Treni... allo sbando. I pendolari chiedono un incontro a Crocetta

Treni… allo sbando. I pendolari chiedono un incontro a Crocetta

Sara Faraci

Treni… allo sbando. I pendolari chiedono un incontro a Crocetta

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sabato 26 Gennaio 2013 - 10:35

Nuovo incontro richiesto al presidente della regione, Rosario Crocetta, dal presidente del comitato dei pendolari. I ritardi, le continue soppressioni e le condizioni delle carrozze ormai vecchie e poco confortevoli, hanno assunto livelli intollerabili e necessitano di un sistematico intervento a carattere regionale che possa ovviare ai disagi lamentati dai viaggiatori

Ripartire dalle vecchie direttrici ferroviarie della Sicilia per dare nuova linfa anche ai cosiddetti “rami secchi” o “improduttivi”. Questo il programma approntato a grosse linee dal presidente del comitato dei pendolari della Sicilia, Giacomo Fazio, ed esposto al presidente della regione Sicilia, Rosario Crocetta, in una sua seconda lettera in cui si sollecita un incontro con le istituzioni. Lo scopo è quello di illustrare le problematiche che affliggono il trasporto su ferro e le proposte elaborate al fine di ovviare ai numerosi inconvenienti.

Dopo un primo tentativo di contatto con l’amministrazione regionale effettuato il 21 novembre scorso e al quale non è stato fatto riscontro, Fazio dipinge impietosamente un quadro piuttosto anacronistico di pecche e lentezze, nella nuova missiva indirizzata a Crocetta. “Viaggiare in treno in Sicilia è come tornare al tempo delle carrozze a cavalli” sono le parole del presidente del comitato dei pendolari che non manca, peraltro, di sottolineare l’incongruità dell’arretratezza del sistema ferroviario con le mutate esigenze quotidiane, spesso improntate al dinamismo e alla celerità.

Nel mirino del malcontento espresso dal nutrito popolo dei pendolari siciliani, i mezzi sempre più vetusti sui quali sono costretti a percorrere tratte anche piuttosto lunghe ma pure i ritardi sistematici e le soppressioni continue che tolgono efficienza e reale utilità al servizio. Una serie di disservizi inizialmente registrati lungo la direttrice ionica ma che non mancano di colpire, a macchia di leopardo, gran parte delle tratte locali.

A motivare ulteriormente l’interesse a un risanamento della funzionalità delle strutture ferroviarie, anche il loro minor impatto sull’ambiente rispetto al trasporto su gomma che fatica a mantenere gli stessi standard di sostenibilità ed ecologia assicurati dal treni ma anche la consapevolezza che il trasporto su ferro sia più economico rispetto ad altri, rappresentando una valida alternativa per chi sia comunque costretto a mettere mano al portafoglio. Un vantaggio in più che certamente, in tempi di crisi, non può non essere preso in adeguata considerazione.

Non sono opere faraoniche quelle auspicate da Fazio bensì un’organica valorizzazione delle strutture ferroviarie su tutto il territorio siciliano e non unicamente all’interno del triangolo Palermo-Catania-Messina. Un’opera studiata che concili la necessità di sviluppo con le esigenze di morigeratezza imposte dalle attuali difficoltà economiche.

No a lavori su tratte relativamente brevi, quindi, che non giustificherebbero la mole di investimenti necessari a rivitalizzarle, si invece a programmi di rinnovamento globale della rete che ridiano decoro al sistema di trasporto “perché dalle infrastrutture e dai servizi pubblici si misura la civiltà di una terra”.

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