Peppuccio Tornatore a Messina, 25 anni dopo “Nuovo Cinema Paradiso”

Peppuccio Tornatore a Messina, 25 anni dopo “Nuovo Cinema Paradiso”

Peppuccio Tornatore a Messina, 25 anni dopo “Nuovo Cinema Paradiso”

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domenica 26 Gennaio 2014 - 09:12

Il Maestro bagherese, sabato in città, ha incontrato la comunità universitaria e il suo pubblico. Un quarto di secolo dopo il film che gli valse l’Oscar e che solo i Messinesi seppero capire subito. «Sento un legame profondo con questa città». Presto una mostra che ripercorrerà la storia di quel lungometraggio.

Un bagno di folla ha accolto il premio Oscar Giuseppe Tornatore, in occasione dei 25 anni dal film “Nuovo Cinema Paradiso” che, alla sua uscita, solo a Messina ebbe un reale successo e che poi gli sarebbe valso l’Oscar. La sua giornata è iniziata presso l’Aula Magna del Rettorato. Il professor Giovanni Cupaiuolo, Coordinatore del Collegio dei Prorettori, ha portato i saluti dell’Ateneo a nome del Magnifico Rettore, impegnato in contemporanea nell’inaugurazione dell’anno giudiziario. Hanno fatto seguito gli interventi del professor Salvatore Cuzzocrea, Prorettore alla ricerca, e del professor Antonio Pennisi, direttore del Dipartimento di Scienze Cognitive della Formazione e degli Studi Culturali. Si è rimarcato il valore e lo spessore dell’incontro, «uno dei momenti più alti della storia dell’Ateneo», con il regista bagarese, definito «un vanto e una gloria per la Sicilia e per l’Italia».

RIFLESSIONI SUL MAESTRO

Hanno preso poi la parola Federico Giordano dell’Università per Stranieri di Perugia e Francesco Parisi dell’Università di Messina. Giordano, riassumendo una sua ricerca dal titolo “Giuseppe Tornatore, artista multimediale”, ha tracciato un percorso di riflessioni intorno ai luoghi comuni con i quali si identifica il cinema del Maestro che sarebbe “classico” e rappresenterebbe la “provincia”. «Tornatore –ha sostenuto– ha invece una presenza pienamente europea e si inserisce correttamente nel dialogo con il post-moderno», il suo cinema, ritenuto “classico”, possiede però dei punti di notevole sperimentazione. Giordano ha riscontrato, infatti, nell’opera di Tornatore molti punti in comune con la fotografia realistica e antropologica siciliana, parlando anche della dimensione storica dei cosiddetti “paesi – presepe”, così presenti nei suoi film, che non raccontano la macro-storia, ma la storia delle comunità, affrontando poi altri temi come un Tornatore vicino ad alcuni artisti contemporanei, un Tornatore che introduce il fantastico nella realtà e un Tornatore che cita, anche inconsciamente, nelle scene dei suoi film, dipinti di artisti come Antonello da Messina o Guttuso. Francesco Parisi, prendendo come spunto il libro di Tornatore e Ferdinando Scianna, “Baaria Bagheria. Dialogo sulla memoria, il cinema, la fotografia” (Ed. Contrasto, 2009), ha concentrato il suo intervento sul rapporto fra cinema e fotografia e fra immaginazione e memoria. La fotografia – ha detto – è lo strumento che ha esteso le nostre facoltà immaginative e si potrebbe, del resto, pensare alle immagini come a delle “protesi della memoria”.

“VOLEVO FARE IL FOTOGRAFO”

Giuseppe Tornatore ha iniziato il suo intervento proprio partendo dalla fotografia. «Quando ero piccolo – ha ricordato – la fotografia era l’occasione, una cerimonia, uno zio che ci faceva le foto in posa». «Poi conobbi un proiezionista che era anche fotografo, non di cerimonie, ma di vita vera» e scoprire che la macchina fotografica di suo zio era la stessa con la quale si potevano immortalare frammenti di vita reale fu una cosa grandiosa. «E come il bambino che va dal barbiere, lo vede tagliare i capelli, e dice, a chi gli chiede cosa vuole fare da grande, “voglio fare il barbiere”, così io volevo diventare fotografo». «A me la fotografia piaceva perché rimandava al cinema e la camera oscura mi sembrava una sala del cinema al contrario». Tornatore, poi, avrebbe scoperto di essere attratto più dal cinema che dalla fotografia, non accontentandosi di possedere un singolo fotogramma, ma di volerne ben 24 al secondo.

“LA TECNOLOGIA? NON MI FA PAURA”

Tornatore, dopo aver raccontato i suoi non facili inizi, e la fatica prima del successo, si è addentrato in un tema molto pressante: il futuro del cinema. «Oggi i mezzi sono più a portata di mano, –ha detto– la tecnologia sta aiutando il linguaggio delle immagini ad avere la stessa padronanza e lo stesso diritto del linguaggio scritto». Oggi già, infatti, si assiste ad un proliferare di film a costo ridotto, girati con mezzi del tutto diversi dalla macchina da presa tradizionale, col telefonino per esempio. «E fra 15 anni – ha profetizzato, col sorriso sulle labbra, – leggerete di un film girato con l’orologio, costato 100 euro». Ma al Maestro tutto ciò non fa paura, perché, se oggi è più difficile farsi notare in mezzo al mare magnum delle proposte, è molto più facile provare, lanciarsi, a differenza del passato, quando ogni idea, per vedere la luce, doveva essere approvata da uno dei pochi produttori presenti nel mercato. E, continuando con il registro un po’ profetico, un po’ scherzoso, ha citato un linguaggio che gli abitanti del futuro potrebbero usare, inviando un’ e-mail: «Stanotte ti ho sognato, ho fatto un sogno bellissimo. Te lo allego».

“CHE MESSINA SIA TUTTO IL MONDO”

Nel pomeriggio, presso l’Auditorium della Gazzetta del Sud, si è tenuto il secondo incontro in programma, dal tema “Architettura dello sguardo” che ha celebrato i 25 anni dall’uscita di “Nuovo Cinema Paradiso”, che, come ricordato, a Messina ebbe, a differenze delle altre città italiane, subito un clamoroso successo. Il dato di Messina era curioso: era accaduto che il gestore del Cinema “Aurora”, Gianni Parlagreco, al quale il film era piaciuto molto, aveva fatto entrare gli spettatori gratis, con la promessa che se il film fosse piaciuto, avrebbero pagato, altrimenti no. A ricordare quegli anni e gli umori del tempo, Ninni Panzera, Presidente dell’associazione culturale La Zattera dell’Arte e curatore di libri dedicati a Tornatore. Nel Gennaio del 1989, infatti, un giovane Giuseppe Tornatore, incontrò gli spettatori messinesi in un’affollatissima Saletta Milani. Durante l’incontro, il regista si augurava che il suo film, andato male dovunque, potesse avere una nuova vita, e che, come confidò al telefono a Panzera, “Messina fosse il mondo”, “anche senza pretendere di vincere l’Oscar”, sogno che invece, profeticamente, divenne realtà a distanza di un solo anno. In preparazione in questi mesi proprio una mostra su questo anniversario e si sta anche lavorando per realizzare in città una fondazione che raccolga tutti gli scritti e i materiali su Giuseppe Tornatore. All’incontro hanno preso parte anche il direttore editoriale della Gazzetta del Sud, Lino Morgante, il giornalista e consigliere culturale della Fondazione Bonino-Pulejo, Piero Orteca e il critico Franco Cicero (che fu uno dei tre giornalisti, in tutta Italia, che, alla sua uscita, recensì in modo positivo “Nuovo Cinema Paradiso”). Durante l’incontro è stato proiettato un bellissimo video-tributo al Maestro, ideato da Ninni Panzera e montato dal regista Fabio Schifilliti. Verso la fine, ha portato il suo saluto anche il Sindaco, Renato Accorinti che ha chiesto a Tornatore come pensa di poter aiutare i giovani siciliani che sognano di lavorare nel suo stesso campo. «Credo – ha risposto – che la cosa migliore per loro sia che adesso io continui a fare film. Quando non ne sarò più capace, o il mercato dirà che non dovrò più farne, allora mi dedicherò a loro, attraverso tutto quello che ho imparato».

(CLAUDIO STAITI)

Un commento

  1. La vita di tutti i giorno che passa senza che nulla possa fermarla, per incanto uomini come il Maestro Tornatore, sanno fermare e trasferirla ferma, in una cartolina di ricordi ai giovani di un domani che nella percezione di quanto ricevuto, potranno rinnovare l’eredità acquisita.
    Grazie Umile Maestro.

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