Monnezza “invadente”: per Messina e Furnari emergenza dietro l’angolo

Monnezza “invadente”: per Messina e Furnari emergenza dietro l’angolo

Monnezza “invadente”: per Messina e Furnari emergenza dietro l’angolo

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martedì 09 Ottobre 2012 - 23:21

In città i problemi, oltre ai debiti che il Comune ha maturato nei confronti di Tirreno-Ambiente, società che gestisce la discarica di Mazzarà, sono legati all’impossibilità di utilizzare la piattaforma di Pace. A Furnari si cerca di evitare l’emergenza sanitaria

Il problema è comune esattamente come il disagio, igienico-sanitario, che ne può derivare. Tale è il rischio corso dal comune di Messina e da quello di Furnari, entrambi “dipendenti” per il conferimento dei rifiuti, dalla discarica contrada Zuppa di Mazzarà Sant’Andrea. Partiamo dalle difficoltà “casalinghe”. Gli accumuli di spazzatura che negli ultimi giorni si sono formati in più parti della città, non sono effetto del blocco del servizio per sciopero del personale, ma delle difficoltà nella “sistemazione” dei rifiuti. Il perché è presto spiegato. Attualmente, come detto, Messina conferisce a Mazzarà, dove però, da qualche settimana, l’orario di apertura è stato “alterato”, con cancelli aperti dalle 6 non più dalle 4 (invariato l’orario di chiusura delle 16). Una modifica oraria che incide negativamente sulla “tabella di marcia” degli auto compattatori messinesi, abitualmente pronti ad effettuare il primo scarico alle 4.00, che, invece, viene a saltare.

A ciò si aggiunge un altro ostacolo, legato all’utilizzo della piattaforma di Pace. Fino ad oggi, infatti, i rifiuti, nell’attesa di essere trasferiti nel sito nebroideo, venivano “parcheggiati” nel sito di stoccaggio della zona nord. Quest’ultimo, però, dallo scorso 27 settembre, è off-limits. Ciò in virtù di quanto stabilito dai tecnici dell’ufficio ambiente di palazzo dei Leoni e dell’Arpa, che hanno effettuato un sopralluogo a Pace per verificare le condizioni dell’area. A seguito dei controlli, i responsabili hanno diffidato Messinambiente dal proseguire a depositare lì l’immondizia. Previsione obbligatoria per la società di via Dogali, che altrimenti rischierebbe anche ripercussioni giudiziarie. Le conseguenze sono visibili e “annusabili” da tutti: l’immondizia “extra” cassonetto, non potendo essere portata a Pace, rimane in strada, dove nel frattempo, però, a quella già presente se ne aggiunge dell’altra. Situazione destinata a peggiorare se, così come avvenuto lo scorso 23 settembre, la società Tirreno-Ambiente, che gestisce il sito di Mazzarà, dovesse decidere di chiudere i cancelli agli auto compattatori di Messinambiente, a causa del debito, di 24 milioni di euro, che il Comune ha maturato nei confronti della stessa Tirreno.

Ed è proprio quest’ultimo, l’aspetto che “accomuna” Messina e Furnari, il cui primo cittadino, Mario Foti, nei giorni scorsi ha inviato una dura nota ai “vertici” della discarica (e per conoscenza al prefetto, alla Procura della Repubblica, alla Regione), diffidandoli dall’impedire ai mezzi della Dusty (società di raccolta del comune di Furnari), a conferire nel sito di Mazzarà. Il divieto, infatti, dipenderebbe da un debito che l’amministrazione ha maturato nei confronti di Tirreno-Ambiente, a causa, però, della mancanze di fatture pagate dall’AtoMe2. “Ecco perché – si legge nel documento – il comune di Furnari, il quale ha già espletato tutte le procedure atte a scongiurare l’emergenza igienico-sanitaria, avverte sin da ora che non accetterà alcuna illegittima imposizione di sottoscrizione di accordi per debiti pregressi da parte di codesta società (Tirreno-Ambiente), per consentire l’apertura dei cancelli della discarica di Mazzarà” .

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