Acquisto inopportuno delle navi Budelli e Razzoli. Non è diffamazione

Acquisto inopportuno delle navi Budelli e Razzoli. Non è diffamazione

Acquisto inopportuno delle navi Budelli e Razzoli. Non è diffamazione

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sabato 09 Febbraio 2013 - 12:07

L’ex direttore di Rfi navigazione aveva denunciato alcuni rappresentanti sindacali per diffamazione a mezzo stampa. Il Tribunale di Messina ha rigettato la domanda risarcitoria

Il Tribunale di Messina ha rigettato la domanda risarcitoria proposta dall’ex direttore di Rfi navigazione, Francesco Ceci, con la quale quest’ultimo invocava un risarcimento di ben 250mila euro, per asseriti danni all’immagine derivanti dalla diffusione del comunicato stampa a firma di alcune sigle sindacali che denunciavano l’inopportuno acquisto di navi giudicate inadatte al servizio nello Stretto.

La vicenda riguarda “l’incauto acquisto”, con soldi pubblici, delle navi Budelli e Razzoli. Il giudice Maria Luisa Tortorella ha ritenuto che i sindacati avrebbero agito nel rispetto del diritto di critica e che non risulterebbe pertanto superato il limite della continenza previsto dalla legge, evidenziando tra l’altro che la scelta aziendale di acquistare le due navi incriminate (Budelli e Razzoli), e di disfarsi di navi più competitive (Agata e Pace), era stata già oggetto di interrogazione parlamentare del deputato Giampiero D’Alia. Il giudice ha anche condannato Ceci al pagamento delle spese processuali.

Fra gli assolti, il segretario confederale dell’Orsa Sicilia, Mariano Massaro: “Finalmente una sentenza che rende giustizia a chi, nonostante tutto, mantiene integro il coraggio della denuncia all’opinione pubblica. Sarebbe stato sufficiente fare una smentita a mezzo stampa per evitare il rischio del risarcimento di ben 250mila euro, ma a tal proposito devo ringraziare l’avvocato dell’OrSA – Antonio Daniele D’Orazio – che da subito ha intuito l’inconsistenza delle accuse mosse nei miei confronti e mi ha consigliato di resistere alla querela, visti anche i risvolti della vicenda, con Rfi costretta a disfarsi a poco prezzo delle due unità navali volute nonostante la bocciatura della commissione tecnica aziendale e il triste curriculum di disfunzioni e incidenti che le due unità hanno confermato nel breve periodo di servizio nello Stretto”.

2 commenti

  1. puzza di bruciato 9 Febbraio 2013 17:10

    Per chiudere le aziende basta solo caricarla di costi, acquisti non opportuni, straordinari non necessari, note spese gonfiate ecc. ecc.

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  2. La direzione navigazione ah ah ah se scegliessero le navi con la stessa cura con cui si scelgono i Telefonini, avremmo una flotta di navi all’avanguardia

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