Diritto camerale dimezzato. Un serio problema per le Camere di Commercio siciliane

Diritto camerale dimezzato. Un serio problema per le Camere di Commercio siciliane

Marco Ipsale

Diritto camerale dimezzato. Un serio problema per le Camere di Commercio siciliane

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giovedì 17 Luglio 2014 - 11:39

Sono le uniche in Italia a dover pagare le pensioni, onere che non riuscirebbero più a mantenere. Richiesta anche una gradualità per la diminuzione del contributo. A rischio anche il registro delle imprese

E’ il decreto legge numero 90 del 24 giugno 2014 sulla riforma della Pubblica Amministrazione. Include anche le Camere di Commercio, dimezzando il costo annuale del diritto camerale a partire dal 2015. E se nel resto d’Italia si tratterebbe di un calo delle entrate in qualche modo fronteggiabile, altrettanto non può dirsi in Sicilia, visto che qui gli enti camerali fungono anche da enti previdenziali.

E’ quanto ha spiegato oggi, nel corso di una conferenza stampa, il commissario della Camera di Commercio, Franco De Francesco. Insieme al segretario generale Vincenzo Musmeci, alle organizzazioni sindacali ed alle associazioni di pensionati, si è voluto accendere i riflettori sul provvedimento emanato dal governo Renzi e sui rischi che ne deriverebbero per il personale camerale e, soprattutto, per le difficoltà a continuare a pagare le pensioni.

“Il risparmio per le imprese è irrisorio – afferma De Francesco – mentre i problemi per l’ente sono enormi. La nostra realtà è composta da piccole imprese che pagano in media un diritto annuale compreso tra i 100 e i 150 euro. Un risparmio di 50 o 75 euro all’anno non credo risolva nessun problema alle aziende, ma li crea alla Camera di Commercio”.

Quali problemi si potrebbero verificare? “Gli enti camerali si basano essenzialmente su fondi propri e sui contributi camerali – prosegue De Francesco -. Se questi vengono dimezzati, rischiamo di non poter più pagare né il personale né le pensioni, visto che, tra l’altro, le Camere di Commercio siciliane sono le uniche d’Italia che pagano anche i pensionati, perché non esiste un altro fondo previdenziale. Per i dipendenti potrebbe essere garantita l’occupazione, magari in mobilità. Ma i pensionati chi li paga? Trovare questi fondi è un grosso problema”.

Altra novità, nella legge delega, ancora in discussione perché deve seguire l’iter parlamentare, potrebbe essere l’abolizione del registro delle imprese. “Ma sarebbe assurdo – incalza il commissario dell’ente camerale messinese – perché verrebbe tolta la gestione di uno strumento di legalità dal quale attingono i cittadini, le imprese stesse, la magistratura, il sistema bancario, eccetera. Si tratta di un insieme di situazioni che creerebbero disservizi e vanificherebbero il ruolo istituzionale delle Camere di Commercio”.

Quali, allora le soluzioni? “Stiamo intanto cercando di svincolarci dall’onere pensionistico – conclude De Francesco -. In quel caso, l’abbattimento del diritto camerale potrebbe essere sostenibile. Bisognerebbe quindi creare un fondo pensioni. Nel resto d’Italia, inoltre, si è chiesto che l’abbattimento possa avvenire in maniera graduale: il 30 % il primo anno, il 40 % il secondo ed il 50 % solo dal terzo. Questo consentirebbe di gestire meglio i bilanci”.

(Marco Ipsale)

2 commenti

  1. ente inutile e rifugio dei raccomandati……………..chiuderli come ha detto Renzi……..

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  2. ente inutile e rifugio dei raccomandati……………..chiuderli come ha detto Renzi……..

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