Tasse per tutti, gli studenti tornano ad attaccare l’Università. Che scarica sull’Ersu

Tasse per tutti, gli studenti tornano ad attaccare l’Università. Che scarica sull’Ersu

Danila La Torre

Tasse per tutti, gli studenti tornano ad attaccare l’Università. Che scarica sull’Ersu

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martedì 13 Maggio 2014 - 06:05

Nuovo documento degli specializzandi delle professioni legali, che tornano a contestare il modus operandi dell’amministrazione universitaria. L’Ateneo peloritano sostiene però che deve essere l’Ersu ad erogare le borse di studio e garantire il diritto allo studio

E’ ancora scontro tra i vertici dell’Università e gli studenti sul fronte tasse. Tornano, infatti, a far sentire la loro voce gli iscritti alla Scuola di Scuola di Specializzazione per le Professioni Legali , secondo cui la mancata applicazione dell’esenzione è una stortura tutta messinese, che non ha giustificazioni.

Senato e Cda hanno recentemente “sentenziato” che il sistema del passato era errato (vedi correlato), ma i futuri avvocati non si piegano a questa tesi ed invitano l’Università a correre ai ripari, per garantire anche ai ragazzi meno abbienti il diritto allo studio. Da Piazza Pugliatti sostengono, però, che è l’Ersu che deve provvedere con fondi propri all’erogazione delle borse di studio, senza gravare sul bilancio dell’Ateneo.

Nel documento inviato alla nostra redazione, gli specializzandi sottolineano che «è la legge, tramite il dlgs 68/2012 art. 9 co.2 e il dpcm 9 aprile 2001 art. 8, a stabilire quale criterio per la dispensa dal pagamento l’utilizzo delle graduatorie stilate dalla Regione nell’assegnazione delle borse di studio». Ritengono , quindi, che «nel caso di specie sarebbe proprio la legge, allora, ad aver determinato la lamentata e presunta incisione sulle finanze dell’Università»

Completamente diversa la posizione dell’Università secondo cui – come spiegato in un recente comunicato – la graduatoria pubblicata dall’Ersu di Messina, a definizione della procedura per il conferimento delle borse di studio per l’anno accademico 2013/2014, è “priva di effetti, in particolare per ciò che concerne l’utilizzo dei fondi dell’Ateneo”. Gli specializzandi si chiedono, tuttavia, perché il bando dell’Ersu, se considerato illegittimo, non sia stato impugnato nelle sedi opportune e perché solo adesso, «contrariamente a quanto fino agli anni precedenti ritenuto, l’esercizio di tale competenza viene considerato dall’Università degli Studi di Messina come un’indebita incisione sui propri assetti finanziari».

In realtà, l’Ateneo peloritano la risposta l’ha già fornita in quello stesso comunicato inviato dopo le sedute di Cda e Senato accademico, spiegando che il proprio modus operandi è supportato e giustificato dal nuovo quadro legislativo, tale per cui il bando pubblicato in data 20/6/13 dall’Ersu, «nel quale si fa riferimento a una normativa non più in vigore», è stato superato ed è quindi privo di effetti.

La spiegazione fornita dall’Università non convince però gli studenti che studiano da avvocati, i quali – per dare forza e vigore alla loro tesi, e cioè che è l’Università che deve provvedere a rimborsare le tasse agli studenti inseriti nella graduatoria dell’Ersu – ricordano che anche altre prestigiose Università italiane, per l’esenzioni contributive, si affidano alle graduatorie stilate da istituzioni ed enti equivalenti all’ Ersu. Così l’Unversità Statale di Milano, l’Università di Roma La Sapienza e l’Università di Napoli Federico II.

«E si potrebbe continuare, citando i regolamenti di moltissimi altri Atenei, facilmente reperibili nei rispettivi indirizzi internet, a differenza di quanto sembra avvenire nel caso dell’Università di Messina, il cui regolamento, se mai adottato, non risulta affatto facilmente reperibile e consultabile, con l’ulteriore conseguenza di non avere, allo stato, alcuna pubblicità e conoscenza degli effettivi criteri stabiliti in materia», continuano gli specializzandi con evidente tono polemico.

Il regolamento di cui parlano gli specialzzandi è il Regolamento Tasse , che dall’Università assicurano essere stato già redatto.

Viste le premesse, la querelle tra gli studenti ed i vertici dell’Atene sembra destinata a continuare e non è escluso che arrivi nelle aule del Tribunale. Gli specializzandi non sembrano, infatti, intenzionati a retrocedere di un passo, neanche di fronte al parere dell’Avvocatura su cui si fonda la linea interpretativa seguita dall’amministrazione univesritaria, a proposito del quale scrivono testualmente: «lungi dall’avere qualsivoglia carattere vincolante, proviene dallo stesso organo che ne eserciterebbe, in caso di contenzioso, la difesa in giudizio ed assume, pertanto, il medesimo valore di un parere legale reso da un professionista privato».

Oltre che nel merito, gli specializzandi contestano l’atteggiamento dell’Ateneo anche nella forma sottolineando che ad oggi non hanno ricevuto alcuna risposta alla diffida inviata lo scorso 21 marzo e non è stato concesso loro l’accesso agli atti al fine di ottenere chiarimenti sulla regolamentazione dell’esonero dal pagamento delle tasse. I futuri avvocati si dicono «sconcertati dal silenzio dell’Ateneo su una materia di così elevato interesse per gli studenti e le loro famiglie».

Danila La Torre

IN ALLEGATO IL DOCUMENTO INTEGRALE DEGLI SPECIALIZZANDI

2 commenti

  1. puzza di bruciato 13 Maggio 2014 11:40

    Per favore chiudete questo stipendificio!!!!!!

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  2. puzza di bruciato 13 Maggio 2014 11:40

    Per favore chiudete questo stipendificio!!!!!!

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