Dalla "Luna obliqua" a Roma: ammessi all’eutheca

Dalla “Luna obliqua” a Roma: ammessi all’eutheca

Monica Interisano

Dalla “Luna obliqua” a Roma: ammessi all’eutheca

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giovedì 25 Luglio 2013 - 14:42

I ventenni Luciano Accordi e William Caruso. Tra “esoscheletri” e musical per bimbi la preparazione con Sasà Neri

Una capriola li ha quasi perduti. Ma giusto quella, la prova che non s’aspettavano. Il resto è, invece, la piccola grande storia di una selezione superata, un’altra conquista, un’altra “battaglia” vinta. Hanno venti e ventuno anni, compiuti da poco in entrambi i casi, e qui – nella somiglianza anagrafica e nella “messinesità” – termina il terreno comune. Per il resto, sensibilità artistica, approccio alla vita, storia personale, sono poli opposti. Anche per questa ragione, la loro vittoria è la vittoria di tutta una squadra, capace di consentire alle diverse personalità di crescere e manifestarsi e, allo stesso tempo, capace di tirar fuori il talento di ciascuno, tra duro lavoro, prove pirotecniche di sopravvivenza teatrale, scherzi e affetto. La squadra è quella di Luna Obliqua e loro sono William Caruso, classe 1993, e Luciano Accordi, nato nel 1992. Hanno entrambi superato d’un sol balzo la selezione dell’Accademia di alta formazione per le arti del Teatro e del Cinema con sede a Roma Eutheca (European Union Academy of Theatre and Cinema). E il 25 ottobre si trasferiranno nella capitale.

Preparati da Sasà Neri, hanno trascorso l’ultimo anno portando in scena tredici titoli, dagli spettacoli per bambini alle sperimentazioni del format “esoscheletri”. E hanno fatto centro, anche loro, come negli anni scorsi tanti altri allievi dei laboratori teatrali, scolastici e privati, di Sasà.

William, per esempio, ha cominciato sui banchi di scuola. “La scintilla – dice – è scoccata con ‘Il tartufo’ di Moliere, saggio di tre anni fa del laboratorio dell’Ainis”. Da lì ha seguito la sua strada sulla Luna Obliqua, protagonista già con Esos Messina 3.9 e poi spalla, e poi di nuovo protagonista, e poi di nuovo spalla. Una tecnica che Sasà usa sempre. “Mai dare nulla per scontato”, dice il regista. “La prima lezione è diventare duttili e adattabili, scoprire dentro di sé tutto quello che non si sapeva di possedere”. Per questo se si chiede a William cosa l’abbia più formato dice “Mary Poppins”, musical del cartellone riservato di Luna Obliqua per l’istituto religioso Leone XIII. William ha cantato, ballato, recitato. Si è preso in giro. Si è “divertito da matti”, con quel pubblico di piccolissimi “che non ti perdona una nota sbagliata o un passo falso, ma se gli piaci, semplicemente, ti da’ una soddisfazione che non conosce eguali”. William ce l’ha fatta, eppure il suo provino all’Eutheca è stato duro, durissimo. “Dal primo istante”. Il primo istante era il monologo (scena I, atto I) del Riccardo III. La sua interpretazione è stata smantellata dalla commissione che gli ha chiesto di fare un Riccardo III “felice, soddisfatto”. E lui, William, è ricorso istintivamente a quel “set di strumenti” artistici che è la sperimentazione “esoscheletri”. “M’è venuto in mente un tabellone, con tutti i nostri ‘io’, tutte le possibilità che ci ha insegnato il Teatro degli Esoscheletri. E ho reagito interpretando Riccardo III alla maniera dell’io seduttivo”. Ha funzionato, evidentemente. Così come hanno funzionato “la tenacia, la capacità di questo giovane attore – spiega Neri – di tenere botta a qualsiasi circostanza e la sua intransigente voglia di sapere, di studiare, di capire. Due qualità straordinarie e rare che completano la sua capacità recitativa, anch’essa eccellente. Senza dimenticare quella linea di potenziale iracondia, che William ha ormai trasformato in pura energia e controllo”.
E’ che gli esoscheletri “sono una superpreparazione, ti fanno diventare un attore migliore, e una persona più consapevole”, chiosa Luciano Accordi, che, invece, con la commissione ha avuto “una sorta di innamoramento, di incantesimo”. Momenti magici, come quando ha presentato “Anna Cappelli” di Annibale Ruccello e di questa donna che ama fino al punto di divorare l’amante ha trasmesso l’insensata, umanissima ”fame”. Luciano è immortalato in una foto del primo “esoscheletri”, nel giugno 2011. Faceva parte del pubblico. Gianluca Minissale, altro artista di Luna Obliqua, lo aveva invitato. Da quel momento, vissuto nei panni di spettatore, Luciano smette di stare in platea, virtualmente è già sul palco. Ed è pienamente dentro il percorso. Così tanto dentro questo percorso di nuova drammaturgia che fa sempre le bizze quando si tratta di mettere in piedi gli altri spettacoli, i musical per ragazzi. Ma sempre, da solo, senza che Sasà glielo chieda, scopre di non poterne fare a meno e sempre si ritrova anche lui a cantare e ballare. “In meno di un anno Luciano ha abbandonato le sue rigidità, è diventato – sorride Neri – un ‘pelouche’”. E ha scoperto di avere, oltre al talento attoriale, “pur così giovane, anche uno straordinario, visionario talento registico”. Tant’è che in “Mater Matris”, la maratona di 24 ore che ha chiuso la stagione 2012-2013 della Luna Obliqua, ha inventato lui, tra l’altro, la “panic room”, una situazione drammatica che semplicemente è stata il successo nel successo. Ormai è quasi una “tradizione”. Lavorare con Sasà crea le basi per il salto nelle accademie nazionali. Ogni anno, come quest’anno è successo con William e Luciano, nelle classi di Neri nascono personalità artistiche. E ogni anno i provini nelle accademie nazionali ne danno conferma. L’anno scorso è stato ammesso all’Eutheca Giuseppe Manuel De Domenico. Prima di lui sempre all’Eutheca erano arrivati Sandra De Domenico e Michele Fàlica, mentre alla Link era stata ammessa (poi rinunciando per ragioni familiari) Veronica Cuppari, e Maddalena Mannino, ammessa alla nuova scuola di musical di Dino Scuderi e Giampiero Ingrassia, ha scelto la strada della laurea in comunicazione. E se Giusy Maimone ha fondato una compagnia teatrale a Roma, Alessandro Lui aveva l’obiettivo di entrare alla Link Academy e l’ha centrato.
“Insieme con l’immensa gioia per Luciano Accordi e William Caruso che meritano grandi successi, e insieme con il senso di perdita, quella malinconia inevitabile che nasce dal fatto di doverli salutare, di non averli con noi il prossimo anno – conclude Sasà Neri – in casa Luna Obliqua questa loro vittoria è anche l’ennesima spinta a continuare così, a proseguire nel nostro percorso. Che davvero, in ogni stagione, per ogni spettacolo, raccoglie attorno a sé tanti artisti e tanti spettatori, gli uni e gli altri straordinari protagonisti della nostra storia”.

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