Operazione Riciclo, via al processo su TirrenoAmbiente e il comune di Mazzarrà

Operazione Riciclo, via al processo su TirrenoAmbiente e il comune di Mazzarrà

Alessandra Serio

Operazione Riciclo, via al processo su TirrenoAmbiente e il comune di Mazzarrà

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lunedì 09 Aprile 2018 - 22:22

Resta a Barcellona il dibattimento sui rapporti tra la società che gestiva la discarica e il comune allora guidato dal sindaco Bucalo. Il municipio e la società saranno parti civili.

Resta a Barcellona il processo sui rapporti tra la società TirrenoAmbiente e il comune di Mazzarrà Sant'Andrea. Lo ha deciso il Tribunale della città del Longano (presidente Alligo) che ieri mattina ha aperto il dibattimento, rigettando tutte le eccezioni dei difensori degli imputati. In particolare i legali hanno presentato una eccezione di incompetenza territoriale, chiedendo che ad occuparsi del processo fossero i giudici di Messina e non quelli barcellonesi.

Ma la Corte, alla fine di una lunga camera di consiglio durata quasi l'intera mattinata, ha disposto con ordinanza, tra le altre cose, il rigetto dell'udienza. Si va avanti a Palazzo di Giustizia di Barcellona, quindi, e si torna in aula il prossimo 9 luglio.

Prima di aggiornare i giudici hanno ammesso le parti civili, ovvero il comune di Mazzarrà e Messinambiente.

Alla sbarra ci sono l’ex sindaco di Mazzarrà Salvatore Bucolo ed i vertici della TirrenoAmbiente, ovvero gli ex amministratori delegati della stessa società mista che si sono succeduti nel Cda: Giuseppino “Pino” Innocenti e Giuseppe Antonioli, l’ex senatore piemontese di Forza Italia Lorenzo Piccioni, all’epoca amministratore delegato, l’ex presidente Antonello Crisafulli. Dovranno rispondere a vario titolo di corruzione e peculato. Tutti furono arrestati nel 2015 ad eccezione di Crisafulli.

Il clamoroso blitz dei Finanzieri partì dalla verifica sui rapporti economici e le autorizzazioni all’impianto tra il comune tirrenico e la società che gestiva uno dei principali impianti di smaltimento della Sicilia Orientale.

Secondo l’ipotesi principale della Procura, il Comune non avrebbe incassato l’indennizzo da parte della società, o lo avrebbe incassato in misura “agevolata”. Una “mossa” voluta scientificamente dal Comune, soprattutto dal sindaco che ne avrebbe avuto il suo tornaconto, secondo gli inquirenti.

Impegnati nelle difese gli avvocati Calderone, Cacia, Tortora, Dalmazio, Scheda e Corsaro,infine Pirrone e Celi per le parti civili.

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