Un presidio di attivisti blocca lo sfratto ai danni di una famiglia alluvionata

Un presidio di attivisti blocca lo sfratto ai danni di una famiglia alluvionata

Eleonora Corace

Un presidio di attivisti blocca lo sfratto ai danni di una famiglia alluvionata

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mercoledì 18 Giugno 2014 - 11:10

Secondo picchetto anti sfratto del Movimento per il Diritto alla Casa, questa mattina a Contesse. La famiglia che rishciava lo sfratto per morosità incolpevole è composta da sei persone, tra cui due disabili, e fa parte di quelle sfolltate in seguito all'alluvione del 2009.

Da sfollati a sfrattati. Era la sorte che si profilava per una famiglia di sei persone – tra le quali due disabili – di Altolia. Dopo l’alluvione del 2009, hanno vissuto in un appartamento di Contesse, affittato inizialmente con il contributo della Protezione Civile prima e della regione dopo. Cessato il contributo, la famiglia, in grave difficoltà economica, non è riuscita a tenere il passo con le scadenze dell’affitto, cadendo così in un regime di morosità a causa del quale il proprietario del locale ha chiesto lo sfratto. Per scongiurarlo, si è svolto questa mattina il secondo “picchetto anti-sfratto” realizzato nella nostra città – dopo quello del 9 maggio scorso – dal Movimento per il diritto alla Casa, composto, principalmente, dall’Unione Inquilini, Prc, Teatro Pinelli, studenti e persone che hanno a loro volta subito uno sfratto e per solidarietà scelgono di schierarsi con chi rischia di subire la stessa sorte.

“Se il nubifragio privò la famiglia della sua abitazione – commenta Antonio Currò, del Movimento per la Casa – questo sfratto esecutivo avrebbe aggiunto precarietà su precarietà e condotto tutto il nucleo familiare verso un dramma esistenziale”.

Anche questa volta, come quella precedente, sono intervenute le forze dell’ordine, in seguito a qualche momento di tensione con l’Ufficiale Giudiziario. I carabinieri hanno identificato gli attivisti presenti, ma non ci sono state ulteriori complicazioni e il tutto si è concluso nel modo più pacifico nell’arco di poche ore. Dalle testimonianze sul posto, però, risulta che non sia stata rilasciata, stavolta, nessuna notifica, in cui viene attestato che gli atti saranno riconsegnati al Giudice e quindi lo sfratto rimandato.

Dopo aver subito il trauma della tragica alluvione del 2009, che ha danneggiato irrimediabilmente la casa originaria, la famiglia che per comodità e discrezione viene qui indicata con una semplice C., ha seguito l’iter comune a tantissime famiglie di Altolia, Giampilieri e Scaletta Zanclea. Dopo un anno passato in un albergo, sono stati trasferiti in un appartamento a Contesse, in via Marco Polo. A provvedere all’affitto fu, inizialmente, la Protezione Civile, che nell’Ottobre del 2012, però, ritenendo concluso lo stato di emergenza, passò il compito alla Regione, che per qualche tempo ha continuato a erogare i fondi tramite l’ente locale di riferimento. Una storia uguale per molte famiglie reduci dell’alluvione del 2009. Nello specifico, la famiglia C. dichiara che per l’appartamento di Contesse venivano spesi 750 euro di affitto. Per queste persone, come per molte altre, la situazione è precipitata di colpo. Hanno ricevuto, infatti, una lettera che in cui si comunicava – ex abrupto – la cessazione del contributo pubblico per l’affitto.

“Mentre il teatrino delle istituzioni si assolve da ogni responsabilità politica e da ogni addebito rimpallandosi le colpe, le famiglie finiscono per strada – accusano i membri del Movimento – Al momento non sappiamo dove risiedono le responsabilità, ma di una cosa siamo sicuri: il contenuto antisociale delle politiche abitative del Governo Renzi (vedi l'art 5) la mancanza di un vero piano per il disagio abitativo, l’assenza di uno sguardo coraggioso e innovativo sulla questione Casa, lungaggini e pastoie burocratiche inghiottiscono giornalmente tante famiglie privandole di un diritto inalienabile, il diritto all’abitare. Laddove questo diritto non sarà rispettato e le Istituzioni preposte non si attivino, nella fattispecie, per graduare gli sfratti per morosità incolpevole in base alla legge 124/13, ci impegneremo a moltiplicare le uniche forme di lotta a nostra disposizioni: solidarietà tra sfruttati e tra sfrattati, picchetti per impedire gli sfratti e l'occupazione di case sfitte”.

Il primo picchetto anti-sfratto avvenuto ad inizio Maggio ed a sua volta andato a buon fine, riguardava un’altra famiglia in gravi difficoltà economiche, che alloggia in un appartamento di Via del Santo. La famiglia in questione è composta da quattro persone -padre, madre e due figli, un ragazzo e una ragazza non più minorenni – anche loro sotto sfratto per morosità. Le condizioni di grave difficoltà economica in cui versano questi due nuclei familiari, riconducono questo caso alla lunga serie classificata come “morosità incolpevoli”, una tipologia in aumento su tutto il territorio nazionale, visto il morso sempre più crudele della crisi economica.

Proprio per accogliere l’appello disperato che si alza da più fronti sul territorio cittadino, l’assessore ai servizi sociali Antonino Mantineo, lo scorso Novembre, aveva accolto la richiesta del Movimento per la Casa – nato sulla scia di quello nazionale che ebbe il suo battesimo il 19 Ottobre a Roma – di bloccare gli sfratti incolpevoli, scrivendo una lettera al Prefetto Stefano Trotta. La proposta dell’Assessore, però, finora, non ha avuto un seguito e sempre più famiglie, su tutto il territorio cittadino, sono costrette ad affrontare questo problema che assume le dimensioni di un vero e proprio dramma, oltre che personale, sociale.

Eleonora Corace

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