Le quote rosa usate per giochi di potere degli uomini: Liberi e Uguali e Lega

Le quote rosa usate per giochi di potere degli uomini: Liberi e Uguali e Lega

Rosaria Brancato

Le quote rosa usate per giochi di potere degli uomini: Liberi e Uguali e Lega

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martedì 06 Marzo 2018 - 10:03

Liberi e Uguali ha usato l'elettorato della Sicilia Orientale per far eleggere Guglielmo Epifani, lasciando fuori la messinese Maria Flavia Timbro. La Lega conferma grazie al paracadute l'higlander Lo Monte, da 20 anni in Parlamento. La seconda in lista era Marina Trimarchi. Altro che rinnovamento della classe dirigente......

Ho già scritto di come nella predisposizione delle liste per le Politiche le quote rosa siano state utilizzate per rafforzare il potere degli uomini (leggi qui). Questo è stato vero soprattutto nel caso delle pluricandidature delle donne che, elette in altri Collegi, liberavano il posto di un uomo, il secondo nel Collegio di Messina.

Ad essere penalizzate sono state soprattutto le donne siciliane, quelle esponenti nei vari partiti che da anni fanno politica per le rispettive formazioni ma che si sono viste “fatte fuori” a causa di logiche di potere ma oltre al danno hanno avuto pure la beffa: messe fuori usando proprio il metodo delle quote rosa.

A urne chiuse, nel ribadire ad esempio che Forza Italia ha presentato a Messina candidature che hanno comportato la levata di scudi di mezzo partito (ed i risultati si sono visti con il calo di consensi. Urania Papatheu è crollata a fronte dei voti andati a Grazia D’Angelo), voglio oggi citare altri due esempi di donne messinesi sacrificate sull’altare del potere maschile.

I casi rispettano la PAR CONDICIO del mancato rispetto per le quote rosa: uno è in casa Liberi e Uguali ed un altro nella Lega, Grasso e Salvini.

Iniziamo da LeU. Che il partito di Pietro Grasso e Laura Boldrini sia nato per far dispetto a Renzi e soprattutto per assicurare un gruppo di poltrone che altrimenti sarebbero saltate lo si è verificato a urne chiuse. Certo, il diavolo fa le pentole ma non i coperchi ed infatti D’Alema è rimasto fuori. Per il resto quella classe dirigente che voleva restare in Parlamento ci è riuscita attraverso il gioco dei listini. Grasso ad esempio, che ha perso nel Collegio uninominale nella “sua” Sicilia, è stato eletto col Plurinominale. Ma andiamo a Messina. Nella fase di predisposizione delle liste Liberi e Uguali ha calato dall’alto come capolista nei 3 collegi proporzionali della Sicilia Orientale, Guglielmo Epifani , deputato uscente ed ex segretario generale della Cgil. A seguire 3 donne nelle rispettive liste. Insomma l’intero elettorato di LeU della Sicilia Orientale è servito da portatore d’acqua per Epifani (che peraltro ha trascorso tutta la vita tra Roma e Milano). I voti che gli elettori hanno dato, nonché i consensi andati a Gabriele Siracusano, schierato all’Uninominale e che ha ottenuto uno dei migliori risultati della lista in tutto il Paese sono stati USATI per far eleggere Epifani. I messinesi erano convinti di votare i messinesi ed invece hanno votato per chi si è conservato così la poltrona.

A urne chiuse infatti dove è scattato il seggio per Epifani? Nella Sicilia Orientale, Collegio plurinominale di Messina-Barcellona-Enna. Chi è la seconda in lista? Maria Flavia Timbro, una delle migliori donne (e giovani) in politica che Messina abbia avuto in questi anni. Escludendo che gli elettori di LeU abbiano votato la lista perché c’era Epifani capolista, quel posto SPETTEREBBE DI DIRITTO A MESSINA, ad una esponente messinese che invece è stata usata e messa al secondo posto. E’ successa la stessa cosa nel 2013 con Sel e Laura Boldrini, che ha optato per la Sicilia Orientale lasciando fuori un’altra messinese: Sofia Martino.

Questo è il rispetto che LeU ha avuto per il nostro territorio.

Andiamo alla Lega.

La lista Noi con Salvini a Messina è stata costruita su misura per far restare a Roma l’higlander Carmelo Lo Monte.

Il pluriparlamentare messinese, ex assessore regionale, ex sindaco ex deputato regionale, ha usato infatti il paracadute: candidato nel collegio uninominale di Enna (dove è stato surclassato dai 5 stelle) e capolista nel Collegio Proporzionale della Camera di Messina.

Chi era seconda? La professoressa Marina Trimarchi, biologa, una delle esponenti migliori di Vento dello Stretto, associazione che con Piero Adamo e Ferdinando Croce in questi decenni ha dato tantissimo al nostro territorio.

Lo Monte ha perso la sfida all’Uninominale ma il paracadute ha funzionato e con i resti punta a restare, dopo oltre 20 anni in Parlamento. Perché Marina Trimarchi non era capolista? Perché Marina Trimarchi e Vento dello Stretto sono stati usati come portatori d’acqua. Evidentemente la passione di Lo Monte per la poltrona romana è stata tale da non potergli consentire un piccolo passo indietro nella lista per rinnovare la classe dirigente.

Questi due casi sono quelli che dovrebbero farci riflettere sul rispetto che i partiti hanno per le donne in politica messinesi.

Poi non si chiedano i big dei partiti perché il M5S asfalta tutti i rivali.

Andate a leggere i nomi delle elette del M5S. Messina ad esempio porta a Roma 4 donne (Grazia D’Angelo, Angela Raffa e Antonella Papiro e Barbara Floridia) e soli due uomini (D’Uva e Villarosa).

Nell’elenco dei parlamentari messinesi sarebbe stato bello leggere Maria Flavia Timbro e Marina Trimarchi. Invece leggiamo Guglielmo Epifani e Carmelo Lo Monte.

Non c’è altro da aggiungere.

Rosaria Brancato

2 commenti

  1. Credo che ne fossero pienamente a conoscenza al momento stesso della presentazione ed accettazione delle candidature. Di che lamentarsi? Sapevano di essere portatori di acqua e di voti l’una di Epifani e l’altra di Lo Monte hanno accettato la candidatura con tutti gli effetti positivi (visibilità) e negativi (portatori di voti ad altri) . O sono tutti caduti dalla naca solo dopo aver visto l’esito delle votazioni? E’ la legge elettorale e il plurinominale con i candidati dettati dalle segreterie dei partiti.

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  2. Brava Sarina …….. hai fatto ancora centro!!! il M5S ha portato tantissime donne in parlamento e questo dovrebbe far riflettere molto. Brava Sarina e Bravi M5S

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