La campagna elettorale vista da Donna Sarina. Ridiamoci su

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Rosaria Brancato

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domenica 11 Febbraio 2018 - 06:13

La campagna elettorale per le Politiche vista con ironia: tra Maria De Filippi e il mistero dei loghi scomparsi dai manifesti.

Caro diario ti racconto cosa accadde a Messina nei giorni della campagna elettorale per colpa dell’Orcaferone.

Noi cronisti ci eravamo da poco ripresi dalle Regionali 2017 e ci trascinavamo stancamente tra una puntata della tragicommedia sull’Isola pedonale e la conferenza stampa quotidiana, secondo l’ordine alfabetico, di Cateno De Luca . Nel giorno in cui il Consiglio decise che l’isola pedonale andava fatta il 13 settembre in via Romagnosi, nei giorni pari nella Rotonda dell’Annunziata, il pomeriggio dalle 15 alle 16.25 davanti a Mollura arredamenti, ovunque tranne che in via Dei Mille, e nell’ora in cui Cateno De Luca era giunto alla conferenza stampa della lettera C “ciaramedda obbligatoria al posto dei clacson delle auto”, avvenne un fatto incredibile.

Si levò altissimo un grido come quello delle caramelle Ricola “Si Ponteeeeeee” al quale fece eco un altro grido altrettanto forte “No Ponteeeeeeee”.

Capimmo che era iniziata la nuova campagna elettorale e non avremmo avuto scampo per 1 mese.

Sentire litigare sul Ponte è stato come tornare alla fine degli anni ’80 primi del ’90.

In effetti con Berlusconi di nuovo in prima fila che annuncia meno tasse e abolizione dell’Imu, Miccichè presidente dell’Ars che riempie le liste di leggiadre fanciulle, D’Alema candidato, Casini che dopo 9 mandati punta al decimo (è in Parlamento dal 1983), il messinese Lo Monte capolista con i capelli ancora nerissimi, Baglioni che presenta Sanremo, i Pooh che da ex Pooh cantano tutte le sere, il dubbio che sei tornato indietro nel tempo a 25 anni fa ti viene.

Se da stasera trasmettono in tv anche Mork e Mindy siamo a posto. In un clima da anni ’90 il dibattito sul Ponte è quindi vintage e ci sta tutto.

Fu così che si decise di organizzare la grande sfida tra sipontisti e nopontisti sotto il Pilone di Torre Faro. Alla notizia all’assessore De Cola per poco non venne un coccolone. Per lui il Pilone (là dove c’è l’area interessata al progetto dello studio di famiglia) è come un figlio, turbarlo con orde di fan pro ponte avrebbe messo a dura prova nervi e coronarie. Sbottò quindi contro il dirigente del Dipartimento Vincenzo Schiera: “Tutta colpa tua, ma che nicche nacche c’entra mettere nella Relazione al Salvavolline che il Ponte è come l’Orcaferone? Per un anno abbiamo fatto di tutto per non far capire niente ai consiglieri, secretato atti, sminuito fatti e tu combini questo guaio?” Schiera replicò sconsolato guardando l’orizzonte come Lucia nell’addio ai monti “Non potevo immaginare questo trambusto. Metà dei consiglieri pensano che l’Orcaferone sia un farmaco per la tiroide, neanche sanno chi è Stefano D’Arrigo, pensano che sia il presidente dell’Agenzia Giovani, quello del Pd con la barba”.

Mentre i due sconsolati guardavano lo Stretto pensando che quel tramonto si sarebbe trasformato in uno scenario apocalittico in città fervevano i preparativi per la sfida epocale.

Alla parola Ponte Berlusconi tornò indietro di 25 anni e si entusiasmò al punto da voler candidare di nuovo Nicole Minetti in Lombardia e spedì a tutti i partecipanti al dibattito messinesi il Manuale del bravo candidato di Forza Italia.

La conferenza stampa di presentazione in realtà sembrò una puntata di Uomini e donne, tanto che i giornalisti temevano che da un momento all’altro potesse spuntare Maria De Filippi per chiedere a Nino Germanà com’era andata “l’esterna” e Tina Cipollari finisse con il contestare a Urania Papatheu la frangetta troppo corta. Unico uomo tra le candidate sembrava “beato tra le donne” e la foto di gruppo fu ribattezzata le “Germana’s girl”.

Per dar conto agli sghiribizzi di Renzi, Berlusconi e Miccichè le scelte per le quote rosa furono fatte in modo tale da far pensare che a Messina non ci siano mai state donne di Forza Italia o del Pd impegnate nel territorio e nei partiti. Forse Miccichè e Renzi più dei 5Stelle temono le eredi di Dina e Clarenza troppo combattive (infatti le più autonome le hanno messe in posizioni non blindate).

Sull’altro versante ad inizio campagna elettorale i cronisti avevano consegnato il Premio Simpatia a Davide Faraone che aveva avuto la geniale idea di convocare la conferenza stampa di presentazione dei candidati Pd alle 14.30 di sabato pomeriggio. Del resto da uno che ha mandato come commissario del Pd di Messina Ernesto Carbone dovevamo aspettarci decisioni ai limiti del sadismo. Frattanto i candidati del Pd non dormivano la notte. Navarra, Picciolo, D’Amore e Laccoto, ogni sera fino all’alba attraversavano la città per eliminare dai manifesti il LOGO DEL PD, per sostituirlo con un più sobrio girasole. Quando Renzi e Boschi annunciarono di voler fare un tour dalle nostre parti si scatenò il panico. Nessuno voleva farsi fotografare accanto a loro, così scoppiarono epidemie d’influenza, provvidenziali inviti a cresime e anniversari di nozze, ma la scusa che convinse Renzi a non toccare suolo peloritano fu la notizia che Crocetta si era trasferito a Piazza Cairoli.

Intanto Gabriele Siracusano candidato di Liberi e Uguali passava intere giornate per cercare di spiegare casa per casa che si chiama come l’arcangelo che parlò a Maria, ma i messinesi pensavano che parlasse di Maria De Filippi e continuavano a confonderlo con Matilde Siracusano di Forza Italia. Il manifesto del candidato di LeU nel quale appare sorridente a braccia aperte, a un certo punto sembrò dire “che il cielo mi aiuti a far comprendere che io non sono Matilde e manco parenti siamo”.

Nel frattempo i consulenti di Forza Italia avevano fatto spiare i rivali del dibattito sul Ponte. Fu così che quando le Germana’s girl vennero a sapere che Navarra avrebbe parlato di curva keynesiana passarono due ore su google map per capire in che punto della Messina-Palermo fosse. Si rassicurarono solo quando fu detto loro che Gabriele Siracusano avrebbe fatto riferimento al Fiscal Compact, tirarono un sospiro di sollievo e dissero rinfrancate: “noi risponderemo con il cd di Elio e le Storie tese”.

I candidati del M5S sono la Bibbia per i loro elettori e anche se si sono scelti tra di loro e all’interno del cerchio magico è vietato dirlo perché sono tolleranti alle critiche come io ai broccoli. Grillo e Berlusconi per il rispettivo elettorato non si discutono anche se dovessero candidare pali della luce. I due simboli si votano per fede. Grillo e Berlusconi sono come la mamma, non si discute la sua pasta ‘ncaciata anche se superati gli 80 anni confonde il ragù con il Kechtup.

La Lega decise di puntare su chi ha battuto il record di Higlander, Carmelo Lo Monte le cui cravatte usate sono vendute dagli antiquari come preziose reliquie. Il collega Alessio Caspanello di Letteraemme con l’ausilio di un archeologo è riuscito a trovare una rarità: un’interpellanza parlamentare di Lo Monte presentata negli anni ’90 ma pare che lui risulti primo firmatario solo perché quel giorno Cesare Augusto si ammalò e chiese al deputato siciliano di sostituirlo.

Il giorno della sfida sul Ponte arrivò. Seduti in riva allo Stretto l’assessore De Cola e l’architetto Schiera guardavano il mare e sentirono alle spalle il vociare delle troupe televisive, dei fan club, gli squilli dei cellulari, le dichiarazioni altisonanti dei candidati, Trischitta con il trolley pieno degli emendamenti contro l’isola pedonale da uscire all’occorrenza, Renzi, Boschi, Berlusconi, Miccichè, Salvini.

Assessore- disse mogio mogio Schiera- gliel’avevo detto che prima o poi l’orcaferone spuntava, lei non mi voleva credere”.

Rosaria Brancato

3 commenti

  1. Storiella: Un’imprenditore tedesco vuole comprare delle arance. Il meglio è in Sicilia. Contatta un agricoltore di Lentini che gli propone un raccolto da 300 tonnellate di arance ad un prezzo bassissimo.
    L’imprenditore tedesco vuole conclude l’affare e chiede come arriveranno le arance in Germania. Con dieci camion che trasportano 5 tonnellate alla volta, nel giro di un mese tutte le arance saranno trasportate. I Camion faranno 6 viaggi all’andata e sei al ritorno pagheranno per 120 volte il traghetto, le autostrade è il consumo di carburante. L’imprenditore si rivolge in Spagna, dove caricano le arance su un treno e vengono trasportate con costi, tempi ed inquinamento bassissimi. Il ponte non è solo turismo..Il trasporto fondamentale.

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  2. è veramente da ridere se non ci fosse da piangere.La verità che questi signori pensano che gli elettori sono degli individui con l’anello al naso.

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  3. L’orcaferone già c’è. E’ l’inedia di Messina, dei giovani che scappano verso mete che offrono lavoro, sfruttando le capacità del loro territorio. L’orcaferone sono le promesse di chi “con i soldi del ponte facciamo qua, facciamo la” invece tutti i servizi a partire dai collegamenti ferroviari sono stati tagliati drammaticamente.
    L’area dello Stretto di Messina ha raggiunto record di disoccupazione e di povertà. Chi non ha voluto il ponte che alternative di sviluppo ha data allo Stretto?? L’orcaferone esiste eccome, no, non è il ponte. L’orcaferone è chi ha ridotto l’area dello Stretto alla miseria. L’orcaferone è chi non ha voluto il ponte, per non fare nulla forse per essere più padrone del territorio…

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