Il Coordinamento Ambiente Tutela del Tirreno spara contro la società Terna

Il Coordinamento Ambiente Tutela del Tirreno spara contro la società Terna

Serena Sframeli

Il Coordinamento Ambiente Tutela del Tirreno spara contro la società Terna

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giovedì 09 Maggio 2013 - 14:41

In un comunicato scrive “La Società Terna, in occasione dei confronti, si è sempre rifiutata di sospendere i lavori, anche per un’ora”

Continua a far parlare l’elettrodotto Terna Sorgente Rizziconi. Dopo il tavolo tecnico, tenutosi il 12 aprile scorso presso l’Assessorato Regionale al Territorio e Ambiente per trovare una soluzione al costruendo elettrodotto, il Coordinamento Ambiente Tutela del Tirreno alza la voce e fa capire chiaramente la propria posizione, continuando la battaglia contro l’elettrodotto della discordia, colpevole di mettere sempre più in pericolo la salute di migliaia di persone.

Nella nota redatta dal Coordinamento si legge come “ registriamo preoccupati a diversi interventi aventi come argomento la realizzazione dell’Elettrodotto Terna, a 380 KV, Sorgente Rizziconi, tratto aereo Villafranca Tirrena San Filippo del Mela, tutti favorevoli alla sua realizzazione attribuendo ad essa in maniera acritica il ruolo miracolistico di abbassamento dei costi dell’energia in Sicilia”.

“Si trascurano- si continua a leggere nella nota- invece gli altri fattori, la cui soluzione è senz’altro prioritaria rispetto al Sorgente-Rizziconi e sono tutti legati al mancato ammodernamento delle centrali siciliane e alle condizioni della rete regionale, che non potrebbe mai sopportare un successivo trasporto interno di energia elettrica perché già oggi non ne consente un libero flusso. Si ha la sensazione di una campagna suggerita e ben orchestrata da Terna per piegare la resistenza delle popolazioni e delle associazioni che contrastano le scelte progettuali adottate per la realizzazione dell’Elettrodotto Terna Sorgente-Rizziconi”.

Il Coordinamento prosegue poi accusando Terna: “ nessun ritardo può essere imputato alla protesta delle popolazioni e associazioni che contestano il progetto; la Società Terna, in occasione dei confronti, si è sempre rifiutata di sospendere i lavori, anche per un’ora. La responsabilità dei ritardi, se ritardi ci sono, è da attribuire esclusivamente alla società Terna. Uno dei motivi è certamente la scelta del sito per la realizzazione della nuova Stazione elettrica di Villafranca Tirrena. Terna è stata costretta ad intervenire su tutta la montagna franata per tentare di arginare il dissesto, provocato non tanto dagli eventi meteorici del novembre 2011, quanto piuttosto dagli scavi effettuati incautamente ai piedi del versante, sottovalutando le problematiche di instabilità legate alla presenza dei gessi e argille del Messiniano e del Tortoniano. Una localizzazione certamente sbagliata perché il sito si presenta senza soluzione di continuità rispetto all’area limitrofa dei “Calanchi di Serro”, posta sotto tutela già nel 2008 per la presenza diffusa di fenomeni calanchivi.

Eppure, nonostante la complessità delle opere e il fatto che siamo in zona sottoposta a vincolo paesaggistico, in Zona di Protezione Speciale e sul confine di un Sito di Importanza Comunitaria,l’intervento non è stato sottoposto a Valutazione di Impatto Ambientale, nemmeno a seguito della prescrizione del Genio Civile di realizzare una strada d’accesso”.

“Il progetto di elettrodotto- continua la nota- viola il divieto di costruire nuovi elettrodotti aerei, previsto nel Piano di Gestione della ZPS approvato dall’Assessorato Regionale al Territorio e Ambiente; l’elettrodotto che si vuole realizzare è in contrasto con le Norme di Salvaguardia del Piano Paesaggistico dell’Ambito nove, previste dall’art. 143 del Dlgs 42/04, meglio noto come Codice Urbani”.

Il Coordinamento si concentra poi sulla delicata questione dei problemi di salute: “La Società Terna fa finta di non sapere che dal 2002 la valle del Mela interessata al passaggio dell’elettrodotto è stata dichiarata Area ad Elevato Rischio di Crisi Ambientale; orbene su questo territorio, tristemente noto per l’aumento spropositato delle patologie tumorali, è necessario intervenire con piani di risanamento e non con l’installazione di altre fonti di inquinamento.

“Per quanto sopra- si chiude così la nota- nonostante da oltre due mesi l’Assemblea Regionale abbia approvato, quasi ad unanimità, una mozione che impone al Governo Regionale di attivarsi per la modifica del progetto nei punti critici contestati dalle popolazioni, assistiamo ad una colpevole inerzia degli organi regionali che hanno il dovere di garantire la tutela della salute, la salvaguardia dell’integrità del territorio, il rispetto della legge in particolar modo delle leggi regionali poste a garanzia di un giusto progresso delle nostre comunità”.

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