I Popolari in Movimento ricordano l'attualità di don Sturzo

I Popolari in Movimento ricordano l’attualità di don Sturzo

I Popolari in Movimento ricordano l’attualità di don Sturzo

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sabato 07 Settembre 2013 - 10:24

Dibattito a Palazzo Zanca sull'eredità politica di Don Luigi Sturzo, il fondatore del Partito Popolare Italiano, alla luce dell'attualità del suo pensiero e delle sue denunce. I Popolari in movimento continuano così il percorso per far riemergere l'anima degli ex Ppi poi confluita nel Pd.

I “Popolari in Movimento” colgono l’occasione del 66°anniversario del rientro in Italia di Don Luigi Sturzo dopo 22 anni di esilio per sfuggire alle persecuzioni del regime fascista per avviare una riflessione sul’attualità del pensiero sturziano. All’incontro, che si è tenuto a Palazzo Zanca l’asssessore Nino Mantineo ha portato i saluti dell’amministrazione soffermandosi sul ruolo dei cattolici nella conduzione della cosa pubblica. E’ stato poi l’ex segretario provinciale del Ppi Giovanni Frazzica, oggi animatore dei “Popolari in Movimento” a spiegare il perché della nascita del movimento: “Vogliamo scuotere dal torpore i popolari rimasti impigliati e silenziosi nella grande crisi che ha investito la dirigenza del Pd messinese di cui alla vigilia del Congresso non si intravede la soluzione, mentre alcune componenti spregiudicate vorrebbero egemonizzarne anche le macerie”. Frazzica ha ricordato la genesi del Pd, frutto dell’unione tra due anime, quella popolare cattolica della Margherita e quella ex comunista e socialista dei Ds. Un’unione che ancora oggi evidenzia tutte i limiti di una sorta di “fusione a freddo” mai assimilata del tutto.

“Con quella fusione- continua Frazzica- il raggruppamento dei popolari,a livello nazionale si è diviso in 5 rivoli, e a Messina sembrava spento. Lo stiamo facendo rivivere perché la filosofia e la morale sturziana ci sembrano valide e importanti, anche a prescindere dai momenti congressuali”.

Il professore. Antonio Baglio ha poi tracciato una breve storia della figura di Don Luigi Sturzo sottolineando come nell’attuale momento di crisi dei partiti il richiamo alla figura del fondatore del Partito popolare assuma l’obiettivo di una ricerca dei valori che devono stare dietro l’agire politico. “ Sturzo è stato uno dei padri del pensiero politico europeo d’ispirazione cristiana- ha spiegato- in grado di tradurre la fede cattolica in un impegno concreto in favore delle masse popolari. Fu infatti organizzatore delle prime cooperative operaie cattoliche in Sicilia, pro-sindaco di Caltagirone e consigliere provinciale per diversi anni, fondatore nel 1919 del Partito popolare italiano, riuscendo a traghettare i cattolici verso la democrazia. La sua avversione al regime fascista gli costò 22 anni d’esilio. Al contempo fu fiero oppositore di tutti i sistemi totalitari, in nome della libertà e della democrazia. Rientrato in Italia, nel settembre del 1946, rappresentò la coscienza critica della Democrazia cristiana e continuò, da senatore a vita e sulle pagine dei giornali, ad intervenire, con lucide analisi, nel dibattito politico degli anni Cinquanta”.

Temi ricorrenti nella sua analisi erano la denuncia di alcuni dei mali della partitocrazia, dall’eccessivo statalismo all’abuso e sperpero del denaro pubblico, alla sempre e più diffusa incompetenza nei pubblici uffici. Argomenti che oggi appaiono ancora attuali.

“Il debutto politi­co di Sturzo- ha detto nel suo intervento Pippo Pracanica- coincise con una concreta impostazione del problema del Mezzogiorno e più particolarmente dell'Isola, la cui soluzione additò nell’autonomia regionale, non solo come strumento di educazione politica, ma soprattutto come riforma sociale”. Ha poi preso la parola Maurizio Ballistreri che ha sottolineato come la politica debba recuperare il gap accumulato in termini di sovranità e rappresentanza: "in particolare per una sinistra che in Italia appare subalterna alla finanza e al mercato e che diventare parte del socialismo democratico a livello internazionale". Al dibattito è intervenuta anche Antonella Russo, consigliere comunale del Pd, che ha voluto ricordare l’attualità e l’universalità dei principi sturziani: “Binomi come politica=morale, economia=morale, concetti di politica aconfessionale ed interclassista sono quanto mai moderni. Mai come oggi il Pd risulta spaccato e diventa attuale la necessità di far riemergere il vero spirito del Partito popolare, fondato da Sturzo”. Per l’ex sindaco Franco Providenti il grande valore di Sturzo fu il richiamo di tutti alla partecipazione attiva dei cittadini, mentre Pippo Isgrò ha sottolineato l’importanza di un’iniziativa in controtendenza rispetto alla logica imperante nel Pdl e nel Pd di voler fare il partito degli eletti. Hanno chiuso gli interventi Felice Calabrò, Ciccillo Barbalace che ha auspicato un maggiore dialogo tra cattolici e componente socialista ed il professor Nicolò D’Agostino che ha esaltato le qualità etiche dell’opera sturziana.

Un commento

  1. Don Sturzo non ha eredi per fortuna, quanto al resto è tutto vomito ad iniziare dall’utilità di un tale “dibattito” e sarei curioso di vedere quanti vi hanno partecipato escludendo i nomi dei “coatti” delle conferenze.

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