata dal Consiglio nell’aprile 2013. Lo sforamento del patto di stabilità interno nel 2011 e nel 2012 non ha consentito di dare esecuzione alla delibera. In questi mesi però l’amministrazione Accorinti ha impiegato i 17 lavoratori ex Feluca in attività di supporto all’attività di riscossione dell’Ente, affidando loro in via sperimentale un servizio di gestione e efficientizzazione delle banche-dati dell’Ufficio Tributi e delle Politiche della Casa. “L’azione –scrive l’amministrazione- si è rivelata particolarmente efficace: in soli venti giorni di attività i servizi resi dalla partecipata tramite l’incrocio tra le banche dati del Comune (Anagrafe, Anagrafe Tributaria) e del Catasto Urbano hanno consentito di procedere al controllo di 825 posizioni per i ruoli Tarsu-Tares, da cui sono scaturiti 270 accertamenti per un totale di 806.851,00 Euro ed al controllo di 140 posizioni dichiarato-versato sui ruoli ICI-IMU da cui sono scaturiti 64 avvisi di accertamento per un totale di 991.352,00 Euro. Se sommiamo a tali cifre l’importo di 185.000,00 Euro accertati per il Dipartimento Politiche della Casa (fitti attivi), risulta in venti giorni di attività un accertamento complessivo pari a circa 2 milioni di Euro”. Per tutti questi motivi l’amministrazione è intenzionata a dar corso alle delibere di Consiglio per creare la famigerata “newco”. Secondo il Piano mettendo in campo questa azione si procederà di conseguenza al potenziamento di attività degli uffici che gestiscono entrate per l’Ente (Ufficio Tributi, Politiche per la Casa, Patrimonio, Edilizia) al fine di consentire una efficace strategia di lotta all’evasione fiscale e la centralizzazione ed unificazione dei servizi informatici dell’Ente, favorendo la connessione tra i differenti servizi e la comunicazione tra questi e la Ragioneria.

Scorrendo l’elenco dunque l’amministrazione è assolutamente certa di dare un futuro agli ex Feluca e creare la newco. STU Tirone e Innovabic dipendono dai risultati che produrranno e dalle risorse economiche disponibili, se non ci saranno le giuste condizioni saranno sciolte. Si dovranno avviare alla fine Nettuno spa e Polisportiva spa, per loro sembra avvicinarsi il momento di scendere dal carrozzone delle partecipate.

Francesca Stornante

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