Trasporto disabili gravi e anziani soli, 24 sindaci si mobilitano per scongiurare la sospensione del servizio

Trasporto disabili gravi e anziani soli, 24 sindaci si mobilitano per scongiurare la sospensione del servizio

Carmelo Caspanello

Trasporto disabili gravi e anziani soli, 24 sindaci si mobilitano per scongiurare la sospensione del servizio

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venerdì 19 Febbraio 2016 - 23:48

Parliamo di circa 70 utenti, di cui 60 fissi, che usufruiscono dei trasporti quotidianamente e una decina solo saltuariamente per visite prevalentemente ospedaliere; 22 utenti sono soltanto fra S. Alessio e Santa Teresa. E tanti sono rimasti esclusi

Si profilano disagi per i portatori di disabilità grave e gli anziani soli del versante jonico messinese, residenti nei paesi che ricadono nel distretto socio-sanitario D32 di Taormina, che necessitano del servizio di trasporto verso i centri diurni, riabilitativi e i luoghi di cura. Parliamo di circa 70 utenti di cui 60 fissi cioè che usufruiscono dei trasporti quotidianamente e una decina solo saltuariamente per visite prevalentemente ospedaliere; 22 utenti sono soltanto fra S. Alessio e Santa Teresa, per non parlare di tutti quelli che sono rimasti esclusi perché il monte ore della cooperativa è saturo. Nel mirino è finito il piano di zona 2013-15 del distretto taorminese, appena approvato dalla Regione, che annovera molte voci tra cui la casa per l'Alzheimer, il fondo anticrisi, l'accoglienza per donne e minori, i laboratori per l'autonomia. La mobilità sociale, già attuata nel precedente Piano di zone, vista la grande utilità riscontrata è proseguita anche nel triennio 2010-2012 (quello attualmente in vigore) ed è stata prevista per il successivo, 2013-15. “E fin qui – evidenzia Antonella Aliberti, presidente dell’associazione Dispari onlus di S. Teresa – tutto bene. Allora dove sta il problema? L'assurdo – chiosa – è che un servizio riconosciuto da tutti, sindaci compresi, come utile e necessario, è stato riproposto nel nuovo piano di zona che sta per avviarsi soltanto per 12 mesi e per di più nella terza annualità, sarebbe a dire fra tre anni. Risultato: il 23 marzo finisce il servizio e gli utenti rimangono a casa. Ne riparliamo fra tre anni. Sempre se tutto andrà bene.

Ora – prosegue Aliberti – dal momento che la nostra zona è totalmente scoperta dal punto di vista della riabilitazione domiciliare, sia pubblica che privata, ne consegue che le famiglie che non dispongono di mezzi di trasporto idonei o anziani che non hanno le possibilità economiche per pagare qualcuno e farsi accompagnare, si vedranno costretti a lasciare i ragazzi con disabilità a casa. Senza terapia, senza socializzazione e senza visite nei centri di cura. E gli anziani abbandonati al proprio destino nella solitudine e nell'indifferenza di tutti. Come associazione, sebbene già dallo scorso gennaio abbiamo più volte sollecitato un intervento sia del distretto sia degli enti locali – conclude Aliberti – chiediamo adesso con urgenza che la conferenza dei sindaci in seno al gruppo piano si faccia carico delle necessità degli utenti e che trovi in tempi brevissimi la soluzione migliore affinché a nessuno venga negato il diritto alla cura , alla riabilitazione ed alla socializzazione”. La risposta non si è fatta attendere.

Lunedì i familiari dei 15 disabili di Santa Teresa di Riva si incontreranno con l’assessore ai Servizi sociali, Annalisa Miano, per illustrare la grave situazione che si verrebbe a creare. Intanto l’assessore Miano ha sensibilizzato i sindaci dei 24 Comuni del Distretto, i quali hanno sottoscritto un documento inviato al nel quale si chiede che venga garantita la continuità del servizio “in quanto la sua sospensione determinerebbe gravi disagi agli utenti e alle loro famiglie, senza sottovalutare che in assenza di adeguate terapie si rischia di compromettere i risultati raggiunti dagli utenti fino a questo momento”.

Carmelo Caspanello

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