La parabola discendente di Antonio Ruggeri: da uomo "al potere" a uomo solo

La parabola discendente di Antonio Ruggeri: da uomo “al potere” a uomo solo

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La parabola discendente di Antonio Ruggeri: da uomo “al potere” a uomo solo

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martedì 22 Gennaio 2013 - 18:18

Nelle intenzioni di Ruggeri, quell’autoliquidazione firmata un attimo prima di chiudere per sempre la porta dell’Ato voleva probabilmente essere l’ultimo atto di forza, ma si è rivelato un atto di arroganza e di ingenuità.In allegato, l'articolo sugli arresti domiciliari

Capo di Gabinetto; Presidente, Amministratore delegato e poi anche commissario liquidatore dell’Ato3; Direttore del Polo Catastale; responsabile dell’Ufficio Commissariale del Soggetto attuatore. In mezzo vari incarichi professionali , molti di matrice politica. Per molto tempo, Antonio Ruggeri è stato investito di un potere a cui forse nemmeno lui ambiva inizialmente. La sua ascesa è stata “benedetta” dall’ex sindaco Giuseppe Buzzanca, che più di ogni altro gli ha dato, per poi togliergli tutto, sino a rinnegarlo pubblicamente, definendolo uomo imposto dall’ex compagno di partito Nino Beninati.

Prima lo ha mandato via dall’ Ufficio commissariale, sostituendolo con Giovanna Famà, poi non ha battuto ciglio quando i suoi fedelissimi lo ha hanno via via emarginato, e nei fatti spodestato delle sue funzioni, tanto da costringerlo a rassegnare le dimissioni da commissario liquidatore dell’Ato3. Dimissioni che alla società d’ambito sono costate 136 mila euro e a Ruggeri gli arresti domiciliari (vedi correlato).

Nelle intenzioni di Ruggeri, quell’autoliquidazione firmata un attimo prima di chiudere per sempre la porta dell’Ato voleva probabilmente essere l’ultimo atto di forza da sbattere in faccia a chi lo aveva messo su un piedistallo e poi lasciato cadere giù, senza protezione. Si è rivelato, invece, un atto di arroganza ma anche di ingenuità, come spesso capita a chi ha avuto troppo, troppo velocemente e senza troppi meriti.

Da uomo al “potere”, oggi Ruggeri è un uomo solo, che dovrà fare i conti con i suoi eventuali sbagli e pagare un prezzo molto alto. Da quantificare non economicamente ma umanamente. Chissà se ne valeva davvero la pena . (Danila La Torre)

9 commenti

  1. per un milione di euro (circa quanto ha incassato lui durante l’amministrazione Buzzanca), un paio di giorni di arresti domiciliari se li farebbe chiunque

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  2. Un poveretto mandato allo sbaraglio…

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  3. MACOMEFANNOISEGRETARICONGLIOCCHIALIADIVENTARECOMMISSARILIQUIDATORIIIIIIII??!!

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  4. Quasi quasi mi fa pena… lui, come i suoi amici di merende! Dobbiamo dispiacerci per la sua solitudine politica? Per niente, questa città ha bisogno di una ripulita in tutti gli ambiti. Possiamo sempre aspettare che ne venga scelto uno a caso per illuderci che qualcosa stia cambiando? I cittadini hanno colpe gravissime per questo furioso declino!

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  5. questa gente và ridotta sul lastrico e mandata a raccogliere olive…

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  6. puzza di bruciato 23 Gennaio 2013 12:15

    In fin dei conti si è trattato solo di un centinaio di migliaia di euro… Certo per ora tutti ad infierire… lasciamogli il tempo almeno di difendersi… facciamoci dire chi lo ha consigliato, che sistema usano gli altri, con chi altri ha diviso la merenda… Aspettiamo che la magistratura si pronunci e poi se colpevole lo lapideremo… ma se è innocente? Non vorremmo avere sulla coscienza un galantuomo un possibile salvatore della Patria…

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  7. La colpa (oltre che certamente sua) è anche di chi gli ha fatto credere che il posto di comando di un’azienda pubblica era il suo, di sua proprietà…magari gli esempi che aveva intorno erano:”res publica, res mia…”. Fiorito,Belsito,Lusi docet…

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  8. Tutti quei soldi incassati solo da Ruggeri??? Mi sembra molto, ma molto difficile….

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  9. Non mi risulta che a Messina da tempo immemorabile ci siano politici o colletti bianchi in carcere..questo prova che la classe politica è corretta o che il sistema giustizia penale non funziona. Ai posteri se non arriva la prescrizione o l’assoluzione l’ardua sentenza…

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