Carenza di strutture per i disabili mentali e ostacoli all'assistenza di una 90enne

Carenza di strutture per i disabili mentali e ostacoli all’assistenza di una 90enne

Carenza di strutture per i disabili mentali e ostacoli all’assistenza di una 90enne

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sabato 17 Maggio 2014 - 10:13

L'associazione Ofelia lancia l'allarme sull'esiguità di strutture per ospitare i disabili mentali e fa un report della situazione del Comune di Messina. Meter e Miles racconta invece la storia di un uomo che potrebbe non avere più la possibilità di assistere sua madre ultranovantenne.

Troppi disagi e problemi per i disabili mentale. A denunciarlo l’associazione Ofelia che da tempo si occupa di diritti di cittadinanza dei soggetti in situazione di fragilità sociale. L’associazione è composta principalmente da Avvocati che espletano la funzione di Amministratori di Sostegno: nel mandato che viene conferito dal Giudice Tutelare spesso il compito principale è quello di individuare la struttura residenziale più idonea per rispondere alle esigenze dei soggetti beneficiari della AdS. Non possiamo quindi non sottolineare che le residenzialità per questo tipo di bisogno/diritto hanno sempre avuto carenze qualitative e soprattutto quantitative. Da segnalare che le strutture residenziali dell’ASP, peraltro insufficienti, impongono, con recente decreto dell’Assessore Regionale alla Salute, limiti temporali ben definiti, allo scadere dei quali, le eventuali ulteriori esigenze devono esse indirizzate alle Comunità Alloggio ed ai Gruppi Appartamento che sono a carico dei Comuni con una quota di compartecipazione dell’assistito.

Le Comunità Alloggio nella Città di Messina sono però soltanto quattro, spesso con riduzione dei posti convenzionati rispetto ai dieci previsti, mentre il Comune della vicina Catania ne gestisce diciotto. La prassi di ricorrere a soggetti terzi per le amministrazioni di sostegno e segnatamente agli Avvocati è in uso per i casi più difficili che sono portati all’attenzione della Autorità Giudiziaria per ragioni anche ulteriori rispetto alle menomazioni psicofisiche: le conflittualità familiari, l’abbandono morale e materiale dei soggetti deboli, i reati commessi a loro danno etc. E’ necessaria quindi la massima attenzione agli standard qualitativi e quantitativi del servizio, ed è buona prassi tenere in considerazione quanto rappresentato dalla utenza e da chi, come gli amministratori di sostegno, si trova a gestire le crisi e le criticità con la massima trasparenza e collaborazione.

A nostro parere le legittime esigenze dell’utenza non sono state tenute in debita considerazione dall’Amministrazione Comunale nella procedura di affidamento del servizio di gestione “Gruppi Appartamento Distretto Socio Sanitario D26” indetta dal Comune di Messina – Dipartimento Sociale e Rapporti con le Istituzioni con bando di gara. I criteri di valutazione delle offerte hanno enfatizzato, a nostro avviso in maniera sproporzionata, i requisiti delle strutture e delle imprese a discapito dei criteri di valutazione dei progetti relativi alle persone che rappresentano il cuore del servizio. A ciò si aggiunga che i requisiti di partecipazione alla presente gara sono stati predisposti in modo talmente stringente che la gara è andata deserta.

La circostanza che l’Amministrazione Comunale abbia sostanzialmente predisposto un bando di gara senza le necessarie conoscenze tecniche e soprattutto senza un’adeguata analisi del contesto territoriale con correlativa ponderazione dei reali interessi emergenti nello specifico contesto della Città di Messina, può finanche configurare profili di responsabilità contabile in capo ai dirigenti del dipartimento competente, all’assessore ai servizi sociali e conseguentemente al Sindaco.L a giurisprudenza della Corte dei Conti, infatti, ha da tempo elaborato una nozione estensiva di danno erariale, comprendente anche la compromissione di interessi di carattere generale del corpo sociale di riferimento: si tratta del c.d. danno da disservizio pubblico, il quale consiste nel non predisporre adeguati interventi per garantire l’attuazione di interessi di carattere generale, ed in particolare quelli relativi alla tutela dei diritti fondamentali dell’individuo.

L’Amministrazione Comunale con il bando di gara in esame ha dimostrato di non tenere in dovuta considerazione l’esigenza di predisporre un piano integrato di servizi volti alla soddisfazione degli effettivi bisogni, con conseguente mancata allocazione di risorse finanziarie che, com’è noto e come accade con i fondi della legge 328, in caso di mancato utilizzo, fuoriescono dalla disponibilità del Comune non potendo essere riallocate su altri servizi. L’associazione Ofelia chiede dunque al Comune di trovare immediate soluzioni e fornire doverosamente ai cittadini il servizio dovuto (4 gruppi appartamento per un totale di 16 posti letto e, cosa da non trascurare, 4 posti di lavoro qualificato per almeno 3 anni) nel più breve tempo possibile per rispettare i diritti degli assistiti.

L’associazione Meter e Miles denuncia invece un’altra situazione di “violazione del diritto di assistenza di una novantenne disabile”. A spiegare la vicenda è Saro Visicaro che racconta che “un familiare che assiste una signora novantenne invalida al 100% è stato trasferito in una sede distante dalla residenza della persona disabile come probabile atto di “ritorsione” alla legittima richiesta per lo "spostamento" d’ ufficio nell’ambito della stessa sede. Tutto questo avviene in seno all’Azienda Sanitaria provinciale. Un ente che, paradossalmente, dovrebbe risolvere i problemi legati alla salute e al disagio. La Meter & Miles, oltre alla ovvia indignazione per il comportamento discriminatorio messo in atto dai responsabili dell’Asp 5, intende sostenere in ogni sede e con ogni mezzo il ripristino della legalità e del buonsenso. In questa vicenda. Tale assurda rigidità organizzativa compromette gravemente l’assistenza prestata con continuità ad una invalida grave. L’urgenza della risoluzione di questa anomalia è dettata dalle gravi condizioni fisiche di una donna anziana e invalida. In mancanza di provvedimenti urgenti da parte dell’Asp 5 non rimarrebbe che la strada di una protesta adeguata.

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