Operazione Coccodrillo, condanne definitive per lo spaccio sull'asse Messina-Palermo

Operazione Coccodrillo, condanne definitive per lo spaccio sull’asse Messina-Palermo

Alessandra Serio

Operazione Coccodrillo, condanne definitive per lo spaccio sull’asse Messina-Palermo

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giovedì 09 Luglio 2015 - 22:53

Solo 2 i ricorsi accolti dalla Cassazione dopo la sentenza del processo scaturito dal blitz dei Carabinieri sul giro di spaccio gestito da 2 gruppi: i messinesi operanti tra Gravitelli e Camaro e i pusher di Santo Stefano di Camastra.

Diventano definitive le condanne emesse alla fine del processo “Coccodrillo”, l’operazione dei Carabinieri su un vasto giro di droga tra Messina, la provincia tirrenica e i rifornitori napoletani.

La Corte di Cassazione ha rigettato i ricorsi presentati dai difensori da 19 dei 28 imputati che a fine 2014 erano stati condannati dalla Corte d’appello di Messina. Per tutti, tranne che per due imputati. E cioè per Cristian Burrascano, al quale i giudici della Suprema Corte hanno riconosciuto le attenuanti non riconosciute in secondo grado, riducendo perciò la condanna. E per Emil Skenderovic, a cui è stata annullata la condanna per il resto fine di detenzione di pistola, mentre è da rifare il processo per l’accusa di associazione: la Cassazione ha infatti dato ragione ai difensori, gli avvocati Diego Lanza ed Eugenio Benvegna, ed annullato la sentenza per mancato riconoscimento delle attenuanti generiche, rinviando gli atti alla Corte d’appello di Reggio Calabria.

In appello a Messina, a fine 2014, erano state emesse 28 condanne, la più alta a 10 anni, quasi tutte ridotte rispetto a quelle decise in abbreviato, nel 2013, dal Gup Marino per 30 dei 31 imputati iniziali. Gli arresti erano stati 45. I giudici di secondo grado avevano fatto cadere per molti imputati il reato di associazione finalizzata al traffico.

Cinque anni di indagini avevano consentito ai militari di smantellare due grosse organizzazioni criminali che trafficavano droga con i clan palermitani e della locride. A Messina giungevano chili e chili di cocaina, hashish e marijuana. Grazie ad intercettazioni telefoniche ed ambientali e pedinamenti gli inquirenti scoprirono un vasto traffico di droga fra l’organizzazione con base a Messina ed i clan di Palermo e della locride.

L’altro gruppo, invece, operava sul versante tirrenico della provincia, in particolare a Mistretta, S.Stefano di Camastra, Villafranca Tirrena, Rometta e Patti ed aveva collegamenti a Palermo. L’organizzazione messinese, secondo l’accusa, acquistava marijuana in provincia di Reggio Calabria e la cocaina e l’hashish nel palermitano. Nel corso delle indagini furono sequestrati circa 14 chili di marijuana ed hashish.

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