No allo spending review. La FP CGIL e la Uil FPL contro la manovra del governo: sarà sciopero generale

No allo spending review. La FP CGIL e la Uil FPL contro la manovra del governo: sarà sciopero generale

Eleonora Corace

No allo spending review. La FP CGIL e la Uil FPL contro la manovra del governo: sarà sciopero generale

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lunedì 24 Settembre 2012 - 17:00

Un’assemblea sindacale promossa dalla funzione pubblica Cgil e dalla Uil F. P. L. per annunciare anche in ambito cittadino lo sciopero generale del 28 settembre e la manifestazione che si terrà a Roma. I sindacati dissotterrano l’ascia di guerra per dire no allo spending review.

Blocco del turn over. Riduzione degli organici. Tredicesime congelate per almeno tre anni. Inasprimento delle norme sulla mobilità del personale. Tagli alle dotazioni organiche. Svuotamento delle relazioni sindacali. Sono solo alcune delle conseguenze dello spending review- il processo di revisione della spesa che il governo Monti sta attuando nell’ambito della pubblica amministrazione. Per dire no a questa manovra che grava pesantemente sulle spalle dei dipendenti pubblici, la Fb CGIL e la FPL UIL scendono in campo proclamando lo sciopero generale, previsto per il 28 settembre nella capitale. La manifestazione è stata annunciata in ambito cittadino questa mattina a Palazzo dei Leoni, nel corso di una assemblea sindacale indetta dalla funzione pubblica della Cgil e Uil F.P.L. “Questo governo vuole fare cassa sulla pelle dei dipendenti pubblici!”. Così Clara Crocè; segretario generale della funzione pubblica CGIL Messina, stigmatizza l’operato del governo nazionale. La goccia che ha fatto trabboccare il vaso, in tempi di disoccupazione e ritocchi all’articolo 18 della nostra costituzione – è l’ipotesi prevista dalla manovra governativa di tagliare 30.000 posti di lavoro nell’ambito della pubblica amministrazione. 30.000 dipendenti, giudicati in esubero, rischiano di perdere il lavoro. un numero enorme, che evoca scenari apocalittici, rendendo concreto lo spettro della situazione Greca, già, purtroppo, fin troppo famigliare per il nostro paese. Quando la Grecia crollò, si disse che anche l’Italia era prossima a seguirla nel medesimo baratro. Adesso si prevedono 30.000 licenziamenti nel settore pubblico, a fronte dei 50.000 effettuati in Grecia. Uno scarto di 20.000 posti che non basta a rendere l’analogia rispetto alla drammatica situazione del paese balcanico, meno reale. In più, simili tagli nel settore statale portano ad una conseguenza logica quanto drammatica: se si licenziano gli impiegati, quali speranze di stabilizzazione potranno mai avere i precari? Ovviamente nessuna. Vano è stato il protocollo di intesa sul lavoro pubblico, siglato dal governo nazionale in concordanza con le diverse parti sociali coinvolte il 3 maggio scorso, dove si prevedeva, tra l’altro,il graduale assorbimento del personale precario – ovvero quella stabilizzazione sempre promessa ma mai attuata – con l’apertura di appositi tavoli tecnici. Adesso, invece, Roma fa sapere che di tutto questo non se ne potrà parlare prima del 2015. Uno scenario cupo. Una situazione allarmante a livello nazionale, che si innesta su una realtà locale già critica, se non per molti aspetti drammatica. I precari in Sicilia sono 27.000, 6.000 solo nella provincia di Messina. Per quanto le manovre del governo nazionale non aiutino a migliorare le prospettive di queste persone, poco o nulla si è fatto al livello locale. “La provincia non ha fatto niente per il territorio, forse era troppo occupata a diventare la giunta più numerosa d’Italia”. È la stoccata che la Crocè non risparmia a Ricevuto. E di “dramma sociale irreversibile”, ha parlato il segretario generale della Uil F.P. L, Giuseppe Calapai. Lo sciopero generale del 28 non vuole essere un monito per il governo centrale, ma un vero e proprio tentativo “di mandare i suoi componenti a casa”. Lo slogan della manifestazione sarà: “Abbiamo già dato”. Un avvertimento da parte della categorie più martoriate e penalizzate dalle numerose finanziarie di questi tempi di crisi: i lavoratori pubblici e i precari, altrimenti detti “i soliti noti”.

FOTO STURIALE

4 commenti

  1. puzza di bruciato 24 Settembre 2012 18:57

    FINALMENTE!!!!! Anche se ci credo poco….

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  2. L’ignoranza di mariedit è una bestia, ma l’ignoranza dei sindacati è una BRUTTA BESTIA. Con revisione della spesa pubblica, che si ostinano a chiamare spending review, per confondere le idee ai cittadini, si intende
    migliorare l’efficienza e l’efficacia di come si spendono i nostri picciuli, attraverso la valutazione dei dirigenti, delle loro procedure di decisione e di attuazione, dei singoli atti all’interno degli obiettivi di gestione, dei risultati ottenuti. Il processo di REVISIONE guarda il come che il quanto. Una REVISIONE seria analizza uno per uno i capitoli di spesa, li passa al setaccio per vedere cosa può essere tagliato, per scoprire se ci sono sprechi o casi di inefficienza.
    Una REVISIONE seria analizza pure gli obiettivi raggiunti a fronte di spese molto più alte del necessario, palazzo Zanca sarebbe sempre in pole position in una ipotetica gara con i Comuni Europei. Signori sindacalisti cosa dite della linea, che sale sale sale, della SPESA MEDIA PER IL PERSONALE di palazzo Zanca a fronte dei servizi, specie quelli contabili, resi ai messinesi. Signori sindacalisti non sarebbe il momento di una SPENDING REVIEW della spesa corrente per i DIRIGENTI e DIPENDENTI, parlo di quelli che rispondono al figlio che chiede, unni travagghi papà? Vaiu o Municipiu.
    http://imageshack.us/a/img708/5329/spesa6.png

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  3. SEMPRE A PROPOSITO DI spending review, parlo del RENDICONTO di GESTIONE 2011,infatti è arrivato nella città dei commissari,quello ad acta,per farlo approvare dalle belle addormentate del Consiglio Comunale e della commissione Politiche Finanziarie.A onor del vero la Giunta Buzzanca lo deliberò il 2 luglio scorso, quello che manca è il parere dei Revisori dei Conti,forse perchè i dirigenti non mollano le carte richieste. Nel link seguente http://imageshack.us/a/img208/2783/rendiconto20011.png
    c’è la tabella del RENDICONTO 2011 relativa all’Equilibrio del Bilancio Corrente,notate le Entrate Tributarie Titolo1 pari a 72.883.257,26, mentre nei tre successivi
    http://imageshack.us/a/img209/3126/bilprev20111.png
    http://imageshack.us/a/img710/8004/bilprev20112.png
    http://imageshack.us/a/img210/1961/bilprev20113.png
    notate che in fase di Bilancio di Previsione 2011 c’è una differenza di 4.420.000 tra quelle iniziali(69.409.393) e quelle di competenza(73.829.893) delle Entrate Tributarie Titolo1. Ma la differenza di 946.636 tra il Rendiconto e la previsione di Competenza è una delle prove della scarsa efficacia del dipartimento TRIBUTI a far pagare tutti per pagare meno, si diceva una volta.

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  4. rossetti mariano 25 Settembre 2012 09:09

    Nel sito della RTP ho visto il telegiornale.
    All’assemblea hanno partecipato una decina di persone, di cui una sola dipendente a tempo determinato, essendo gli altri cooperativisti ex art.23
    Quando io dicevo che i nodi, prima o poi, sarebbero venuti al pettine avevo ragione, anche se qualcuno la pensava diversamente, e, fino a qualche giorno fa, si ostinava a chiedere la “stabilizzazione del personale precario”.
    Gli esuberi (30.000 persone) sono nella totalità rappresentati dai precari che, a vario titolo, lavorano (o, meglio, dovrebbero lavorare) nelle pubbliche amministrazioni.
    Mi auguro che non si arrivi al licenziamento, ma queste persone non devono fare le vittime.
    Il termine “a tempo determinato” non ha bisogno di chiarimenti, visto che significa che il rapporto di lavoro inizia ad una certa data e ad un’altra deve cessare.
    Avrebbero dovuto cercare altre sistemazioni stabili, invece di vegetare in attesa di una soluzione politica ad una situazione che, di per sè stessa, non è risolvibile se non con la cessazione del rapporto di lavoro.
    Un mio carissimo amico (ciao, Giovanni), ex art. 23, oltre 10 anni fa ha cercato ed ha trovato, vincendo un concorso in una pubblica amministrazione.
    Ha accettato di lavorare alle dogane di Como, con prima assegnazione Brogeda (-20 d’inverno), con grandi sfottò di chi è rimasto, da eterno precario, a Messina.
    Gli altri cooperativisti non ci hanno nemmeno provato (“io vogghiu stari a Missina”).
    Adesso che non si lamentino.

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