Sul Piemonte è scontro tra alleati. L'Udc: "Il Pd non votando ha rinnegato sè stesso"

Sul Piemonte è scontro tra alleati. L’Udc: “Il Pd non votando ha rinnegato sè stesso”

Rosaria Brancato

Sul Piemonte è scontro tra alleati. L’Udc: “Il Pd non votando ha rinnegato sè stesso”

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martedì 30 Giugno 2015 - 13:21

L'Udc sulla proposta per il Piemonte all'Asp non lascia ma raddoppia: "Chiediamo che martedì si voti l'atto d'indirizzo che riguarda il futuro del nosocomio" e lancia un messaggio al Pd: "basta fare melina, i democratrici hanno rinnegato sé stessi dimenticando che il primo a proporre l'accorpamento era stato Rinaldi". All'orizzonte lo scontro tra gli ex alleati d'Aula.

L’ordine del giorno sul Piemonte è la cartina di tornasole della fine degli idilli in Consiglio comunale e di una maggioranza Udc-Pd-Dr che scricchiola da un po’. Quanto accaduto nelle scorse settimane, con l’ordine del giorno targato Udc sulla proposta sanitaria per Messina, inizialmente sposato dal Pd e poi colpito e affondato in Aula attraverso un rinvio di 7 giorni richiesto dai Dr, accolto con entusiasmo dai democratici che lo hanno trasformato in un…sine die…, è l’ultimo tassello di uno scontro che andrà ad acuirsi. Ma gli Udc non mollano ed anzi rilanciano e con la conferenza stampa di oggi mirano dritti ai colleghi del Pd e chiedono la votazione dell’atto d’indirizzo come primo punto della prossima seduta, martedì 7 luglio, in modo che ognuno si assuma le responsabilità delle sue decisioni di fronte alla città.

“Ci sono due aspetti da considerare- è la premessa del capogruppo Mario Rizzo- da un lato non c’è più l’agibilità politica in Aula, alla luce del comportamento dei colleghi Pd e dall’altro si vuol zittire il dibattito sulla vicenda Piemonte. Noi non ci stiamo e vogliamo che il Consiglio si esprima con un voto sulla nostra proposta che rappresenta una soluzione valida per scongiurare la chiusura del nosocomio”.

Portando indietro le lancette si vedrà che inizialmente, dopo la conferenza stampa della proposta Udc che prevede che il Piemonte venga accorpato all’Asp (mantenendo anche l’ipotesi di un’integrazione con il Neurolesi), il Pd aveva aderito entusiasticamente all’idea, anche perché lo scorso anno era stato il deputato regionale Franco Rinaldi a presentare un’interrogazione alla Borsellino proprio su questo tema. Ma il 16 giugno le cronache dall’Aula hanno raccontato una storia diversa con i Pd che hanno provato a defilarsi per non votare e si sono poi fiondati sulla ciambella di salvataggio dei Dr, ovvero la proposta di rinvio di 7 giorni, divenuti poi 15, vanificando quindi l’utilità di un voto da portare all’Ars come espressione di una volontà popolare.

“Il Pd ha rinnegato sé stesso- ha commentato Libero Gioveni, primo firmatario della proposta- In Aula i consiglieri hanno fatto “melina” senza assumersi la responsabilità di votare un atto che era stato proposto per primo dallo stesso Rinaldi. I Dr non hanno voluto affrontare il dibattito né aggiungere integrazioni e il Pd li ha seguiti sul rinvio di 7 giorni adducendo la scusa di un invito all’assessore Borsellino a Messina. Ne sono trascorsi 15 e l’unico risultato ottenuto è stato arrivare a ridosso del voto dell’Ars sull’accorpamento con i Neurolesi, previsto per il 15 luglio….Per questo chiediamo l’immediata votazione”.

La Borsellino per la verità in un anno di caso Piemonte non si è mai vista a Palazzo Zanca e non risultano inviti ufficiali nelle ultime due settimane. Da oggi poi è quasi ex assessore regionale dal momento che ha “inventato” la formula delle dimissioni a tempo, periodicamente le annuncia nell’arco di pochi giorni ma poi non le presenta mai. Stavolta in campo c’è l’ennesimo scandalo sanità con l’arresto di Tutino, medico personale del governatore e finito al centro di un’inchiesta che riguarda Villa Sofia. Con o senza la Borsellino, dicono gli Udc, se l’atto d’indirizzo si discute il 7 luglio sarà possibile poi trasmetterlo alla deputazione regionale.

“La verità è che manca l’agibilità politica in Aula-taglia corto Franco Mondello- Il Pd non si è voluto assumere la responsabilità di votarlo, si è rotto l’asse con l’Udc e i Dr. Hanno voluto rinviare di proposito il voto, bene, si assumano la responsabilità di fronte alla città, perché qui si parla del diritto alla salute dei messinesi e noi non siamo disposti ad accettare in silenzio che le decisioni sulla salute vengano prese in altre sedi e senza ascoltare i cittadini. Non ci stiamo ad essere la ruota di scorta di nessuno. In questa vicenda l’assenza ed il silenzio del sindaco Accorinti hanno pesato molto e sono gravissime”.

Sul piano tecnico della proposta, dettagliata nell’atto di indirizzo illustrato ad inizio giugno nel corso di una conferenza stampa, si è soffermato Andrea Consolo: “parlo da operatore sanitario, la politica deve farsi da parte di fronte a quanto sta accadendo. Non possiamo nasconderci dietro colori politici quando c’è il rischio che chiuda l’ospedale Piemonte con conseguenze inimmaginabili per i cittadini dell’intera città. Qui stiamo parlando di un progetto sociale, e questi non hanno un colore politico. C’è in discussione la vita di ognuno di noi”.

Ma la vicenda Piemonte,da quando l’Udc ha oltrepassato il Rubicone, facendo comprendere chiaramente di non voler fare da stampella all’amministrazione Accorinti, avrà ancora conseguenze nei rapporti con Pd e Dr, con i quali appunto sin dall’insediamento ha garantito più che l’agibilità dei lavori d’Aula una vera e propria solida maggioranza. Le prime avvisaglie si erano avvertite in occasione del voto per la presidenza della commissione bilancio, poi per la delibera sulla rinegoziazione dei mutui (con l’assenza in Aula di tutti i consiglieri Udc) e, ultima tappa, l’esame dell’atto d’indirizzo sul Piemonte.

“Quel che amareggia- ha commentato Mariella Perrone- è il fatto che il confronto, o lo scontro politico, si può fare su tutto, ma non sulla salute e non in quella sede. La nostra proposta riguarda tutti i cittadini, possiamo anche confrontarci con gli altri partiti ma non ci possono essere guerre di questo genere quando si parla di diritto alla salute”.

La richiesta adesso è quella di votare il 7 luglio l’atto di indirizzo in modo da portarlo all’attenzione della deputazione regionale in tempo utile per eventualmente emendare il ddl sull’accorpamento Piemonte-Neurolesi e cambiare in corner i punti più critici e cioè il mantenimento dei reparti collegati all’emergenza-urgenza. L’atto d’indirizzo poi prevede anche la ripresa del dibattito sull’ex Margherita che secondo i centristi non può più essere relegato a “puro argomento di discussione senza che si arrivi concretamente ad una soluzione”.

Dal destino che avrà martedì la proposta Udc, se sarà impallinata o meno, si capiranno anche le prossime strategie in Consiglio e se avremo di fronte un’estate torrida o più mite.

Rosaria Brancato

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