Susanna Camusso: “Subito detrazioni e trasferimento di risorse su lavoro e pensioni”

Susanna Camusso: “Subito detrazioni e trasferimento di risorse su lavoro e pensioni”

Emma De Maria

Susanna Camusso: “Subito detrazioni e trasferimento di risorse su lavoro e pensioni”

Tag:

domenica 07 Luglio 2013 - 02:19

Il segretario generale Susanna Camusso, giunta nella città dello Stretto per concludere la terza edizione della festa della Cgil di Messina, nella lunga intervista, scandita dalle domande del giornalista Luca Telese, ha dato ampio spazio ai temi del lavoro, dell’attualità politica e della contrattazione sindacale.

E’ stata calorosa l’accoglienza riservata ieri sera, nella suggestiva cornice dell’ex Irrera Mare, a Susanna Camusso. L’arrivo della leader Cgil è stato salutato dalle note dell’inno dei Mameli, eseguite dagli orchestrali del teatro Vittorio Emanuele. Il segretario generale Camusso, giunta nella città dello Stretto per concludere, come da tradizione, la terza edizione della festa della Cgil di Messina, nella lunga intervista, scandita dalle circostanziate domande del giornalista Luca Telese, ha dato ampio spazio ai temi del lavoro, dell’attualità politica e della contrattazione sindacale. La numero uno della Cgil ed il noto conduttore di In Onda, reduci da una recente confronto televisivo, come in un fiume in piena arrivano subito a trattare il tema più scottante: la possibilità di una nuova stangata in seguito all’approvazione della legge di stabilità. “Bisogna dare a lavoratori e pensionati maggiore reddito – ha esordito la sindacalista – da qui si deve ripartire per rilanciare l’economia. Occorrono detrazioni su lavoro e pensioni con trasferimenti di risorse immediati, aspettare non ha senso. Non abbiamo governi amici o nemici – ha spiegato la Camusso – sino ad oggi non abbiamo visto impegni strutturali ed un dibattito che vede la politica impegnata a disquisire su Tarsu, Iva, Imu è indicativo di un dato: non ci sono in atto politiche per la redistribuzione del reddito. Sulla questione la Cgil ha già assunto una posizione chiara – ha ricordato la sindacalista – no al paventato aumento dell’Iva e no ad una nuova abolizione della tassazione sulla casa. Intervenire sul fisco significa attuare misure di redistribuzione che consentano di dare respiro ai redditi bassi, ai soggetti più deboli, alle famiglie in difficoltà: è questa la priorità”. Incalzata da Telese, la Camusso ripercorre i passaggi salienti di una crisi economica che non appare intenzionata a mollare la presa: “L’iniziale clima di ottimismo ha lasciato spazio ad uno scenario desolante – ha ricordato la numero uno Cgil – e l’Italia si è trovata in brevissimo tempo sull’orlo del baratro. Avevamo lanciato l’allarme: sapevamo che la crisi avrebbe colpito l’economia reale del paese. Non possiamo rinnegare il ruolo dell’Europa – ha ammonito la leader Cgil – abbiamo riacquistato fiducia con grandi sacrifici, dopo essere stati per lungo tempo rappresentati da una classe politica incongruente ed impresentabile – ha ricordato la Camusso – con il governo Monti la musica è cambiata ma quelle politiche hanno assestato un colpo durissimo al mondo del lavoro: un disastro, che ha il volto degli esodati, al quale si dovrà presto porre rimedio”. Il giudizio della sindacalista sul governo dei tecnici è lapidario: “Professori impreparati e rimandati a settembre. Un governo prociclico, la cui azione ha contribuito a far crescere questo baratro che si è tradotto in un dato preciso: -2,4 % di Pil”. L’Italia e le politiche di austerity imposte da Bruxelles sono la seconda questione sulla quale si sofferma la Camusso: “L’Italia è la seconda potenza industriale d’Europa. Siamo un paese con il quale fare i conti e questo ci ha salvati – ha spiegato la leader Cgil – siamo troppo grandi perché si pensi di attuare su di noi quel trattamento imposto ad altri stati comunitari, penso alla Grecia, a Cipro ed in ordine di tempo al Portogallo. Tutta l’Europa oggi sta rallentando, a differenza dei primi anni della crisi, persino Francia e Germania: le politiche di austerity hanno così dimostrato di essere inefficaci oltre che dannose”. E sulle conseguenze delle crisi la Camusso ha poi puntualizzato: “Il paese ha tenuto, una capacità che si è trasformata in disperazione individuale e si è tradotta in regressione culturale, penso al dibattito che si è sviluppato negli scorsi sull’istruzione. Alcuni schieramenti politici ci hanno accusato di aver abusato degli ammortizzatori sociali – ha ricordato la Camusso – una scelta che rivendichiamo con orgoglio, perché attraverso questo strumento è stato possibile garantire, in assenza di lavoro, un reddito distribuito: non potevamo lasciare morire di fame un paese”. E non è certamente il taglio del costo del lavoro per la sindacalista la strada maestra attraverso la quale sostenere l’economia: “Ci provò l’ultimo governo Prodi, tagliando di ben 5 punti il costo del lavoro – ha ricordato la leader Cgil – circa 5 miliardi di euro furono dirottati alle imprese. Una scelta che non produsse lavoro né investimenti”. La sindacalista rispondendo a Telese torna sulla divisione che segnò le organizzazioni sindacali nei primi anni della crisi: “L’isolamento non ha mai rappresentato un problema – ha puntualizzato la numero uno Cgil – certo è stata una stagione difficile, nella quale le contrapposizioni sono state cercate e volute da un centro destra che tentava di realizzare accanto al bipolarismo politico quello sindacale”. Stagione che sembra archiviata grazie alla recente pronuncia della Corte Costituzionale, che si è espressa favorevolmente merito all’illegittimità dell’art.19 dello Statuto dei lavoratori. La sentenza della Suprema Corte ha infatti definito incostituzionale la norma nel passaggio in cui questa escludeva dalla rappresentanza sindacale quelle sigle “che, sebbene non firmatarie di contratti collettivi, avevano preso parte alla negoziazione in veste di rappresentanti dei lavoratori”. “Si è trattato di una reinterpretazione della norma attraverso la quale – ha spiegato la Camusso – la Fiat ha tentato di negarci rappresentanza sindacale: Fiom e Cgil evidentemente rappresentavano un elemento di disturbo per le politiche di Marchionne”. E la parentesi Fiat offre l’occasione per riaprire la questione Termini Imerese, stabilimento chiuso nel 2011 su decisione dell’amministratore delegato dell’azienda torinese, per il quale la Camusso individua precise responsabilità in capo al governo regionale: “La Regione aveva stanziato dei finanziamenti. Dove sono finiti – si interroga la leader Cgil – quei capitani coraggiosi? Quegli imprenditori italiani pronti ad investire”? Pesa il silenzio del governo regionale nella scomparsa dello stabilimento di Termini dal dibattito politico per la Camusso, che rilancia: “Sulla questione Cisl e Uil dovrebbero ricompattarsi, per ricominciare un percorso sindacale unitario insieme ad un forza che ha avuto ragione nel tornare a fare rappresentanza”. In conclusione la numero uno Cgil dettata l’agenda al governo delle “larghe intese” di Enrico Letta: misure contro l’evasione fiscale, attraverso le quali ridistribuire reddito a lavoratori e pensionati, una superpatrimoniale attraverso cui finanziare gli investimenti in Italia e mutualizzare il debito in Europa e la creazione di un sistema solidale per i giovani che determini un tasso certo sotto il quale le pensioni non potranno scendere.

Emma De Maria

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Commenta
Tempostretto - Quotidiano online delle Città Metropolitane di Messina e Reggio Calabria

Via Francesco Crispi 4 98121 - Messina

Marco Olivieri direttore responsabile

Privacy Policy

Termini e Condizioni

info@tempostretto.it

Telefono 090.9412305

Fax 090.2509937 P.IVA 02916600832

n° reg. tribunale 04/2007 del 05/06/2007