“L’introduzione della doppia preferenza di genere ha sollevato non pochi dubbi che, in parte, sento di condividere. Sono più che fondate, infatti, le perplessità e le critiche di chi afferma che la modifica suddetta possa “agevolare” il voto di scambio, favorire i c.d. “portatori di voti” e le vecchie logiche politico-clientelari”. Così in un comunicato il vice-segretario del partito democratico Armando Hyerace.
“Il problema – continua il rappresentante del Pd – non è garantire, attraverso tecnicismi, la pura e semplice partecipazione delle donne in quanto tali, ma coinvolgere nella vita politica donne – e uomini – eticamente e moralmente spendibili, dalla comprovata capacità politica e amministrativa. Insomma, i veri requisiti dovrebbero andare oltre la semplice appartenenza ad un genere sessuale e riconoscere la propria vera essenza nella meritocrazia e nel senso delle istituzioni”.
“Ciò posto – scrive ancora – credo che il Partito Democratico, che ha fortemente voluto questa modifica, abbia una vera occasione per far fugare ogni comprensibile dubbio: sarà una grande opportunità per favorire l'accesso nelle istituzioni di donne davvero capaci e rappresentative o l’ennesimo strumento elusivo utilizzato ad uso e consumo dei meri portatori di voti?”.
“Come vice segretario conclude Hyerace – non posso, pertanto, che garantire il mio impegno affinchè lo strumento venga correttamente utilizzato proprio per assicurare maggiore qualità all’interno dei consessi cittadini, opponendomi fermamente a logiche che potrebbero condurre ad un esito simile a quello delle primarie del 30 dicembre. Affinchè la politica possa ritrovare nei fatti e nelle persone la propria piena legittimazione, rinunciando a bieche ipocrisie travestite da misure di ordine, apparentemente, sociale”.
