Differenziata: Messina è 284° nella classifica dei Comuni siciliani

Differenziata: Messina è 284° nella classifica dei Comuni siciliani

Francesca Stornante

Differenziata: Messina è 284° nella classifica dei Comuni siciliani

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sabato 14 Aprile 2018 - 06:00

La Regione ha premiato i Comuni virtuosi, ma Messina guadagna un posto nella parte bassa della classifica, anche se fa meglio di Catania e Palermo. Ecco tutti i dati. E intanto a Palermo pronto il piano stralcio per una nuova gestione dei rifiuti.

La raccolta differenziata in Sicilia sembra essere partita, ci sono Comuni virtuosi che hanno addirittura superato il 70% della differenziata, le città più grandi invece non solo continuano a occupare i posti bassi della classifica, ma trascinano verso il basso anche chi ha imboccato la strada giusta. Ed è da qui che ci si dovrà muovere. E’ questo il quadro emerso dalla cerimonia che la Regione ha voluto mettere in piedi per premiare i Comuni virtuosi. Il presidente Nello Musumeci ha voluto riconoscere la buona amministrazione di sindaci, assessori, funzionari e aziende di gestione dei rifiuti dei comuni virtuosi in Sicilia, ci sono tanti esempi che devono diventare modello e ci sono anche quei numeri ancora troppo bassi che devono imporre non solo attente riflessioni ma anche la base su cui impostare le prossime azioni. Perché una cosa è certa: la Sicilia non ha più molto tempo per fare i conti con la sua spazzatura.

Nella classifica dei 390 comuni siciliani, Messina guadagna solo la posizione 284 con il suo 14,26% di differenziata. Un posizionamento basso che però spicca per esempio rispetto alle altre due città metropolitane che si trovano diverse caselle più in basso: Palermo si piazza 300° posto, Catania addirittura al 321. Meglio di Messina solo Ragusa (268) e Caltanissetta (279). Bassifondi della classifica per tutte le altre siciliane. Il confronto con i peggiori però di certo non aiuta a migliorare. Bisognerebbe invece guardare a quei 37 comuni che hanno superato la soglia del 65% di raccolta differenziata prevista per legge o anche ai 71 che si attestano tra il 50% e il 65%. La provincia di Messina ha tanti esempi positivi e in questa premiazione hanno fatto la parte del leone S. Teresa di Riva e Rometta, arrivate rispettivamente in nona e tredicesima posizione, ma hanno dimostrato grandi risultati anche Brolo (21), Torregrotta (27), Villafranca Tirrena (42), Furnari (43), San Filippo del Mela (49), Mazzarrà S. Andrea (65) ,Terme Vigliatore (69), Tripi (77), Tusa (88), Montalbano Elicona (90), Spadafora (94), San Pier Niceto (108), tutti Comuni che si attestano sopra il 50% di differenziata.

E da questo quadro adesso si sta muovendo il governo di Nello Musumeci. L’assessore Alberto Pierobon ha già depositato il Piano stralcio dei rifiuti che è già stato approvato dalla giunta regionale. Il presidente della Regione ha assicurato che il Piano completo sarà pronto entro dicembre 2018. L’obiettivo di questo piano stralcio è quello di individuare gli interventi più urgenti e di sostenere la raccolta differenziata attraverso l’impiantistica minima, necessaria e sufficiente in questa di fase di transizione. Scartata l’ipotesi termovalorizzatori, entro il 2023 si punta a portare la differenziata alla famigerata percentuale del 65%, che si doveva raggiungere già da parecchi anni. Uno degli aspetti più importanti è che questo piano, curato da Aurelio Angelini consigliere del presidente della Regione per le politiche ambientali, sbloccherà intanto mezzo miliardo di euro di risorse per impianti e bonifiche delle discariche, quindi fondi che potranno essere a breve messi a disposizione di interventi essenziali nel settore. Per esempio si prevede che nelle nove province ci sia almeno una discarica pubblica e almeno un grosso impianto di compostaggio e di selezione con uno schema sulla base del fabbisogno generato, valutando ovviamente se fare nuovi impianti o utilizzare quelli esistenti, adattandoli alle esigenze. E in città potrebbe essere il nuovo impianto di Pace ancora chiuso e inattivo a rappresentare il cambio di passo per i rifiuti messinesi.

La Regione vuole dunque tornare a pianificare e controllare un settore che negli ultimi anni è stato gestito sempre e solo all’insegna dell’emergenza. E su questa linea non c’è solo il piano stralcio nell’agenda di Musumeci, ma anche la decisione di riaprire al più presto la discussione sulla legge di riforma delle struttura di governance del sistema dei rifiuti, in questo momento regolato dalla Legge 9 del 2010. Come aveva detto fin da subito Musumeci, si proverà ad optare verso una gestione organizzata su bacini provinciali che dovranno essere nelle condizioni di essere autonomi sia sotto il profilo dell’impiantistica che sul fronte della vera e propria gestione organizzativa.

La strada insomma è lunga anche se un percorso è stato tracciato. Adesso servono le azioni.

Francesca Stornante

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