Giustizia, Davigo a Messina per raccontare il "Sistema Corruzione"

Giustizia, Davigo a Messina per raccontare il “Sistema Corruzione”

Alessandra Serio

Giustizia, Davigo a Messina per raccontare il “Sistema Corruzione”

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giovedì 14 Dicembre 2017 - 14:37

All'incontro con gli Avvocati, l'ex capo del pool Mani Pulite traccia il bilancio di quella esperienza e degli ultimi anni di lotta, vana, alla piaga criminale più dolorosa della Repubblica, prima e seconda.

L’Italia è una Repubblica fondata sulla corruzione. Una Italia che, a giudicare dalle leggi che si da e dalle strade che percorre da 40 anni, non ha alcuna intenzione dei cambiare se stessa né quella che è un vero e proprio sistema.

In estrema sintesi è questo il giudizio che emerge dall’ultima pubblicazione del magistrato Piercamillo Davigo, ex presidente dell’Anm, a Messina per l’incontro organizzato dalla libreria Bonazinga e dalla Scuola Forense dell’Ordine degli Avvocati. Il “picconatore” delle toghe, al centro del dibattito con molti suoi colleghi che giudicano poco opportune le sue frequenti esternazioni e negli ultimi giorni finito nel “mirino” di Berlusconi, che lo indica come il leader occulto dei 5 Stelle, ha presentato il “Sistema della corruzione”, una lucida e disincantata analisi del fenomeno criminale più evidente degli ultimi anni della Repubblica.

Malgrado le recenti querelle, compresa quella col politico messinese Giovanni Ardizzone, Davigo glissa accuratamente le domande legate a temi recenti e, stimolato dal presidente dell’Ordine Vincenzo Ciraolo e dal consigliere Paolo Vermiglio, approfondisce i temi toccati nel suo ultimo libro. E tra una battuta e un ricordo, pur cominciando prendendola molto “alla larga”, Davigo comunque non si smentisce e non lesina le provocazioni. Il libro in buona sostanza è un bilancio degli ultimi 30 anni di lotta alla corruzione. E quindi un bilancio di grande parte della sua carriera, che ha visto l’apice proprio col coordinamento del pool milanese di Mani Pulite.

Secondo Davigo il sistema non è cambiato molto, lo dimostrano i recenti arresti, per esempio quelli per gli appalti Anas. Quindi le leggi penali non bastano a combattere la corruzione, la magistratura da sola non può, la politica sembra non volerlo fare, visto che i correttivi sin qui adottati non sono quelli efficaci.

Nell’inanellare la sua esperienza e i suoi ricordi di quegli anni, Davigo indica quali sono le caratteristiche principali della corruzione. Seriale, diffusa, contagiosa, organizzata. Questi i tratti salienti e le ragioni per le quali è così difficile da combattere. Eppure gli strumenti ci sono. Si comincia dal tenerne conto, di tali caratteristiche, quando si indaga. Ma se la politica non fa la sua parte, non se ne esce, spiega Davigo. Invece la politica, e qui torna sui toni polemici, sembra sguazzarci:“Dicevo sempre che avevo il tocco di Re Mida, quelli che indagavo io poi si trovavano spianata davanti una brillante carriera politica".

Insomma, a 25 anni da quell'esperienza, malgrado il pessimismo che sembra provenire da tutti i componenti del pool, tutti concordi nel dire che il paese non vuole combattere la corruzione, quello che appare ancora motivato, il più battagliero, è proprio l'allora capo Davigo, rimasto nei ranghi nella magistratura e ancora a lavoro sul fenomeno, anche attraverso la diffusione del suo bagaglio conoscitivo e delle "ricette" che la legislazione dovrebbe adottare.

Prima di incontrare gli avvocati in Corte D’Appello, Davigo ha salutato alcuni dei colleghi in servizio a Messina e in provincia, in particolare l’aggiunto Sebastiano Ardita,col quale condivide la militanza da “leader” in Magistratura Indipendente, e col quale ha scritto la penultima fatica “Giustizialisti”.

Un commento

  1. La vera ingiustizia sono i disoccupati, gli esodati e le famiglie oltre la soglia di povertà .Usiamo parole semplici , lasciamo le leggende e parliamo delle cose reali, quando in uno Stato ci sono milioni di poveri, i Tre poteri dello Stato non possono trionfare MAI!
    Per non sbagliare parlano di battaglie vinte ma mai di guerra VINTA.

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