Il Comune di Messina resta un ente a rischio dissesto. I punti deboli del Piano di riequilibrio

Il Comune di Messina resta un ente a rischio dissesto. I punti deboli del Piano di riequilibrio

Danila La Torre

Il Comune di Messina resta un ente a rischio dissesto. I punti deboli del Piano di riequilibrio

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mercoledì 03 Settembre 2014 - 22:06

Il default è ancora dietro l`angolo per Palazzo Zanca, che dovrà stare all`erta anche nel caso ottenesse dalla Corte dei Conti il placet sul piano di riequilibrio votato dal Consiglio comunale. Ecco cosa succederà nelle prossime settimane

Chi pensa che con la votazione del Piano di riequilibrio da parte del Consiglio Comunale il rischio dissesto sia definitivamente scongiurato si sbaglia di grosso. La partita è aperta, anzi la vera partita inizia adesso, perché su quella manovra finanziaria dovrà arrivare il giudizio tecnico-contabile del Ministero dell`Interno e della Corte dei Conti. Se facessero fede le dichiarazioni in aula del vice-sindaco ed assessore al bilancio Guido Signorino e del consigliere di Forza Italia Pippo Trischitta – mai accoppiamento di nomi risulterebbe più improbabile di questo – il piano adottato dalla Giunta Accorinti alla vigilia di Ferragosto sarebbe inattaccabile, ma a decretarne la sostenibilità saranno una sottocommissione ministeriale e la magistratura contabile della sezione di Palermo, che ormai da tempo ha acceso i riflettori sul nostro ente.

Secondo quanto prevede infatti il decreto 174/2012, convertito nella Legge 213/2012, entro 10 giorni dalla data di approvazione in Consiglio Comunale della delibera (quindi nel caso del Comune di Messina, entro il 12 settembre), il piano di riequilibrio finanziario pluriennale viene trasmesso sia alla competente Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti sia alla Commissione per la stabilità finanziaria degli enti locali.

Entro il termine di 60 giorni dalla data di presentazione del piano, un'apposita sottocommissione, composta esclusivamente da rappresentanti scelti dai Ministri dell'interno e dell'economia e delle finanze tra i dipendenti dei rispettivi Ministeri, apre quella che in gergo tecnico viene definita istruttoria, durante la quale viene valutato il piano sulla base delle Linee guida deliberate dalla Sezione delle autonomie della Corte dei conti e delle indicazioni fornite dalla competente Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti. Nel corso dell` istruttoria, la sottocommissione può formulare rilievi o richieste istruttorie, cui l'ente è tenuto a fornire risposta entro trenta giorni.

Terminata la fase istruttoria, la sottocommissione redige una relazione finale, con gli eventuali allegati, che viene trasmessa alla Sezione regionale di controllo della Corte dei Conti, la quale ha 30 giorni per deliberare sull'approvazione o sul diniego del piano, valutandone la congruenza ai fini del riequilibrio. La delibera di accoglimento o di diniego di approvazione del piano di riequilibrio finanziario pluriennale deve essere comunicata al Ministero dell'interno.

In caso di via libera da parte della Corte dei conti, Palazzo Zanca potrà beneficiare delle risorse messe a disposizione nel Fondo di rotazione, che viene alimentato dalle somme rimborsate dagli enti locali che ne usufruiscono. E` bene infatti ricordare che si tratta di un prestito da restituire in dieci anni (a Messina sono destinate circa 55 milioni di euro) e non di una "donazione".

Tanto in caso di approvazione quanto in caso di diniego del piano, la delibera della Corte dei Conti può essere impugnata entro 30 giorni dinanzi alle Sezioni riunite della Corte dei conti.

Anche in caso di approvazione del piano, la Corte dei Conti continuerà a giocare un ruolo fondamentale nella partita dell`ente per evitare il dissesto, perché dovrà vigilare sull'esecuzione dello stesso, adottando in sede di controllo, apposita pronuncia.

Il decreto 174/2012 prevede che ai fini del controllo dell'attuazione del piano di riequilibrio finanziario pluriennale approvato, l'Organo di revisione economico-finanziaria dell'ente trasmetta al Ministero dell'interno, al Ministero dell'economia e delle finanze e alla competente Sezione regionale della Corte dei Conti, entro quindici giorni successivi alla scadenza di ciascun semestre, una relazione sullo stato di attuazione del piano e sul raggiungimento degli obiettivi intermedi fissati dal piano stesso. Entro il 31 gennaio dell'anno successivo all'ultimo di durata del piano, il Collegio dei revisori dovrà anche redigere una relazione finale sulla completa attuazione dello stesso e sugli obiettivi di riequilibrio raggiunti.

Il decreto 174/2012 stabilisce testualmente che «la mancata presentazione del piano entro il termine di cui all'articolo 243-bis, comma 5, il diniego dell'approvazione del piano, l'accertamento da parte della competente Sezione regionale della Corte dei conti di grave e reiterato mancato rispetto degli obiettivi intermedi fissati dal piano, ovvero il mancato raggiungimento del riequilibrio finanziario dell'ente al termine del periodo di durata del piano stesso, comportano l'applicazione dell''articolo 6, comma 2, del decreto legislativo n. 149 del 2011, con l'assegnazione al Consiglio dell'ente, da parte del Prefetto, del termine non superiore a venti giorni per la deliberazione del dissesto».

Il rischio default, dunque, è ancora dietro l`angolo per il Comune di Messina, che dovrà stare all`erta anche nel caso ottenesse il placet sul piano di riequilibrio votato dall`aula poco prima dello scoccare della mezzanotte di martedì 2 settembre. La Corte dei conti continuerà a vigilare sul Comune di Messina e a verificare semestralmente che quanto scritto nel piano di riequilibrio venga attuato, per evitare che si trasformi in un libro dei sogni.

I PUNTI DEBOLI DEL PIANO DI RIEQUILIBRIO APPROVATO DAL CONSIGLIO COMUNALE

Come detto poc'anzi, nella fase istruttoria, la sottocommissione dovrà tenere conto delle Linee Guida della Corte dei conti, una sorta di vademecum stilato per garantire una interpretazione tendenzialmente uniforme delle norme che disciplinano la procedura di riequilibrio, che non deve essere utilizzata dagli enti «come dannoso escamotage» per evitare la dichiarazione di dissesto.

Siamo, dunque, andati, a spulciare le Linee guida impartite dalla Corte dei Conti per vedere quali sono i punti deboli del Piano di riequilibrio targato Signorino-Le Donne ed approvato dal Consiglio comunale.

1) Innanzitutto, le Linee guida stabiliscono che «presupposto necessario per accedere alla procedura di riequilibrio è la regolare approvazione del bilancio di previsione e dell`ultimo rendiconto nei termini di legge; ciò in quanto è necessario che le successive proiezioni abbiano come punto iniziale di riferimento una situazione consacrata in documenti ufficiali». Se per il previsionale 2014, il termine di approvazione scade il 30 settembre e dunque vale ancora il bilancio di previsione 2013, che risulta approvato dall`aula; il problema si pone per il consuntivo 2013, non ancora votato dal Consiglio comunale, nonostante i termini siano scaduti il 30 giugno scorso. A complicare la situazione c`è …""..anche il parere negativo dei revisori conti, che hanno evidenziato una serie di criticità e hanno attestato la deficitarietà strutturale dell`ente, condizione questa che rende impossibile l`adesione alla procedura di riequilibrio. La giunta Accorinti sta cercando di salvare il salvabile apportando al rendiconto i correttivi richiesti, anche se sul parametro 6, relativo alle spese del personale, ha una visione diversa rispetto a quella dei revisori. L`esecutivo di Palazzo Zanca ritiene, infatti, che nelle spese del personale non vanno conteggiati i costi del personale delle partecipate, contrariamente a quanto sostiene il Collegio dei revisori. Su questo parametro si gioca la deficitarietà strutturale dell`ente, di cui la Corte dei conti ovviamente terrà conto. Per sbrogliare la matassa, l`amministrazione Accorinti ha richiesto un parere al Ministero.

2) Nelle Linee guida, la Corte dei Conti suggerisce alla sottocommissione di andare a guardare «le delibere delle Sezioni regionali di controllo sui bilanci e sui rendiconti relative ad un significativo periodo», al fine di verificare se l`ente di cui stanno analizzando il piano è già stato richiamato per «situazioni di squilibrio e profili di irregolarità» che avrebbero potuto determinare il dissesto. Il Comune di Messina casca malissimo su questa prescrizione, visto che il biglietto da visita con cui si presenterà a Roma saranno – senza andare troppo lontano nel tempo – la delibera n.58, con cui la magistratura contabile ha bocciato il bilancio consuntivo 2012 e bloccato le spese di Palazzo Zanca e la delibera n.68con cui ha smontato invece la Relazione semestrale con riferimento al primo semestre 2013, evidenziando numerose e rilevanti criticità.

3) Le linee guida delle Corte dei Conti inseriscono tra i criteri di valutazione del Piano l`allineamento dei dati contabili degli organismi partecipati e la presenza dei contratti di servizio che regolino i rapporti tra l`ente e le sue società partecipate. In entrambi i casi, Palazzo Zanca è formalmente inadempiente. Quanto all`allineamento contabile, non può certo bastare la conferma dei dati contenuti nel Piano di riequilibrio data oralmente ai consiglieri comunali in sede di commissione bilancio da parte dei vertici di Amam, Messinambiente ed Atm. Quanto ai contratti di servizio, il piano ne parla ma materialmente non esistono ancora.

4) C`è infine la mole immensa di debiti fuori bilancio potenziali, che ammontano a 428.483.859,87 euro, con un impatto complessivo sul piano di riequilibrio pari a 213.108.351,1 euro. Uno degli elementi di debolezza del piano consiste nel fatto che per i debiti potenziali originati da contenziosi ancora in corso, l`amministrazione Accorinti – in questi 14 mesi alla guida della città – non ha provveduto a definirli attraverso apposite transazioni, ma si è limitata ad assegnare a ciascun debito un livello di rischiosità del 25%, del 50% e del 100%, prevedendo nel piano le somme da accantonare.

La palla passa adesso alla sottocommissione. Per dire se il Comune ha fatto gol o ha mandato la palla in tribuna dovremo attendere il responso del Ministero e della Corte dei Conti, che anche nella migliore delle ipotesi, cioè l`eventuale approvazione del Piano di riequilibrio, ci starà col fiato sul collo per i prossimi nove anni. Più di quanto non abbia fatto sino ad oggi. E sarà vietato sbagliare, perché non è previsto il terzo tempo.

Danila La Torre

24 commenti

  1. In effetti la situazione economico – finanziario dell’Ente rimane delicatissima anche dopo l’approvazione – da parte del Consiglio Comunale – del Piano Pluriennale di Riequilibrio per le motivazioni che ha bene illustrato la brava giornalista La Torre.Per cui il rischio che si possa arrivare alla deliberazione dello stato di dissesto sussiste ancora in modo rilevante.

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  2. In effetti la situazione economico – finanziario dell’Ente rimane delicatissima anche dopo l’approvazione – da parte del Consiglio Comunale – del Piano Pluriennale di Riequilibrio per le motivazioni che ha bene illustrato la brava giornalista La Torre.Per cui il rischio che si possa arrivare alla deliberazione dello stato di dissesto sussiste ancora in modo rilevante.

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  3. Praticamente, la sempre eccellente d.ssa La Torre ci informa di un fatto molto semplice: amministrazione e consiglio comunale hanno fatto uno show farsesco al solo scopo di prendere tempo, e nel frattempo si produrranno in pellegrinaggi e riti vari per chiedere grazie e intercessioni utili a non fare saltare il coperchio.

    Se qualcuno disse “C’è un giudice a Berlino!”, io spererei ce ne sia uno a Palermo e, prima ancora, un burocrate ‘serio’ a Roma.

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  4. Praticamente, la sempre eccellente d.ssa La Torre ci informa di un fatto molto semplice: amministrazione e consiglio comunale hanno fatto uno show farsesco al solo scopo di prendere tempo, e nel frattempo si produrranno in pellegrinaggi e riti vari per chiedere grazie e intercessioni utili a non fare saltare il coperchio.

    Se qualcuno disse “C’è un giudice a Berlino!”, io spererei ce ne sia uno a Palermo e, prima ancora, un burocrate ‘serio’ a Roma.

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  5. SCOOP SCOOP SCOOP SCOOP SCOOP. Cara Danila LA TORRE,come al solito un giornalismo economico puntuale frutto di un approfondito studio del Piano di Riequilibrio,sarebbe stato uno magnifico intervento in quel Consiglio Comunale oramai ridotto a una scena di cafon street,non solo per merito di STELLARIO Trischitta e MIMMO Santalco,ma anche della conduzione incerta di una presidentessa sprovveduta,mi riferisco ad Emila Barrile.Come sai nei giorni scorsi ho scritto la mia su alcune AZIONI previste dal piano,in particolare sull’AZIONE 1.1 relativa all’incremento degli introiti tributi per il contrasto all’evasione(con questa organizzazione ottocentesca degli uffici,ma chi ci crede);AZIONE 1.2 sulle economie di bilancio da TARES/TARI(un gioco di prestigio contabile,niente di più);AZIONE 1.3 ha a che fare con la revisione delle rendite catastali fatta in casa da Sergio DE COLA,in particolare del Centro Storico e delle circonvallazioni( la borghesia ricca della nostra città si metterà di traverso); AZIONE 1.4 è relativa alla riforma del catasto di Matteo Renzi,mancano i regolamenti attuativi.In tutto € 114.490.000,sono una grossa fetta delle RISORSE da reperire,incideranno su TARI,IMU,TASI,COSAP(i messinesi,ma ancora di più la rendita immobiliare e la borghesia non lo consentiranno MAI).Lo SCOOP è la delibera di Consiglio Comunale 18/C del 27/02/2012,quella proposta da Peppino BUZZANCA alla sua maggioranza di CENTRODESTRA,prima di scappare a gambe levate.Tratta del piano triennale di rientro per adeguarsi agli indirizzi della Corte dei Conti,ricordo risalenti a luglio del 2011 e ribaditi a novembre dello stesso anno.C’è di tutto,in particolare attraverso l’impegno sulla carta di riorganizzare Palazzo Zanca,con una serie interminabile di delibere,l’ammissione di non aver fatto nulla a questo proposito dall’insediamento del 2008,e poi cifre inventate come le alienazioni,giochi di prestigio contabili,ma anzitutto la scelta politica di aumentare la tassa rifiuti fino alla copertura integrale nel 2014,passando da un aumento del 30% nel 2012,fu poi del 22%,e poi l’aumento di tutti servizi a domanda individuale fino alla integrale copertura dei costi del servizio,addirittura la costituzione di uno specifico INTERVENTO nel bilancio di previsione,vincoltato all’equilibrio del bilancio pliriennale 2012-2014.Ecco perchè Peppino BUZZANCA fu trombato alle elezioni regionali del 2012 e il CENTRODESTRA diviso e poi sbaragliato a quelle comunali del 2013. Farebbero bene a leggerla attentamente a Palazzo Zanca,assessori e consiglieri. http://www.comune.messina.it/repository/archivio-atti/allegati/2012/Docs5682/18c.pdf

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  6. SCOOP SCOOP SCOOP SCOOP SCOOP. Cara Danila LA TORRE,come al solito un giornalismo economico puntuale frutto di un approfondito studio del Piano di Riequilibrio,sarebbe stato uno magnifico intervento in quel Consiglio Comunale oramai ridotto a una scena di cafon street,non solo per merito di STELLARIO Trischitta e MIMMO Santalco,ma anche della conduzione incerta di una presidentessa sprovveduta,mi riferisco ad Emila Barrile.Come sai nei giorni scorsi ho scritto la mia su alcune AZIONI previste dal piano,in particolare sull’AZIONE 1.1 relativa all’incremento degli introiti tributi per il contrasto all’evasione(con questa organizzazione ottocentesca degli uffici,ma chi ci crede);AZIONE 1.2 sulle economie di bilancio da TARES/TARI(un gioco di prestigio contabile,niente di più);AZIONE 1.3 ha a che fare con la revisione delle rendite catastali fatta in casa da Sergio DE COLA,in particolare del Centro Storico e delle circonvallazioni( la borghesia ricca della nostra città si metterà di traverso); AZIONE 1.4 è relativa alla riforma del catasto di Matteo Renzi,mancano i regolamenti attuativi.In tutto € 114.490.000,sono una grossa fetta delle RISORSE da reperire,incideranno su TARI,IMU,TASI,COSAP(i messinesi,ma ancora di più la rendita immobiliare e la borghesia non lo consentiranno MAI).Lo SCOOP è la delibera di Consiglio Comunale 18/C del 27/02/2012,quella proposta da Peppino BUZZANCA alla sua maggioranza di CENTRODESTRA,prima di scappare a gambe levate.Tratta del piano triennale di rientro per adeguarsi agli indirizzi della Corte dei Conti,ricordo risalenti a luglio del 2011 e ribaditi a novembre dello stesso anno.C’è di tutto,in particolare attraverso l’impegno sulla carta di riorganizzare Palazzo Zanca,con una serie interminabile di delibere,l’ammissione di non aver fatto nulla a questo proposito dall’insediamento del 2008,e poi cifre inventate come le alienazioni,giochi di prestigio contabili,ma anzitutto la scelta politica di aumentare la tassa rifiuti fino alla copertura integrale nel 2014,passando da un aumento del 30% nel 2012,fu poi del 22%,e poi l’aumento di tutti servizi a domanda individuale fino alla integrale copertura dei costi del servizio,addirittura la costituzione di uno specifico INTERVENTO nel bilancio di previsione,vincoltato all’equilibrio del bilancio pliriennale 2012-2014.Ecco perchè Peppino BUZZANCA fu trombato alle elezioni regionali del 2012 e il CENTRODESTRA diviso e poi sbaragliato a quelle comunali del 2013. Farebbero bene a leggerla attentamente a Palazzo Zanca,assessori e consiglieri. http://www.comune.messina.it/repository/archivio-atti/allegati/2012/Docs5682/18c.pdf

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  7. Di tutto questa situazione debitoria dobbiamo ringraziare i nostri cari ex sindaci (la lista sarebbe bella lunga).
    In particolare il sig. xxxxxxxxxx che percepisce, pur essendo un condannato, la somma di € 10.000 mensili se fosse davvero un xxxxxxxxxxxxx.
    Anche le xxxxxxxxxxxxx restituiscano il xxxxxxxx subito!
    I Messinesi dovrebbero pretendere un risarcimento da questi xxxxx.

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  8. Di tutto questa situazione debitoria dobbiamo ringraziare i nostri cari ex sindaci (la lista sarebbe bella lunga).
    In particolare il sig. xxxxxxxxxx che percepisce, pur essendo un condannato, la somma di € 10.000 mensili se fosse davvero un xxxxxxxxxxxxx.
    Anche le xxxxxxxxxxxxx restituiscano il xxxxxxxx subito!
    I Messinesi dovrebbero pretendere un risarcimento da questi xxxxx.

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  9. Amo la mia Città è spero di sbagliarmi ma questo piano è un boomerang, sottolineo che è stato richiesto l’aggiornamento dei valori catastali x il patrimonio immobiliare in un momento di grave crisi x tutti da parte di un Comune che non sana mai la propria gestione deficitaria. Da anni scrivo che è necessario affrontare alla radice i mali storici che determinano gli squilibri gestionali. Mali e rimedi che a mio giudizio dovevano essere posti in sede politica nazionale! Così invece ogni gg che passa si determinano solo altri debiti. Mi dispiace che non si comprenda come sia necessario, tra l’altro, trovare una soluzione in sede politica per mandare in pre pensionamento 400/500 dipendenti tra quelli diretti ed indiretti dell’Ente, contestualmente all’adozione dei piani di ristrutturazione delle partecipate e di riorganizzazione amministrativa del comune (a tal proposito poteva chiedersi al Ministero l’invio con la mobilità di qualche nuovo dirigente). Questo piano di riequilibrio, a mio giudizio, servirà solo ad allungare l’agonia di una Città che ha bisogno urgentemente di azioni forti e concrete e di fatto tenta di avere coperture finanziarie che copriranno anche responsabilità per diverse!. INOLTRE TECNICAMENTE mi pare un piano “insufficiente, debole e pericoloso”. Spero comunque di essere troppo preoccupato e quindi di sbaglarmi. Ma….

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  10. Amo la mia Città è spero di sbagliarmi ma questo piano è un boomerang, sottolineo che è stato richiesto l’aggiornamento dei valori catastali x il patrimonio immobiliare in un momento di grave crisi x tutti da parte di un Comune che non sana mai la propria gestione deficitaria. Da anni scrivo che è necessario affrontare alla radice i mali storici che determinano gli squilibri gestionali. Mali e rimedi che a mio giudizio dovevano essere posti in sede politica nazionale! Così invece ogni gg che passa si determinano solo altri debiti. Mi dispiace che non si comprenda come sia necessario, tra l’altro, trovare una soluzione in sede politica per mandare in pre pensionamento 400/500 dipendenti tra quelli diretti ed indiretti dell’Ente, contestualmente all’adozione dei piani di ristrutturazione delle partecipate e di riorganizzazione amministrativa del comune (a tal proposito poteva chiedersi al Ministero l’invio con la mobilità di qualche nuovo dirigente). Questo piano di riequilibrio, a mio giudizio, servirà solo ad allungare l’agonia di una Città che ha bisogno urgentemente di azioni forti e concrete e di fatto tenta di avere coperture finanziarie che copriranno anche responsabilità per diverse!. INOLTRE TECNICAMENTE mi pare un piano “insufficiente, debole e pericoloso”. Spero comunque di essere troppo preoccupato e quindi di sbaglarmi. Ma….

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  11. non preoccupiamoci tanto appena la corte dei conti boccerà sta fesseria si dichiara il dissesto..

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  12. non preoccupiamoci tanto appena la corte dei conti boccerà sta fesseria si dichiara il dissesto..

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  13. Come al solito il mio commento è stato moderato immotivatamente visto che non erano presenti parolacce ma soltato i nomi degli ex sindaci condannati e relative mogli.
    Noto che altri commenti riportano i nominativi degli attuali assessori allora perchè moderare il mio commento?
    Questo giornale purtroppo è di parte e l’informazione non è libera.
    Ho chiuso con tempostretto!

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  14. Come al solito il mio commento è stato moderato immotivatamente visto che non erano presenti parolacce ma soltato i nomi degli ex sindaci condannati e relative mogli.
    Noto che altri commenti riportano i nominativi degli attuali assessori allora perchè moderare il mio commento?
    Questo giornale purtroppo è di parte e l’informazione non è libera.
    Ho chiuso con tempostretto!

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  15. Perchè non lo chiedi anche a chi xxxxxxxxx percepiscono un xxxxxxxxx per un lavoro precario che li ha resi loro xxxxxxxx?

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  16. Perchè non lo chiedi anche a chi xxxxxxxxx percepiscono un xxxxxxxxx per un lavoro precario che li ha resi loro xxxxxxxx?

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  17. “trovare una soluzione in sede politica per mandare in pre pensionamento 400/500 dipendenti tra quelli diretti ed indiretti dell’Ente”.
    Ad andare a casa sarebbero solo i precari.
    George

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  18. “trovare una soluzione in sede politica per mandare in pre pensionamento 400/500 dipendenti tra quelli diretti ed indiretti dell’Ente”.
    Ad andare a casa sarebbero solo i precari.
    George

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  19. hanno provato a restare incollati alla sedia,ci penserà la Corte dei Conti a schiodarli……..

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  20. hanno provato a restare incollati alla sedia,ci penserà la Corte dei Conti a schiodarli……..

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  21. SCOOP! SCOOP! MARIEDIT, il PRIVILEGIATO di TEMPOSTRETTO, Si permette, con il PERMESSO (scusate la ripetizione) di storpiare i nomi di TRISCHITTA e SANTALCO senza incorrere in alcuna censura facendoli rientrare nel novero dei nomi di CAFON STREET!!!!!!!! MA QUANTI COMMENTI DI LUCCIO AVETE CENSURATO E NON PUBBLICATO SOLO PERCHE’ SI RIVOLGEVANO IN MANIERA PIU’ CHE SARCASTICA A MARIEDIT!!!!!!
    MAX HAI RAGIONISSIMA!!!!!!!!!!!!

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  22. SCOOP! SCOOP! MARIEDIT, il PRIVILEGIATO di TEMPOSTRETTO, Si permette, con il PERMESSO (scusate la ripetizione) di storpiare i nomi di TRISCHITTA e SANTALCO senza incorrere in alcuna censura facendoli rientrare nel novero dei nomi di CAFON STREET!!!!!!!! MA QUANTI COMMENTI DI LUCCIO AVETE CENSURATO E NON PUBBLICATO SOLO PERCHE’ SI RIVOLGEVANO IN MANIERA PIU’ CHE SARCASTICA A MARIEDIT!!!!!!
    MAX HAI RAGIONISSIMA!!!!!!!!!!!!

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  23. Caro George, la questione non è dipendenti e precari la questione è che non sono sufficienti le risorse per mantenere tutti questi dipendenti, salvo che attraverso nuovi piani industriali non si riqualifichino e diventino risorse produttive. Ciò significa che con i sindacati deve trovarsi un accordo, ad esempio le officine dell’ATM non solo devono essere rinforzate di meccanici ed attrezzature ma devono servire alle riparazioni di tutto il parco mezzi del Comune e, poi, competere sul mercato delle riparazioni dei mezzi pesanti con le aziende private! Poi bisogna che l’ATM assolva nuove funzioni quali l’espurgo fogne, la manutenzione della segnaletica orizzontale e vertivace, la manutenzione degli impianti elettrici cittadini, ecc… solo rendendo produttive le maestranze si può andare avanti. Non certo pagando stipendi a chi non produce e ricorrendo per tutto ciò che occorre a ditte esterne!!! Analogamente x tutte le partecipate e per i dipendenti comunali in eccesso.

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  24. Caro George, la questione non è dipendenti e precari la questione è che non sono sufficienti le risorse per mantenere tutti questi dipendenti, salvo che attraverso nuovi piani industriali non si riqualifichino e diventino risorse produttive. Ciò significa che con i sindacati deve trovarsi un accordo, ad esempio le officine dell’ATM non solo devono essere rinforzate di meccanici ed attrezzature ma devono servire alle riparazioni di tutto il parco mezzi del Comune e, poi, competere sul mercato delle riparazioni dei mezzi pesanti con le aziende private! Poi bisogna che l’ATM assolva nuove funzioni quali l’espurgo fogne, la manutenzione della segnaletica orizzontale e vertivace, la manutenzione degli impianti elettrici cittadini, ecc… solo rendendo produttive le maestranze si può andare avanti. Non certo pagando stipendi a chi non produce e ricorrendo per tutto ciò che occorre a ditte esterne!!! Analogamente x tutte le partecipate e per i dipendenti comunali in eccesso.

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