Lo spaccio in zona sud, 14 condanne e 5 proscioglimenti all'udienza "Biancaneve"

Lo spaccio in zona sud, 14 condanne e 5 proscioglimenti all’udienza “Biancaneve”

Alessandra Serio

Lo spaccio in zona sud, 14 condanne e 5 proscioglimenti all’udienza “Biancaneve”

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mercoledì 26 Novembre 2014 - 08:15

Altri sette imputati hanno scelto il rito abbreviato, 2 vogliono chiudere il processo in abbreviato, 14 hanno scelto di patteggiare. Il blitz scattó a giugno

Vanno dai cinque anni di reclusione ai sei mesi le pene ratificate ieri dal Gup Giovanni De Marco alla fine dell’udienza preliminare sull’operazione Biancaneve, l’indagine dei carabinieri sul giro di droga in zona sud gestito da giovanissimi e “figli d’arte”.

Dei 29 indagati al vaglio, 14 di loro hanno scelto di patteggiare, chiudendo così il primo grado. Ecco il dettaglio: 5 anni per Antonino Tavilla, 2 anni per Ludovico Spuria e Nicolas Cannavó, un anno e 4 mesi per Giuseppe Viola, un anni e 8 mesi per Fabio Abate, Andrea Aloisio Oteri, Angelo Barnà. Ventitrè mesi per Cristian De Stefano, Giampiero Bitto e Antonio Micali. 10 mesi per Giuseppe Pietro Trimarchi, un anno e 2 mesi per Letizia Maria Barbera, 6 mesi per Simona Minutoli.

Sette imputati hanno optato per il rito ordinario e sono stati rinviati a giudizio: verranno processati da 19 marzo prossimo dai giudici della II sezione Penale Tommaso Mangano, Lavinia Trimarchi, Francesca Melania Billé, Vincenzo Quattrocchi, Antonino Bonaffini, Giulia Minutoli e Pietrina Giamboia. Prosciolti invece Antonino Giuseppe Utano, Rosario Mesiti, Emanuele Irrera, Giovanni Muscolino e infine Giovanna Giuseppa Cavò.

Torneranno davanti al Giudice il prossimo 9 dicembre invece i due “maggiorenni” del giro, Nicola Tavilla e Giuseppe Mazzù, che hanno scelto il rito abbreviato.

Il blitz dei Carabinieri e’ scattato alla fine del giugno scorso tra Santa Margherita e i dintorni. Dopo mesi di intercettazioni e pedinamenti gli investigatori hanno ricostruito un fitto giro di spaccio al minuto, a giovanissimi e maggiorenni, tra i villaggi della zona sud di Messina. A capo di tutto, Antonio Tavilla, figlio del più noto Nicola. Coinvolte anche le compagne e le fidanzate dei pusher. A far scattare l’inchiesta era stata invece la denuncia di una madre allarmata dalle cattive compagnie del figlio, che stava prendendo una brutta strada. A battezzare il blitz, il soprannome di “nano” dato da alcuni indagati ad uno del giro.

8 commenti

  1. arresti inutili, purtroppo il 90% dei giovani di oggi si droga e non ha la minima idea quali siano le conseguenza dall’altro lato c’è chi fa un business in quanto disoccupati fornendo agli sciocchi di queste sostanze nocive per la salute che t rovinano la vita.

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  2. arresti inutili, purtroppo il 90% dei giovani di oggi si droga e non ha la minima idea quali siano le conseguenza dall’altro lato c’è chi fa un business in quanto disoccupati fornendo agli sciocchi di queste sostanze nocive per la salute che t rovinano la vita.

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  3. giuseppe bonanno 26 Novembre 2014 08:56

    ma almeno questi anni li fanno in carcere o sono già liberi.

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  4. giuseppe bonanno 26 Novembre 2014 08:56

    ma almeno questi anni li fanno in carcere o sono già liberi.

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  5. Angelo Silipigni 26 Novembre 2014 10:44

    facce di XXXXX

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  6. Angelo Silipigni 26 Novembre 2014 10:44

    facce di XXXXX

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  7. Lombroso non sbagliava poi tanto,con la sua teoria…….

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  8. Lombroso non sbagliava poi tanto,con la sua teoria…….

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