Quale Costituzione? Le ipotesi di riforma di un “vangelo laico”, patrimonio di tutti

Quale Costituzione? Le ipotesi di riforma di un “vangelo laico”, patrimonio di tutti

Quale Costituzione? Le ipotesi di riforma di un “vangelo laico”, patrimonio di tutti

Tag:

domenica 24 Novembre 2013 - 18:18

Iniziativa dell’associazione universitaria “Unidea”: si è discusso delle riforme costituzionali proposte nel documento redatto dalla cosiddetta “commissione dei saggi”, della loro opportunità nei risultati e nei mezzi e di cosa cambierebbe nel nostro assetto istituzionale, delle riforme già approvate, come quella dell'articolo 138 sul processo di revisione costituzionale. Presenti all’incontro i professori Federico Martino, Giusi Furnari e Antonio Saitta.

Venerdì 22 Novembre, presso l’Aula 8 del dipartimento di Economia, l'associazione universitaria “Unidea”, in collaborazione con l'associazione “Libertà e giustizia” ha organizzato un incontro dal titolo “Quale Costituzione? La Costituzione siamo noi”. Relatori dell’incontro sono stati Federico Martino, professore di storia del diritto italiano, Giusi Furnari, professoressa di storia della filosofia e coordinatrice di Libertà e Giustizia – Messina e Antonio Saitta, professore di diritto costituzionale.

Negli ultimi tempi si è riacceso il dibattito intorno alla nostra Carta fondamentale, dopo che, con un decreto del Presidente del Consiglio dell’11 Giugno e su proposta del Capo dello Stato, 35 docenti sono stati entrati a far parte di una commissione per discutere intorno ad alcune ipotesi di riforma costituzionale. I docenti nominati, che la stampa ha da subito definito i “Saggi”, sono stati in prevalenza costituzionalisti ma anche alcuni economisti e un politologo. In più, sono stati scelti due cosiddetti “osservatori”, fra i quali il professor Antonio Saitta, docente di diritto costituzionale presso il nostro Ateneo, nominato esperto di collegamento tra la I Commissione del Senato (Affari Costituzionali) e il Comitato appunto dei Saggi. Il professor Saitta, prendendo al parola per primo al dibattito, ha però subito fatto presente che ciò che è venuto fuori dalla discussione non è stata una proposta univoca, bensì un ventaglio di osservazione e opinioni variegate. Gli incontri, che si sono tenuti per tutta l’estate, in un serratissimo e fitto calendario di appuntamenti e tutti presieduti dal Ministro per le Riforme Costituzione, Quagliariello, non hanno portato all’elaborazione di un unico documento finale, e ciò è stato fatto di proposito, ritenendo che questo spetti alle forze politiche o al governo. Tutto il materiale è on-line e consultabile sul sito del ministero, insieme anche ai risultati del questionario aperto che ha visto la partecipazione di più di 200.000 cittadini.

Saitta, con la premessa che, a suo parere, sia indispensabile una modifica della seconda parte della costituzione, ma rassicurando che non si sono immaginati interventi che stravolgano la stessa, ha esposto, a grandi linee, il lavoro compiuto dalla commissione. Tra i temi affrontati troviamo: il superamento del cosiddetto bicameralismo perfetto, (cioè il fatto che Camera e Senato hanno la stessa funzione, e in ciò siamo gli unici in Europa), facendo in modo che sia sufficiente la fiducia in una camera sola (evitando così l’instabilità dei governi) e trasformando il Senato in camera delle regioni e delle autonomie; quello della forma di governo (chi ha proposto il semipresidenzialismo alla francese, chi il rafforzamento delle forma parlamentare con alcune modifiche simili al sistema tedesco); la “sfiducia costruttiva” (chi propone una mozione di sfiducia nei confronti di un presidente del consiglio dovrebbe, nello stesso momento, proporre il nome di un altro primo ministro); la possibilità per il premier di revocare l’incarico ad un ministro del suo governo; il rafforzamento del potere del governo e dei rapporti con il parlamento ed infine la legge elettorale. Su quest’ultimo aspetto – ha riferito Saitta – l’idea prevalente è stata quella per cui il premio di maggioranza (il 55 % dei seggi) si assegnerebbe alla coalizione che raggiungesse un’altissima percentuale di voti (40, 45 o 50 %). Se nessuno superasse questa soglia di sbarramento, (cosa, al momento, probabilissima) le due coalizioni arrivate prime si confronterebbero in un ballottaggio. La soglia di sbarramento per ogni singolo partito per poter entrare in parlamento (anche in un sistema di coalizione) sarebbe al 5 %.

Queste e altre proposte di modifica costituzionale hanno trovato radicalmente in disaccordo il prof. Federico Martino, professore di storia del diritto italiano, che si è detto “conservatore”, se «conservatore significa conservare le cose buone». Il discrimine, a suo avviso, non deve essere fra ciò che è nuovo e ciò che non lo è, ma tra ciò che è utile e tra non lo è. «La Costituzione – ha tuonato – non è un codice, è il principio vitale del nostro paese», è l’ultima «trincea» dentro cui ci si può ancora barricare. Quella carta, nata dopo la distruzione della guerra e della lotta di resistenza «è una bestemmia pensare che possa essere cambiata a tavolino da una commissione di saggi». Per il professor Martino, infatti, questa riforma non proporrebbe una “revisione” della carta, come peraltro prevede l’articolo 138, ma modificherebbe la forma di stato e di governo, stravolgendo tutto. Si tratta perciò di un processo che «non si può fare in questo modo se si intende rispettare la Costituzione» perché se cadono le forme di governo e di stato, cadono anche le istituzioni e i valori. Ed ha anche aggiunto: «si sta tentando di ridurre lo spazio di democrazia, così come avvenuto durante e dopo la crisi degli anni ’20. La Costituzione è una cosa troppo importante per essere trattata solo dai costituzionalisti».

Sulla stessa lunghezza d’onda, la professoressa Giusi Furnari, docente di storia della filosofia e coordinatrice di Libertà e Giustizia – Messina, che ha apprezzato il valore dell’iniziativa. «Sono questi temi –ha detto riferendosi al questionario messo on-line di cui aveva parlato il professor Saitta – che vanno affrontati “corpo a corpo” e non per via telematica». La nostra Costituzione nasce da un vissuto e da un’etica sociale ben precisa; ha sancito l’inizio di un nuovo percorso e – ha ricordato la professoressa, citando le parole di Anna Harendt, – il momento più grande della costituzione è quello in cui si lavora in concerto. Perciò, ogni modifica non può essere fatta dall’alto, ma deve essere discussa e sentita come propria da un numero molto alto di cittadini. È pur vero, però, che molti principi della nostra carta fondamentale sono rimasti disattesi, sia per colpa della classe dirigente, sia per colpa degli stessi cittadini la cui responsabilità non finisce col voto ma continua ogni giorno. «In ogni caso, ciò che spesso si sente dire e cioè che la democrazia non funziona perché la Costituzione non funziona, è sbagliato».

Un’ultima precisazione, prima di lasciare spazio ad un ampio e coinvolgente dibattito che ha visto la partecipazione di molti studenti, l’ha fatta il professor Saitta che ha invitato tutti ad attenersi al “principio di realtà”. «Oggi assistiamo ad un indebolimento delle fondamenta del paese senza precedenti e la “crisi Weimar” è dietro l’angolo. Non possiamo nascondere che le Istituzioni hanno assoluto bisogno di una manutenzione e ciò che per i prossimi anni risulta indispensabile, pur nel rispetto totale verso la Carta e verso i cittadini, è dare governabilità all’Italia».

Massimo Parisi, giovane presidente di Unidea, ad apertura dell’incontro, aveva ricordato che la parola “crisi” viene dal greco, lingua in cui questo termine significava “cambiamento”. Oggi, sebbene l’accezione sia diversa, un punto però resta comune ed è il seguente interrogativo: come superare l’ostacolo che ci si presenta innanzi? In conclusione, sono state ricordate le parole del giurista Piero Calamandrei (1889-1956) in merito a ciò che qualcuno ha definito il nostro “vangelo laico”: «La Costituzione non è una macchina che una volta messa in moto va avanti da sé. La Costituzione è un pezzo di carta, la lascio cadere e non si muove: perché si muova bisogna ogni giorno rimetterci dentro il combustibile; bisogna metterci dentro l’impegno, lo spirito, la volontà di mantenere queste promesse, la propria responsabilità».

(CLAUDIO STAITI)

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007