La rivoluzione delle donne elette a Palazzo dei Normanni

La rivoluzione delle donne elette a Palazzo dei Normanni

Rosaria Brancato

La rivoluzione delle donne elette a Palazzo dei Normanni

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martedì 30 Ottobre 2012 - 17:34

Per la prima volta dopo decenni due messinesi sono elette deputate all'Assemblea regionale. Bernadette Grasso e Valentina Zafarana. Ovviamente non erano in lista con i partiti tradizionali, che si guardano bene dal dar spazio alle donne, ma con M5S e Grande Sud. Speriamo sia l'inizio di una politica al femminile anche a Messina. Tempostretto ha dato loro voce prima delle urne e lo farà anche adesso, con più forza.

Ci son voluti due non partiti: M5S e Grande Sud per portare due donne messinesi all’Ars, dopo 60 anni. Se avessimo aspettato che un partito tradizionale, come Pdl, Pd, Udc etc. etc,si decidesse a puntare su una donna avremmo atteso invano. Invece dopo decenni Messina ha addirittura due donne all’Assemblea Regionale Siciliana: Valentina Zafarana (Movimento 5 Stelle) e Bernardette Grasso (Grande Sud). Chiariamolo subito, non sono due “tappabuchi” né “contorni”. Non chiamatele quote rosa, altrimenti ci arrabbiamo. Nella sezione video di Tempostretto (vedi video correlati) ci sono le interviste realizzate con Valentina Zafarana e Bernadette Grasso nei giorni pre-elettorali, per cercare di conoscere le loro storie e la loro passione per la politica, la voglia di scommettersi nonostante gli ostacoli che ancora oggi vengono messi sul percorso di una donna che decide di impegnarsi in questo mondo. Hanno storie differenti e idee politiche differenti, ma la stessa determinazione e chiarezza di obiettivi.

La prima messinese fu Paola Tocco Verducci, eletta nel ’47 con la Dc. Dottoressa in chimica e farmacia, fu anche assessore del governo Restivo-Alessi. L’ex sindaco Mario Bonsignore racconta poi di come, sul finire degli anni ‘80, nell’allora Dc bisognasse completare la lista con un nome e lui lo chiese alla sua segretaria di allora, Maria Pistorino. Il caso volle che per una serie di vicende, compresa la morte di Giuseppe Merlino nel novembre ’93, lei gli subentrò come ultima della lista e restò deputata per alcuni mesi. Non rientrava nei suoi piani,né nei suoi sogni e fu solo per volere del destino che approdò all’Ars. Ecco perché l’elezione del 28 ottobre è davvero “rivoluzionaria”: perché Grasso e Zafarana sono due donne che hanno voluto scommettersi ed hanno combattuto per vincere, ci hanno messo coraggio, entusiasmo ed idee. Stavolta non è stato il caso a metterci lo zampino, ma la ferrea volontà. Ed io spero che sia solo l’inizio di una politica al femminile anche a Messina. Sessant’anni sono davvero troppi, un’intera vita. Sessant’anni senza che una sola messinese abbia messo piede e testa all’Ars sa di discriminazione pesante.

“Io vado all’Ars con umiltà, come cittadina tra cittadini- dice Valentina Zafarana dopo una notte durata forse appena due ore, giusto il tempo di ricaricare le pile e capire che non è stato solo un sogno- e non sarò sola, siamo in 15, siamo una squadra e come sempre saremo insieme”.

Laureata in lettere classiche, 31 anni , è andata anche via, come tanti giovani, ma è tornata, come in pochi fanno, perché crede nella nostra terra.

“In queste settimane di campagna elettorale sentivamo che la gente ci stava vicina, ci dava sostegno consigli, segnalazioni, dimostrazioni di affetto. Tutti ci hanno promesso di continuare a collaborare con studi, proposte, idee, perché questo stare insieme è la nostra forza. Il nostro risultato è importante proprio alla luce dell’astensionismo, perché nonostante questo abbiamo visto come i messinesi hanno risposto”.

Come hanno già annunciato, tutti gli eletti del M5S si ridurranno lo stipendio e metteranno in un fondo comune la parte restante, per destinarla a progetti ed iniziative nel territorio, che saranno decise insieme e cambieranno di anno in anno.

“La gente ha bocciato la mancanza di onestà e di trasparenza-continua- per quanto riguarda me io lavorerò ben sapendo che noi non andiamo oltre i due mandati. Nessuno di noi semina pensando che è una carriera e resterà per sempre, magari due mandati a Palermo, poi Roma e via dicendo. No, noi seminiamo per oggi, lavoriamo adesso e per il futuro di tutti, non per il mio personale. Finito il mandato tornerò a fare il mio lavoro, come dovrebbe essere per tutti”.

Impossibile frenare quel fiume in piena che è Bernadette Grasso, Grande Sud, sindaco di Rocca di Caprileone, e dal 29 notte deputato regionale. “La politica non si fa nei salotti di Porta a Porta né con le scorte inutili mentre gli Enti locali non possono pagare neanche i servizi sociali”, diceva a Tempostretto nei giorni scorsi. Avvocato, ha imparato sin da subito cosa significa per una donna farsi spazio in un mondo di uomini.

“Non basta il cambiamento- dice appena eletta- ci vuole metodo. Non possiamo più scherzare di fronte alla devastazione del territorio, alla precarietà, alle imprese che muoiono. La prima cosa che farò sarà abbassarmi l’indennità” (n.d.r da sindaco l’ha già fatto). La seconda battaglia sarà per eliminare le auto blu inutili.

“E poi, ogni volta che vado a Palermo noto quello spreco di luci accese anche la sera all’Ars. Basta con questi sprechi, dal più piccolo al più grande. Io sono per il dialogo ed il buon senso, ma dobbiamo chiudere con il passato e dare segnali forti e concreti”.

La nostra piccola, piccolissima “rivoluzione d’ottobre” è iniziata con queste due donne all’Ars, le prime dopo tanto, troppo tempo. Ma ci vuol sempre qualcuno che inizia il percorso, che spiana la strada e che sia d’esempio e sprone. Entrambe hanno una loro vita privata e familiare che riescono a far convivere con quell’altra vita, quella che si muove dentro e che riesce a far sì che in 24 ore ci sia spazio per tutto.

Sono ai due poli opposti, Miccichè da un lato Grillo dall’altro, ma sono le uniche due messinesi che ce l’hanno fatta. Anzi, le prime di una serie.

Rosaria Brancato

Un commento

  1. Saluto con piacere l’ ingresso all ARS delle due deputate. Sono stato da sempre fautore della presenza femminile nella gestione della cosa pubblica e credo di aver dato l’ esempio. Negli anni dal 1978 al 1992 ( quando era raro vedere nei consigli comunali una donna) Saponara aveva una donna capogruppo di maggioranza e due donne in Giunta. E’ stata una esperienza molto positiva per l’ impegno, la serietà e la correttezza della loro azione amministrativa. Purtroppo per anni le donne sono state tenute lontane dalla gestione della cosa pubblica e mi auguro che Messina, innnzitutto, e la Sicilia possano avere giovamento della presenza delle neodeputate. Un sincero augurio di buon lavoro.

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