Erosione costiera "galoppante" nella zona nord, spariscono interi pezzi di litorale

Erosione costiera “galoppante” nella zona nord, spariscono interi pezzi di litorale

Daniele Ingemi

Erosione costiera “galoppante” nella zona nord, spariscono interi pezzi di litorale

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domenica 13 Dicembre 2015 - 23:01

Sempre più preoccupante il fenomeno sulla riviera messinese, il problema bisogna affrontarlo alla radice

Il fenomeno dell’erosione delle coste torna nuovamente a farsi galoppante lungo i nostri litorali. Stavolta, dopo le mareggiate dal quarto e dal primo quadrante che nel mese di Novembre hanno flagellato le coste tirreniche, questo fenomeno è divenuto una vera e propria emergenza per molti villaggi della zona nord di Messina, particolarmente esposti ai venti provenienti dal quarto quadrante, come il ponente e il maestrale, e a quelli del primo quadrante, come la tramontana. La breve ma intensa mareggiata da ponente e maestro dello scorso 25 Novembre ha eroso interi tratti di spiaggia, interessando soprattutto i villaggi di Santo Saba, Casa Bianca e l’area fra l’inizio di Mortelle e Capo Peloro, dove ad occhio si evidenzia una drastica riduzione dell’arenile. Interi tratti di spiaggia e di sabbia sono stati inghiottiti dal mare, trascinati su fondali particolarmente profondi (inferiori ai 15 metri). In alcuni tratti la scomparsa della battigia e dei sedimenti rischia di pregiudicare la tenuta di diverse infrastrutture e abitazioni. In caso di nuove mareggiate, anche di moderata intensità, il processo erosivo rischia di accelerare ulteriormente, con inevitabili ripercussioni sull’ambiente circostante. Delle dune di sabbia che una volta dominavano il paesaggio costiero messinese non vi è più traccia. Differentemente da quel che si crede quello dell’erosione delle coste è un fenomeno che nella maggior parte dei casi ha delle origini prettamente naturali e cicliche nei decenni.

Tra le varie cause "antropiche" che rendendo l’erosione costiera ancora più distruttiva e invasiva troviamo la riduzione dei trasporti fluviali di materiale sabbioso, la fitta urbanizzazione delle coste e la costruzione di imponenti infrastrutture (come porti, approdi, dighe foranee che alterano il profilo delle correnti marine e del moto ondoso). La riduzione dei trasporti fluviali di materiale sabbioso le bonifiche e l’imbrigliamento dei corsi d’acqua, unito all’asporto di sabbia e ghiaia dagli alvei dei fiumi e dei torrenti, determina la drastica riduzione degli apporti di sedimenti (sabbie, ghiaie, limi) al mare. In particolare, la quantità di sabbia portata a mare dai fiumi è notevolmente diminuita negli ultimi anni per le indiscriminate escavazioni degli alvei e la costruzione di opere di regimazione nei fiumi, nella maggior parte dei casi mai manutenzionate nel tempo. La massiccia urbanizzazione delle coste, con la costruzione di immensi impianti balneari e palazzi a ridosso della battigia che hanno provocato l’alterazione dell’equilibrio della costa. Molte di queste opere sono state costruite lì dove prima esistevano le dune di sabbia, con vegetazione spontanea che faceva da cornice. La scomparsa dell’ambiente dunale rende i litorali molto più vulnerabili alla furia dei marosi. Ma a questi fattori antropici si uniscono, come detto, anche fattori naturali, come quello relativo ai cambiamenti climatici e al conseguente innalzamento del livello medio dei mari che rende il delicato ambiente costiero sempre più minacciato durante le avverse condizioni meteo/marine. Un problema molto serio che bisogna affrontare già adesso sull’immediato prima che un domani possa sfuggire di mano, con danni irreparabili per il nostro litorale.

Daniele Ingemi

4 commenti

  1. Il problema reale, è che per secoli si è avuto un costante equilibrio tra l’apporto di nuovo materiale terrigeno da parte dei fiumi e l’attività costante e inesorabile di erosione da parte del mare. Questo equilibrio si è rotto da quando si è avuto la fantastica idea di deviare corsi di fiumi, cementificarli etc…Infine parlo da abitante a Capo Peloro..il paese ha sempre avuto le case rivolte da secoli sullo stretto..Mentre la parte rivolta ai venti del quarto quadrante era stata adibita a coltivazioni di meloni e uva.Ai giorni nostri al contrario, un numero enorme di persone ha costruito, e non so se abusivamente o meno, a pochi metri dalla riva .Basta farsi un giro in barca e seguire la costa in direzione nord.

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  2. Il problema reale, è che per secoli si è avuto un costante equilibrio tra l’apporto di nuovo materiale terrigeno da parte dei fiumi e l’attività costante e inesorabile di erosione da parte del mare. Questo equilibrio si è rotto da quando si è avuto la fantastica idea di deviare corsi di fiumi, cementificarli etc…Infine parlo da abitante a Capo Peloro..il paese ha sempre avuto le case rivolte da secoli sullo stretto..Mentre la parte rivolta ai venti del quarto quadrante era stata adibita a coltivazioni di meloni e uva.Ai giorni nostri al contrario, un numero enorme di persone ha costruito, e non so se abusivamente o meno, a pochi metri dalla riva .Basta farsi un giro in barca e seguire la costa in direzione nord.

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  3. Dimenticate Ganzirri.. ma con i ripascimenti e i frangiflutti si inquina.. meglio pensare a come rompere le scatole a chi sta costruendo un pontile…

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  4. Dimenticate Ganzirri.. ma con i ripascimenti e i frangiflutti si inquina.. meglio pensare a come rompere le scatole a chi sta costruendo un pontile…

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